http://www.nigrizia.it/

Lunedì 08 giugno 2015

 

La carta dei popoli

 

Sovranità alimentare e agroecologia sono i cardini della ricetta di Expo dei Popoli per curare i sistemi alimentari malati. Ma ci vorrà un bel fiato per spingere a compimento i dieci punti del manifesto programmatico.

 

Non c’è pericolo che si confonda con la Carta di Milano, il documento ufficiale di Expo 2015, l’esposizione universale sul cibo che da maggio ad ottobre si svolge nel capoluogo lombardo.

Il manifesto programmatico dell’Expo dei popoli delinea 10 punti strategici e dice che per promuovere un sistema alimentare giusto e sostenibile va superato l’attuale modello agro-alimentare industriale e va fermata la speculazione finanziaria sui prodotti agricoli. E si ripromette di incalzare politicamente governi e istituzioni internazionali che invece vanno a braccetto con questo modello fallimentare.

Il documento è stato elaborato nel corso di un forum internazionale (3-5 giugno) dell’Expo dei popoli che si è tenuto alla Fabbrica del Vapore (Milano) e che ha visto una bella partecipazione: 50 organizzazioni non governative e associazioni della società civile italiana (tra gli altri Lega Ambiente, Mani tese, Iscos, Pax Christi, Slow Food, Terre di Mezzo, Wwf, Acli) e oltre 180 rappresentanti di 14 reti e movimenti contadini provenienti da oltre 50 paesi del mondo (tra cui Rete delle comunità del cibo di Terra Madre, Global Call to Action Against Poverty, La Via Campesina, Ipc, Nyeleni Europe, World Fair Trade Organization, Urgenci, Ripess, Climate Action Network, La Red Vida).

«Il Forum ha voluto colmare i vuoti dell’Expo ufficiale, invitando a partecipare i grandi esclusi dall’esposizione universale: coltivatori, pescatori e allevatori di piccola scala, che producono il 70% degli alimenti consumati a livello globale, sono i principali investitori in agricoltura ma subiscono, al contempo, il maggior numero di vessazioni da parte del cosiddetto libero mercato». Così Giosuè De Salvo, portavoce dell’Expo dei Popoli, che aggiunge «pur enunciando principi condivisibili, La Carta di Milano non chiarisce le responsabilità di ciascun attore coinvolto nella sfida “Nutrire il Pianeta”. Una corretta assunzione di responsabilità dovrebbe vedere da un lato la società civile denunciare la violazione dei diritti e dall'altra le istituzioni rispondere in modo adeguato offrendo politiche e strumenti legislativi utili a combattere le disuguaglianze e a difendere l’ambiente».

Il manifesto dell’Expo dei popoli fornisce piste di lavoro, già praticate dalle ong e dai movimenti contadini, che coniugano il diritto al cibo con la sostenibilità ambientale e il rispetto dei diritti umani e della biodiversità. Soprattutto chiedono la partecipazione-condivisione dei cittadini.

Tra i temi salienti, «la denuncia dell’accaparramento della terra e dell’acqua, fenomeno che ad oggi vede oltre 40 milioni di ettari di terreno fertile (pari alla superficie di Italia, Svizzera e Austria messe insieme) espropriati da multinazionali e fondi di investimento, con conseguenti sgomberi forzati e oppressione dei popoli; la richiesta di vietare gli incentivi pubblici ai biocarburanti derivanti da colture alimentari; la sospensione dei trattati commerciali dannosi per la sicurezza alimentare e la cessazione dei fenomeni di speculazione finanziarie sui prodotti agricoli».

Il variegato mondo che ha saputo far risuonare una nota diversa da quelle, mielose, si è soliti sentire nell’Expo ufficiale ora è chiamato a dar prova di continuità-resistenza e di unità d’intenti. Il tema della sovranità alimentare chiede di essere continuamente e lucidamente rilanciato: avranno le associazioni e le ong la forza e la volontà di investire, anche quando saranno spente le luci della ribalta alimentare?

A questi temi Nigrizia ha dedicato un dossier nel numero di novembre 2014 dal titolo "Sovrani - Expo 2015, contadini africani e agricoltura sostenibile".

top