Tratto da Telesur

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16/03/2015

 

L’Ucraina: la peggiore catastrofe geopolitica provocata da Obama

di Alfredo Jalife

Traduzione di Luciano Lago

 

L’anno del referendum in Crimea che ha segnato la sua annessione alla Russia, la scalata dei super falchi ai due lati del Nord Atlantico, è  anche l’anno in cui si acuisce l’opera di destabilizzazione della Russia- dallo strano assassinio dell’oppositore russo-israeliano Boris Nemtsov (da cui è uscita illesa la sua accompagnatrice, la fidanzata ucraina di 23 anni) fino all’obiettivo di balcanizzare in vari frammenti- cosa che viene alimentata con la campagna sediziosa nelle reti sociali di Mosca sulla morte inventata dello zar Vlkadimir Putin- che ha subito vari tentativi di attentato dall’Ucraina fino all’Australia,- e di quello che si alimentano in forma puerile i propagandisti multimedia israeliani-anglosassoni.

 

Questi multi media potranno mascherare fino all’esaurimento mentale il fatto che i Brics non esistono, cosa che non ha ostacolato  l’Amministrazione Obama nell’ accusare la “perfida Albione” (Gran Bretagna) del suo costante accomodamento come socio fondatore della Banca degli Investimenti di Infrastrutture dell’Asia, diretto dalla Cina, che farà eclissare l’agonica Banca Mondiale sotto la sferza degli Stati Uniti.

Cosa saprà realmente  la GB sulle finanze reali del suo “alleato speciale”, da cui inizia ad distanziarsi senza scrupoli?

L’equilibrio del pianeta si frattura in forma accelerata nel mezzo di un caos globale. Se nella geofinanza, la Gran Bretagna si accomoda nel nuovo ordine multipolare, dove il BRICS gioca un ruolo rilevante, nella geopolitica intraeuropea, la Germania e la Francia  hanno sottolineato i loro limiti all’intervenzionismo bellico dei super falchi  USA che potrebbe trascinare l’Unione Europea ad una involontaria guerra nucleare che la sfumerebbe dalla carta geografica.

Gli Stati Uniti hanno commesso i peggiori errori geostrategici che si sono sintetizzati in Ucraina nell’aver accelerato l’avvicinamento  della Russia alla Cina.

Ai suoi 86 anni, l’irlandese -statunitense William Pfaff- uno dei fondatori del Think tank conservatore Hudson Institute e collaboratore del IHT da Parigi- non perde la sua leggendaria lucidità ne’  la sua solida critica sui disastri della politica estera degli USA dai suoi eccelsi contributi al New York Review of Books e nel The New Yorker fino ai suoi più recenti libri “La ironia del destino manifesto: la tragedia della politica estera degli USA”.

Adesso William Pfaff si domanda quale sarà il giudizio della Storia su Obama, che  riprende in forma sorprendente “The Japan Times”  con una caustica caricatura ed un titolo irriverente: “l’Ucraina è il peggiore dei vari disastri politici esteri causati da Obama”.

Che il The Japan Times lo diffonda senza sotterfugi riflette l’inquietudine geopolitica degli alleati degli USA nel seno del G-7, nell’era della “post-Crimea”.

Pfaff giudica che il massimo errore di Obama è stato di aver lasciato il Dipartimento di Stato ed il Pentagono agli “ideologi della guerra”, sommati all’ “ignoranza” ed alla “vendetta” del Congresso in mano al Partito Repubblicano.

Per gli “ideologi della guerra” si riferisce alla fauna dei neocons straussiani oggi rappresentati dall’amazzone israel-lituana-statunitense Vicky Nuland, assistente del Dipartimento di Stato per l’Eurasia, il suo marito, Robert Kagan, i quali già avevano fallito in modo doloroso in Afghanistan ed in Iraq.

E’ necessario collegare la sua giudiziosa critica ai suoi precedenti articoli relativi a questo argomento.

