Dossiertibet - Sab, 25/10/2014 - Le autorità cinesi hanno ordinato ai tibetani di richiamare a casa uno qualsiasi dei loro familiari che sono monaci e monache buddisti iscritti ai centri dei monasteri, come parte di un tentativo di rafforzare i controlli sulla communità monastica. Coloro che non riusciranno a riportarli a casa, sono stati minacciati con punizioni, da parte delle autorità della contea di Jomda nella prefettura di Chamdo, fino al ritiro di tutte le forme di aiuti governativi. Il richiamo, emesso in una riunione a livello di contea che si è tenuta all'inizio di questo mese, fa eco sforzi simili nela contea di Driru per controllare più strettamente i movimenti di monaci e monache e le dimensioni dei monasteri nelle aree, visti da Pechino come centri di resistenza alla dominazione cinese.

I luoghi da cui vengono richiamati i monaci e le monache sono i grandi centri di studi buddisti a Larung Gar nella contea di Serthar e Yachen Gar nella contea di Palyul. I monaci e le monache che non riescono a tornare avranno i loro nomi rimossi dalla registrazione delle famiglia nelle liste della contea. Le loro carte d'identità saranno invalidate, e tutta l'assistenza del governo, di qualsiasi tipo o quantità, nonché alle loro famiglie verrà ritirata. I funzionari devono verificare che le ID di monaci e monache, per garantire che i monasteri siano in linea con il mantenimento del numero massimo ufficiale, di monaci e monache che hanno il permesso di essere iscritti. Essi devono anche fare in modo che a nessuno di età inferiore ai 18 anni, sia consentito di essere monaco o monaca.

top