L'Huffington Post
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26 maggio 2014

Padre Dall'Oglio ucciso il giorno della sua cattura subito dopo il rapimento nel luglio 2013

La notizia è stata pubblicata sul sito arabo Tahrir Syria. Il sacerdote sarebbe stato impiccato e il suo corpo nascosto in una buca. Non ci sono conferme ufficiali

Il padre gesuita Paolo Dall'Oglio, fondatore della comunità monastica di Mar Musa nel deserto siriano, sarebbe morto il 28 luglio del 2013, ucciso dai suoi rapitori dello Stato islamico in Iraq e nel Levante, due ore dopo il suo sequestro. A sostenere la tesi il sito di notizie Tahrir souri (Liberazione siriana), che riporta la testimonianza di Abu Ibrahim al-Raqqawi, attivista della campagna “Raqqa is being slaughtered silently” 'Raqqa viene sgozzata in silenzio', e che, in condizioni di anonimato sarebbe venuto in contatto con un disertore dell'Isis presente al momento dell'esecuzione, citato dall'ong Lega siriana per i diritti umani. Per ora mancano però elementi di prova.

Il testimone

Stando al sito, il militante "non è riuscito a parlarne prima d'ora poiché temeva per la sua vita". Il testimone racconta che, dopo una manifestazione davanti alla chiesa dei Martiri a Raqqa, città nella Siria settentrionale situata lungo il fiume Eufrate, padre Dall'Oglio decise di andare a parlare con i capi dello Stato islamico presso la sede della provincia. Si trattava del primo tentativo da parte sua in tal senso, ma fu respinto e così accadde il giorno dopo. Il terzo giorno, vi era ad attenderlo Kassab al-Jazrawi, un comandante saudita, tra i capi regionali dell’organizzazione, che proprio quel giorno aveva perso un fratello a Homs. Kassab si sarebbe rivolto a padre Dall'Oglio dicendo: "Sono tre giorni che ti diciamo che non ti vogliamo incontrare, perché non te ne vai?".

L'arresto

Il militante avrebbe allora ordinato l'arresto del gesuita, che fu portato nel carcere della provincia, "dove i membri del gruppo cominciarono a denigrarlo, schernirlo e ad accusarlo di essere un 'kafir', ossia un 'infedele. Padre Paolo avrebbe quindi chiesto a uno di loro quanti anni avesse, per poi apostrofarlo: "Quando tu non eri ancora nato, io già leggevo la biografia del profeta Muhammad". Kassab decise allora di portare il gesuita alla diga sull’Eufrate, dove si trovava il tribunale islamico, nella zona di al-Mansoura, e lì sarebbe stato ucciso. Lo stesso Kassab chiese poi ai suoi uomini di nascondere il cadavere, che sarebbe stato gettato in una fossa a Raqqa, nei pressi della zona di al-Suluk".

L'omicidio

Il sito precisa che "a uccidere padre Dall'Oglio sarebbe stato Kassab al-Jazrawi in presenza di un altro saudita, Khallad al-Jizrawi. Quando l'emiro di Raqqa, Abu Luqman, assente al momento dei fatti, venne a sapere il giorno dopo quel che era accaduto, si infuriò e venne perfino alle mani con Kassab al-Jazrawi. In seguito, ordinò di non rivelare la notizia e di non parlarne più". Decisione questa che contribuì a mantenere per quasi un anno l’alone di mistero sulla sorte del religioso.


Notizie e smentite

La notizia della presunta esecuzione di padre Dall'Oglio era già stata diffusa il 14 agosto dello scorso anno dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong vicina all'opposizione con sede a Londra. Secondo quanto rivelò allora l'Osservatorio, il gesuita sarebbe stato ucciso dai jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante, ma la carenza di prove e notizie ha però alimentato la speranza che invece fosse ancora vivo. La notizia della morte di Dall'Oglio venne poi smentita da altri attivisti. Il 16 agosto, poi, l'editore e fondatore dell'emittente di Aleppo 'Orient tv' Ghassan Abboud all'agenzia di stampa Aki-Adnkronos International smentì la notizia della morte del gesuita, sostenendo che "padre Paolo Dall'Oglio sta bene e non è stato ucciso come dicono alcuni esponenti dell'opposizione siriana". Lo scorso 2 maggio, il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ribadì che non c'erano ancora notizie sulle sorti di Dall'Oglio, sottolineando che le ultime informazioni ricevute lo davano vivo. Oggi la Farnesina non conferma, e l'Osservatorio siriano per i diritti umani sottolinea che "non ci sono indizi concreti" sulla morte del religioso. La morte del religioso è stata subito confermata dalla Lega siriana per i diritti umani, una ong siriana che ha aggiunto di "avere ulteriori conferme sull'omicidio del religioso". Questa ong ha diffuso un comunicato ripreso dalla tv al Arabiya, nel quale indica il nome del testimone oculare, Abu Ahmed al Suri, indicandolo come un "militante ammutinato" dell'organizzazione qaedista Stato islamico in Iraq e in Siria che sarebbe "pronto a testimoniare davanti a una corte internazionale".

Ed ecco nel dettaglio il racconto del testimone come viene riportato dal sito "Tahrir suri":

Al suo arrivo, "padre Dall'Oglio ha avuto la cattiva sorte ad attenderlo: Kassab al Jazrawi (dall'arabo il macellaio ndr) un capo saudita dell'organizzazione (al Qaeda) a cui quello stesso giorno avevano ammazzato il fratello a Homs. L'emiro di Raqqa, Abu Lukman, era assente e allora Kassab ha ordinato di arrestare padre Dall'Oglio dopo averlo chiamato apostata. A questo punto qualcuno dei presenti ha chiesto l'età del religioso che ha risposto: quando leggevo la storia del profeta Maometto tu non eri ancora nato".

Il teste quindi aggiunge che padre Dall'Oglio sarebbe stato portato nella zona della diga dove sarebbe stato processato da una corte islamica al termine del quale il religioso sarebbe stato portato in auto nella zona di al Mansoura dove sarebbe stato impiccato dietro ordine di Kassab il quale avrebbe ordinato di "occultare il cadavere e buttare il corpo in una buca nota come al Hawtah vicina alla zona di al Suluk".

Il testimone, aggiunge altri dettagli come una colluttazione fisica tra Dall'Oglio ed il suo carnefice Kassaba Jazrawi alla presenza di una terza persona, un altro saudita di nome Khaled al Jazrawi.

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