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10 settembre 2014

Qual è la situazione in Siria

Quali sono le varie fazioni che combattono in Siria, dove è imminente l’intervento statunitense.

La guerra civile in Siria è iniziata tre anni e sei mesi fa. Era il marzo del 2011 e il mondo guardava con speranza all’onda della Primavera araba. Bashar Assad ha risposto con la forza alle manifestazioni che chiedevano le sue dimissioni e una transizione democratica: con il passare dei mesi la situazione è precipitata, così il territorio siriano è diventato la base per la nascita e la crescita dell’Isis.

Dall’inizio del conflitto il bilancio, aggiornato ad agosto, è di circa 200mila morti e milioni di sfollati. Intere zone sono state rase al suolo dagli scontri, tanto che il numero delle vittime è presumibilmente più alto rispetto alle stime ufficiali. La Siria è un Paese fantasma. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è ora intenzionato a intervenire, dopo la marcia indietro dell’agosto 2013 quando voleva attaccare il regime di Damasco accusato di aver usato armi chimiche contro i ribelli. Washington, comunque, ha detto di voler attaccare lo Stato islamico, senza favorire Bashar Assad.

Ma qual è la situazione in Siria.

Il quadro non è molto semplice da spiegare in un territorio martoriato dalla guerra civile: le città passano di mano da una milizia all’altra. La mappa fotografa il controllo delle aree nel febbraio 2014, ma nel frattempo c’è stata un’evoluzione del conflitto. Le fazioni in campo sono almeno cinque: il regime di Damasco, l’Esercito libero siriano i, l’Isis, Jabhat al Nusra e le milizie curde.

Il regime di Assad governa ancora ampie zone del Paese e cerca di rafforzare la posizione, grazie alle divisioni del fronte nemico. L’obiettivo sarebbe quello di riprendere pieno possesso della Siria.

L’Esercito libero siriano (Els) è la principale forza di opposizione democratica e conta tra le sua fila i comandanti e i militari che hanno disertato l’esercito regolare del dittatore di Damasco. Tuttavia esistono  divisioni anche all’interno dell’Els che di sicuro non favoriscono la vittoria. Inizialmente i ribelli “laici” hanno anche combattuto al fianco dei jihadisti dell’Isis e del Jabhat al Nusra, braccio di al Qaeda in Siria, per sconfiggere il governo. Poi le fazioni hanno iniziato gli scontri tra di loro.

Un’annotazione fondamentale riguarda i rapporti tra le due fazioni islamiste: l’Isis e Jabhat al Nusra hanno ideologie simili ma non sono alleati (qui l’articolo che spiega le differenza tra Isis e al Qaeda).

Infine ci sono le milizie curde che vorrebbero ottenere l’indipendenza dalla Siria, magari sfruttando quanto sta avvenendo in Iraq con i peshmerga che sono i principali avversari dei soldati guidati dal Califfo Ibrahim

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