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18/11/2015

 

E loro chi li piange? 32 morti e 80 feriti nell'esplosione di una bomba in Nigeria

 

A migliaia stanno morendo a causa dei fanatici che terrorizzano la Nigeria, ma l’Occidente non è così preoccupato. Perché?

 

"In Nigeria, fanatici spietati stanno sferzando, amputando, e lapidando in nome di una distorta visione dell’Islam. Una volta guerriglieri terroristi, stanno ora tenendo la presa sul territorio e proclamando un “califfato” africano. Tre milioni sono fuggiti dalle loro case. La gente sta cercando rifugio in cima alle montagne. Le truppe governative si stanno ritirando, dicendo che non riescono a competere con la potenza di fuoco degli insorti. Un pilota dell’aviazione nigeriana è stato appena decapitato e l’esecuzione è stata filmata in un video. I parallelismi con l’Iraq sono inspiegabili.

 

Ma qui non ci sono attacchi aerei americani come in Iraq o in Siria. 

 

Perché no? Perché, come nel caso dell’Ebola, le morti degli africani non hanno un significato strategico o neanche simbolico nella nostra realpolitik globale. Questo non è soltanto profondamente ingiusto. E’ un atteggiamento miope dal punto di vista politico ed epidemiologico", scriveva lo scorso anno Paul Vallely sull'Independent.   

 

E oggi l'ennesimo orrore.

Da MISNA

 

Sarebbero un trentina, 32 secondo il quotidiano nigeriano The Citizen, e 80 feriti, le vittime di un attentato messo a segno in un affollato mercato della città di Yola, nello stato settentrionale di Adamawa, uno dei più colpiti dalle violenze del gruppo estremista Boko Haram.

 

Secondo la Croce rossa locale, obiettivo degli attentatori era uno spiazzo che funge da parcheggio dei camion e in cui si svolge ogni giorno un mercato di bestiame. L’area ospita anche un ristorante all’aperto e una moschea.

 

È la seconda volta, nel corso dell’anno, che la città diventa teatro di un attacco perpetrato di danni dei civili con ordigni esplosivi. In particolare, l’attentato di oggi giunge a distanza di 24 ore da una visita in città del presidente Mohammadu Buhari, durante la quale il capo di Stato aveva dichiarato che Boko Haram “è a un passo dall’essere sconfitto”.

 

Nel corso della sua visita Buhari ha visitato un campo di sfollati causati dalle violenze del gruppo integralista che, in sei anni, hanno causato secondo stime aggiornate circa 170.000 morti. Buhari ha chiesto ai vertici militari di accrescere il loro impegno sul campo per contrastare il gruppo i cui attacchi hanno oltrepassato le frontiere con i vicini Ciad, Niger e Camerun. 

 

 

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