In uno di questi articoli commenta che l’obiettivo del “golpe di Maidan” era  stato di  creare l’effetto per provocare un contagio “democratico” a Mosca, per deporre Putin in cambio dell’assassinio odierno di Boris Nemtsov.

Più in là della delirante esumazione medievale dell'”impero lituano -polacco” dal mar Baltico fino al mar -Nero- che include l’Ucraina e la Bielorussia- promossa dall’israeliano -ungherese-statunitense George Friedman, direttore del polemico portale texano-israeliano  Stratfor, che preconizza la balcanizzazione della Russia.

Pfaff non vede indizi di alcun guadagno, tale che la Russia voglia  acquisire i paesi baltici-dove abbondano i cittadini di etnia russa, soprattutto in Lettonia ed Estonia,- salvo nel mettere alla prova l’articolo 5 della Carta dell’ONU che si dilunga di più sullo spiegamento delle armi convenzionali che non sulle impegnative armi atomiche- che soltanto gli USA procurerebbero.- motivo per cui  suggerisce di togliere le sanzioni alla Russia, allentare la promessa di ingresso dell’Ucraina tanto nella UE, come nell’Unione Euroasiatica (patrocinata da Putin), e dimenticare l’ingresso di Kiev nella NATO.

In un altro precedente articolo Pfaff arguisce che gli USA stanno conducendo un gioco a somma zero, quando molti a Washington vorrebbero vedere il rovesciamento di Putin e del suo governo, convinti che l’americanizzazione del mondo sarebbe il prossimo passo del destino del loro paese.

La cosa grave è che, per la prima volta dal 1990, gli USA e la Russia considerano la guerra nucleare come una possibilità, motivo per cui la “UE ed i suoi alleati europei”, che sarebbero stati gli aggressori (super sic!) in questo confronto non necessario, dovranno ritrarsi quando, come ai vecchi tempi della guerra fredda, sono ritornati ai calcoli del vantaggio del primo colpo nucleare e della dissuasione (nota: dissuasione nel terrore) del quale “i tedeschi e gli alleati europei sono coscienti”.

In sintesi: Obama ha perso la sua guerra convenzionale a Debaltsevo e neppure può guadagnare la sua guerra nucleare contro la Russia nella “distruzione mutua assicurata (MAD)”.

Pfaff giudica come errore notevole di Obama aver lasciato “le sue  trattative con l’Europa e con il presidente Vladimir Putin della Russia, il più importante e pericoloso interlocutore degli USA, sotto il controllo influente della cupola neocon del Dipartimento di Stato, compromessa con le implacabili politiche degli USA e della NATO nel nord dell’Europa”.

Il terrore di Obama costituisce nell’ultima istanza l’opinione popolare che pullula negli USA: dall’irascibile Congresso passando per gli opinionisti nei principali multimedia fino alla sua elite intellettuale abboccata alla politica estera che aveva diagnosticato Gustave Le Bon nel secolo XIX: prima dell’era orwelliama che oggi impera ai due lati dell’Atlantico del Nord.

Pfaff espne il profondo malessere della Germania di fronte alla bellicosità infiammatoria della NATO e, sopratutto del suo comandante statunitense, generale Philp Breedlove, quello che affossa gli sforzi franco germanici di mediazione con la sua “pericolosa propaganda”.

Pfaff sostiene che il “giudizio futuro della storia dipenderà dal risultato del colpo di Stato appoggiato dagli USA a Kiev in Febbraio del 2014 che aveva l’intenzione di incorporare all’Ucraina nella UE e nella NATO(nonostante la previa garanzia del contrario dagli USA)”.

Senza contare la doppia frattura globale intraeuropea, se uno dei risultati è le negazione dell’ingresso provocatore di Kiev nella NATO, “a fortiori”, il giudizio della Storia sarà demolitore: gli USA hanno commesso il loro peggior errore geopolitico in Ucraina nell’aver risuscitato la Russia ed averla avvicinata di più alla Cina. Imperdonabile.