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martedì 10 giugno 2014

Dall'Oglio: il giorno della velina

In Libano esce una velina sul sequestro di padre Paolo Dall'Oglio. E diventa una notizia...

Ecco dove (a nostro avviso) siamo arrivati. 

Una "velina" (vogliamo chiamarla così?) relativa al sequestro di padre Paolo appare su un quotidiano libanese notoriamente vicino ad Hezbollah. Pubblicata con sagacia in inglese così da essere letta più facilmente incredibilmente diventa una notizia di non meglio precisate "fonti". E cosa dice?



Dice che una "delegazione italiana" (sic) è andata in Siria, ha incontrato padre Paolo nella sua prigione, ci ha chiacchierato per due ore due, e poi (dopo aver alloggiato in albergo magari) se ne è tornata indietro.



Si è cercato di impostare il lavoro per la liberazione dell'ostaggio, prosegue l'articolo, ma il riscatto richiesto è enorme. Siate seri, avrebbero detto i "delegati". Gli interlocutori qaidisiti avrebbero fatto presente che il prezzo non è negoziabile, e che loro però potrebbero consegnare l'ostaggio soltanto ad Assad.

In teoria lo combattono in teoria!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, però una sentenza religiosa gli impedisce di consegnare ostaggi ad apostati, quindi niente rapporti con gli insorti veri, quelli che vorrebbero liberare Paolo. Rapporti possibili solo con gli alawiti di Assad. Parola di una sentenza religiosa. 



Questa paccottiglia potrebbe avere solo un senso: il messaggio sarebbe "Dall'Oglio lo abbiamo noi, se vogliamo lo liberiamo noi": o no? Pazzesco che questa guerra mediatica cialtrona venga usata e amplificata, nell'incuranza per la vita dell'ostaggio.

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