Dossiertibet - 19/08/2014 - Altri tre tibetani sono morti di ferite da arma da fuoco non curate, dopo che le autorità cinesi hanno sparato su manifestanti pacifici e si sono rifiutate di curare le decine che sono stati feriti, arrestati e detenuti. I corpi dei tre, identificati come Tsewang Gonpo, 60; Yeshe, 42; e Jinpa Tharchin, 18, tutti membri della stessa famiglia, sono stati restituiti alle loro famiglie Lunedi, dopo che hanno ceduto alle loro ferite nel centro di detenzione della borgata di Loshu nella Prefettura autonoma di Kardze. I tre morti, erano stati torturati dalle autorità cinesi, insieme alle decine di arrestati dopo che la polizia cinese ha sparato su centinaia di tibetani che protestavano nel villaggio di Shukpa, contea di Sershul il 12 agosto. Molti dei detenuti che avevano ferite da arma da fuoco sono stati lasciati non curati per una settimana con i proiettili ancora dentro i loro corpi.

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Lun, 18/08/2014

Un tibetano si è ucciso in segno di protesta contro la tortura, un altro detenuto è morto per le ferite

Sei giorni dopo che, quasi una dozzina di pacifici manifestanti tibetani sono stati uccisi e arrestati dalla polizia cinese, alcuni di loro hanno ancora i proiettili nei loro corpi, perché gli sono state negate le cure mediche, mentre in erano in custodia. La situazione è diventata così grave che, Domenica, uno dei feriti, Lo Palsang, si è suicidato in segno di protesta contro le torture commesse dalle autorità cinesi, mentre, lo stesso giorno un altro detenuto, un uomo di 22 anni, è morto per le ferite riportate e non curate nel centro dove era detenuto, nella cittadina di Loshu. Il 12 agosto, la polizia cinese ha aperto il fuoco su decine di detenuti tibetani che hanno inscenato una protesta di massa contro l'arresto di un loro leader molto rispettato nel villaggio di Shopa nel Kardze. Il leader del villaggio, Dema Wangdak, è stato arrestato dopo aver denunciato alle autorità la molestia delle donne tibetane da parte di alti funzionari cinesi ad uno spettacolo culturale durante la loro visita nella contea.


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Gio, 14/08/2014

La polizia cinese ha aperto il fuoco durante una protesta di tibetani, ferendone una dozzina

La polizia cinese ha aperto il fuoco per disperdere centinaia di tibetani che protestavano per l’arresto di un capo villaggio molto rispettato, ferendo gravemente quasi una dozzina di persone. Molti tibetani sono stati arrestati e picchiati durante la violenta repressione nella contea Sershul Martedì, il giorno dopo a mezzanotte la polizia portava via dalla sua casa il capo del villaggio, Dema Wangdak. Wangdak, 45 anni, è stato arrestato dopo aver denunciato alle autorità di molestie delle donne tibetane da parte di alti funzionari cinesi ad uno spettacolo culturale della comunità locale, costretta a ospitarli durante la loro visita alla contea. Centinaia si sono riuniti per chiedere il rilascio di Wangdak ma le autorità cinesi hanno inviato le forze di sicurezza per reprimere i manifestanti. Hanno usato gas lacrimogeni e sparato munizioni vere indiscriminatamente per disperdere la folla durante la protesta nella borgata di Loshu.

Tra i feriti c’erano figlio e fratello di Wangdak, che hanno subito due colpi di pistola ciascuno. Martedì in tarda serata, dopo aver disperso i manifestanti le autorità hanno chiamato rinforzi per intensificare la sicurezza, mentre molti tibetani venivano arrestati e le linee di comunicazione interrotte.

Il paese è ora interamente circondato dalle forze di sicurezza e molti degli adulti del villaggio sono andati verso le colline a nascondersi. Quelli che sono rimasti, sono i più giovani e le donne, che sono stati interrogati e torturati dalle forze di sicurezza cinesi.


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Lun, 18/08/2014

Tibetan killed himself in protest against torture, another detainee died from injuries

Six days after nearly a dozen Tibetan peaceful protesters were shot and detained by Chinese police , some of them have bullets still embedded in their bodies as they are denied medical care while in custody.The situation has become so acute that one of the wounded committed suicide Sunday in protest against the torture committed by Chinese authorities while another died of untreated wounds at the detention center in Loshu township.On Aug. 12, Chinese police opened fire and detained scores of Tibetans as they broke up a mass protest against the arrest a day earlier of a respected leader in Kardze's Shopa village.Village leader Dema Wangdak was held after he complained to the authorities over the harassment of Tibetan women by senior Chinese officials at a cultural performance during their visit to the county.

On Sunday, one of the detainees, Lo Palsang killed himself in detention in protest against the torture by the Chinese authorities.On the same day, another detainee, a 22-year-old man, died from injuries.


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Gio, 14/08/2014

Chinese police open fire at Tibetan protest, a dozen wounded

Chinese police opened fire to disperse hundreds of Tibetans protesting the detention of a respected village leader , seriously wounding nearly a dozen people.Many Tibetans were also detained and beaten in the violent crackdown in Sershul county on Tuesday, a day after police whisked away village leader Dema Wangdak from his home at midnight.Wangdak, 45, was detained after he complained to the authorities over the harassment of Tibetan women by senior Chinese officials at a cultural performance the local community was forced to host during their visit to the county.
Hundreds gathered to call for Wangdak’s release but the Chinese authorities sent in security forces to crack down on the protesters.The security forces used tear gas and fired live ammunition indiscriminately to disperse the crowd during the protest in Loshu township.

Among the injured were Wangdak’s son and brother, both of whom suffered two gunshot wounds each.
After dispersing the protesters the authorities sought reinforcements and stepped up security late Tuesday, when many Tibetans were detained and communication lines were cut off.

The village is now entirely surrounded by security forces and many of the adults in the village have gone to the hills to hide.Those who remained were the younger Tibetans and women, who have been interrogated and tortured by the Chinese security forces.

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