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4 Dicembre 2015

 

Summit sul clima: è possibile adattarsi alla catastrofe?

di Paolo Ermani

 

L'ennesimo, costosissimo summit sul clima destinato al fallimento annunciato: ma perchè stiamo a perdere tempo? Davvero c'è ancora qualcuno che crede nelle buone intenzioni di chi non adotta alcuna decisione per frenare la catastrofe? I cittadini rischiano l'assuefazione agli allarmi e invece questo è il momento in cui bisogna agire in prima persona.

 

Immaginate di essere su di un aereo che precipita e il comandante vi dice di non preoccuparvi e di adattarvi alla catastrofe imminente, di mitigare le conseguenze che ne deriveranno. Il mondo del profitto a qualsiasi   costo inventa le giustificazioni più assurde per dimostrare l’indimostrabile. Con i cambiamenti climatici i potenti non sanno più cosa inventarsi pur di giustificare il fatto che si rimanda continuamente il momento per affrontare radicalmente la situazione come si dovrebbe. Tentano di avere capra e cavoli insieme ma non si può continuare a produrre emissioni inquinanti e allo stesso tempo sperare che la situazione non degeneri o chiedere a tutti di accettare le conseguenze che ne deriveranno, di abituarsi, di mitigare. Ma mitigare cosa? La catastrofe?

 

I responsabili di questa situazione sono chiari da tempo: gli industriali privi di scrupoli, le multinazionali, i mostri dell’energia fossile e i loro tanti servitori politici, tutti che seguono sostanzialmente il modello della impossibile e devastante crescita infinita in un mondo finito. E poi gli altri grandi responsabili della situazione attuale sono i cosiddetti consumatori che danno quotidianamente a questi soggetti un potere immenso. Come ha ben ricordato su questo giornale Antonio Lumicisi, uno dei massimi esperti a livello internazionale sui cambiamenti climatici e il loro impatto sull’ambiente, si potrebbero benissimo evitare le mega conferenze sul clima usando i moderni mezzi tecnologici a disposizione per scambiarsi le informazioni. Nella ovviamente fallimentare conferenza di Copenaghen del 2009 si è calcolato che le emissioni di CO2 prodotte furono pari a quelle di un paese come il Marocco per un anno intero.

 

Queste conferenze non possono arrivare ad alcun risultato tangibile e risolutivo perché fino a quando i paesi, non importa quali, anteporranno la crescita alla riduzione delle emissioni, quindi praticamente tutti, si parlerà solo di aria fritta o meglio di aria inquinata. Basta prendersi e prenderci in giro; queste conferenze hanno come risultato una enorme produzione di CO2, un colossale spreco di soldi pubblici (e poi si ha pure il coraggio di piangere miseria), apparati di sicurezza pazzeschi, migliaia di viaggi in aereo, valanghe di carta e di parole vuote. Il tutto come al solito per non decidere alcun intervento efficace e in ogni caso anche se fosse proposto qualche intervento, sarebbe ampiamente disatteso e insufficiente a raddrizzare la situazione. Si farà finta di prendere decisioni, gli organi di stampa uniti nel coro dei prezzolati pagati da sponsor petroliferi, diranno che si sono fatti passi avanti e tutto ritornerà “business as usual” e buonanotte alla terra e i suoi abitanti. Già si calcola che ai famosi due gradi centigradi in più di aumento della temperatura terrestre, per i quali si avranno effetti pesantissimi ed imprevedibili, ci si arriverà comunque a breve anche se tutti i paesi facessero quel minimo che forse nemmeno faranno e allora perché prendersi ancora per i fondelli? Siamo preoccupati delle migliaia di migranti che arrivano adesso? Cosa faremo quando milioni di rifugiati ambientali busseranno alle nostre porte nel migliore dei casi, nel peggiore le butteranno giù in un attimo? Bisogna ignorare i dinosauri riuniti a Parigi e il loro teatrino e invece concentrarsi sulla costruzione di un mondo nuovo dalle fondamenta. Cosa bisogna ancora valutare, capire, riflettere? Tutto è chiaro, la situazione è lampante, bisogna solo agire. Senza aspettare niente e nessuno bisogna usare energie, capacità, soldi e tempo per creare localmente e capillarmente ovunque delle progettualità concrete che riducano veramente da subito e drasticamente le emissioni di CO2. Iniziative del genere tolgono la terra e il potere da sotto i piedi di chi vuole portare il mondo alla catastrofe per il profitto.  Aspettare che si muovano efficacemente politici, esperti, industriali, istituzioni, è pura illusione, nessuna di queste persone, oltre i buoni propositi e spesso senza nemmeno quelli, farà niente di veramente risolutivo in questo senso perché sarebbe per loro controproducente. Controproducente per il profitto immediato che perdono, controproducente per la rielezione alle prossime elezioni, controproducente per la gestione del potere.  Inutile illudersi, inutile riporre vane speranze, soggetti del genere si muoveranno solo ed unicamente quando ci sarà una fortissima spinta dal basso, altrimenti la cosiddetta sesta estinzione di massa, in cui tutti noi siamo dentro a cui ci stiamo avviando senza tentennamenti, è praticamente sicura. Il terrorismo planetario più pericoloso, con conseguenze inimmaginabili, è la nostra quotidiana aggressione alla natura e quindi a noi stessi e a tutti gli abitanti del pianeta. La scelta del cambiamento sta a noi e a nessun altro.  Dire che qualcun altro ci dovrebbe pensare, ben sapendo che non ci penserà per niente, è la peggiore codardia e avrà tragiche conseguenze che con estrema difficoltà riusciremmo a spiegare ai nostri figli. Ognuno può e deve fare la differenza, dipende solo da lui o da lei, il resto sono solo banali scuse e menefreghismo. Il tempo stringe, basta frottole, basta inutili e costose conferenze sul clima.

 

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