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29 gennaio 2014

Padre Paolo Dall'Oglio, ritratto di un uomo diretto
di Veronica Fernandes

Antonio Picasso, autore di "Il Medio Oriente cristiano", che ha incontrato Dall'Oglio nella comunità Mar Musa, fondata dal gesuita 30 anni fa, lo descrive così: "Lavora instancabilmente per il dialogo interreligioso, ha modi bruschi e una visione molto lucida della situazione in Siria"

Dagli anni Ottanta, instancabilmente, Padre Paolo Dall'Oglio - il gesuita di cui da sei mesi non si hanno più notizie - ha dedicato la vita al dialogo interreligioso in Siria, dove ha vissuto e fondato la comunità monastica Mar Musa. E' lì che durante la stesura del suo libro "Il Medio Oriente cristiano" lo ha incontrato due anni fa il giornalista Antonio Picasso.

Che ricordo conserva di questo incontro?

Dall'Oglio è un uomo burbero e diretto, dai modi bruschi, controverso, con una sua visione molto lucida di ciò che è accaduto e sta accadendo in Siria. Ha visitato tutte le cancellerie, le istituzioni, i think thank, le manifestazioni e i giornali per mantenere viva l'attenzione sulla Siria anche e soprattutto quando la questione non raggiungeva i grandi media e veniva dimenticata. E' uno degli uomini che più si è speso per la pace e per la democrazia in Siria.

Come mai un gesuita è diventato così inviso a Damasco tanto da essere espulso dal Paese dove ha vissuto per oltre 30 anni?

Per anni Padre Dall'Oglio era un gesuita dedito al dialogo tra cristiani e musulmani, si occupava di religione. Poi, quando è scoppiata la guerra civile, ha iniziato a mettere apertamente in discussione e a criticare duramente il regime siriano. Lui, che in Europa e in Occidente era già molto noto e ascoltato. Una posizione che Damasco non ha tollerato: Dall'Oglio è stato l'uomo che ha chiesto all'allora inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba Kofi Annan di inviare tre mila caschi blu per proteggere la popolazione civile dalla repressione e garantire il cessate il fuoco.

Quale futuro auspicava Dall'Oglio per la Siria?

Oltre al regime di Assad, Padre Dall'Oglio ha criticato anche la Chiesa, gli Stati Uniti e lla comunità internazionale (ndr: basta rileggere questo passaggio della lettera che scrisse a Kofi Annan: "La primavera araba, caratterizzata inizialmente dalla richiesta, specie giovanile, dei diritti e delle libertà, rischia la deriva confessionale violenta specie quando l’irresponsabilità internazionale favorisce la radicalizzazione del conflitto"). Padre Dall'Oglio voleva semplicemente una Siria libera sia per i cristiani che per i musulmani. 

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