Fonte: El Espia Digital

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2 marzo 2015

 

Quando gli ucraini rifiutano di andare a morire in guerra (per gli interessi di altri )

di Dmitry Kolesnik

Traduzione di Luciano Lago

 

“Immagina che tutto il mondo viva in pace”. Forse la famosa canzone di John Lennon potrebbe essere ingenua ma era una visione di speranza. Le proteste contro la guerra, le diserzioni in massa dei sodati, il rifiuto di servire e combattere sfidando gli ordini del governo e la repressione, hanno bloccato molte guerre una volta che la gente ha deciso che non c’è niente di giusto nell’uccidere altri esseri umani.

La attuale situazione dell’Ucraina orientale e la decisione del governo di Kiev di iniziare una nuova, la quarta, campagna di coscrizione e mobilitazione, ha avuto l’effetto di scatenare una una tempesta nel paese con opposizione di massa della popolazione e rifiuto di combattere di una buon parte dei coscritti. Le proteste si stanno estendendo per tutto il paese. Sembra chiaro che ci sono ancora nazionalisti, fanatici e militaristi dell’ultra destra che esercitano violenza ed intimidazione contro coloro che protestano contro la guerra, tuttavia la loro capacità di soffocare le proteste è sempre più in diminuzione.

 

L’ Ucraina storicamente è sempre stata una nazione pacifica. Nel corso di alcuni periodi ha evitato i conflitti simili a quelli sviluppatisi nell’Europa orientale, in Jugoslavia, in Georgia, ecc. Questo ha avuto fine l’anno scorso quando Kiev ha lanciato la sua “Operazione antiterrorista” contro la popolazione dell’est del paese.

Tuttavia dall’inizio del conflitto in Ucraina si è visto il rifiuto di molti soldati di sparare contro il proprio popolo, diserzioni dall’Esercito e rifiuto di accettare la chiamata alle armi. Le donne-madri-spose, sorelle e figlie- dei militari chiamati ad arruolarsi, hanno protestato e provocato incidenti contro la guerra o contro il serivizio militare forzato.

Le proteste si sono prodotte, in primo luogo perchè molti ucraini non accettano l’interpretazione della guerra che offre il loro governo. Non vedono necessariamente una aggressione straniera (russa). Vedono soltanto che quando un soldato ucraino punta il suo fucile o il suo cannone, è un compatriota, un ucraino, quello che si trova come obiettivo nel mirino.

In secondo luogo molta gente non vuole morire per questo governo che vedono composto da nazionalisti, estremisti e neo liberisti. Gli ucraini non vogliono essere carne da cannone che muore per gli interessi degli oligarchi ucraini il cui interesse è quello di creare una guerra civile, ottenere gli aiuti finanziari occidentali e sopprimere ad un loro ordine l’opposizione. Una giovane ha espresso di recente questo sentimento in una manifestazione pubblica in un paese dell’Ucraina centrale.  Vedi: Youtube.com/watch

Alla fine molti lavoratori e allevatori (al contrario della classe media urbana), mantengono forti identità regionali. Essi considerano come la loro terra la regione del Donbass, la Bukovyna, la Transcarpatia o la Volynia, tanto o di più di quell’entità chiamata Ucraina. Risulta difficile vendere a questa gente il messaggio di una guerra patriottica pro-Ucraina ed anti Russia.

Il fatto sorprendente è che nessuno arriva volontariamente al reclutamento militare in questa quarta coscrizione che sta causando il panico nel governo e nella direzione dell’Esercito in Ucraina. Si richiamano come sempre i sentimenti nazionalisti ma questa chiamata cade in orecchie sorde.

Gli uomini in età militare stanno fuggendo in massa, attraversando le frontiere ucraiane in tutte le direzioni, o nascondendosi nell’interno per sfuggire al reclutamento militare. Il presidente Poroshenko si è visto obbligato a ordinare che l’autorizzazione all’espatrio sia concessa soltanto agli uomini in età di leva che abbiano i documenti in regola del loro status militare .

Ogni giorno si trasmettono informazioni circa questa fuga in massa, ne informa il giornale ucraino Korrespondet che scrive: “nella prima coscrizione del 2014, il 20% dei richiamati è arrivato volontariamente. Nella seconda soltanto il 10%. Quest’anno soltanto il 6% dei richiamati ha risposto volontariamente alla chiamata alle armi.

Nella regione della Transcarpatia, nell’Ucraina occidentale, paesi interi hanno attraversato le frontiere per fuggire. Il sindaco del distretto di Kosyv, Ivano Frankovsk ha informato che tutta la popolazione dell’abitato ha affittato autobus e sono fuggiti in Russia per evitare di essere arruolati in guerra. (………………………….)

Molta gente sceglie i paesi dell’Europa orientale come rifugio temporale e, dai dati pubblicati, risulta che il 17% del totale dei riservisti della regione di Chernivtsy (Ucraina Occidentale) ha attraversato la frontiera, diretta verso altri paesi. Situazione simile anche nella zona di frontiera con la Romania dove gli Hotel ed i Motel della zona di frontiera in Romania sono pieni di uomini ucraini che sono fuggiti al reclutamento.

In altre zone del paese ci sono stati disordini e sono stati aggrediti gli ufficiali reclutatori che si recavano a notificare la chiamata alle armi. Si segnalano episodi accaduti nella zona della Volyinia, in cui la folla si è riunita minacciosa ha circondato i reclutatori obbligandoli a ritirarsi ed in atri casi sono state bruciate le cartoline di precetto sulla pubblica piazza davanti agli ufficiali. Questo ha indotto le autorità ad aprire molti procedimenti penali per rifiuto della coscrizione obbligatoria.

In altri casi sono state proprio le autorità locali ad avvisare per tempo la popolazione dell’arrivo degli ufficiali reclutatori per consentire alle persone di fuggire.

L’agenzia di informazione russa Itar Tass ha comunicato che dal 27 Gennaio, la popolazione maschile dell’Ucraina ha iniziato a fuggire in massa verso l’estero per lavorare ed evitare l’attuale campagna di reclutamento. Paesi interi stanno procedendo ad affittare autobus per inviare i loro uomini il più lontano possibile. I comitati militari stanno inviando la lista dei fuggitivi agli agenti giudiziari per provare a restringere i movimenti degli uomini soggetti a coscrizione fuori dai loro distretti di residenza, afferma la Tass.

L’Agenzia ucraina Vesti, informava che Natalia di Zaporozhia (sud-est dell’Ucraina) aveva inviato il figlio in Russia da alcuni mesi. La donna ha riferito alla Vesti, sotto anonimato, che aveva inviato anche il marito (sempre in Russia) una settimana prima. Gli uomini delle regioni occidentali stanno fuggendo verso la Polonia e l’Ungheria. Anche il comitato militare della città di Kiev si è lamentato delle diserzioni.

Le proteste contro la guerra continuano nelle zone della regine del Donbass controllate dalle truppe ucraine. Nella città di Kramaorsk, regione di Donetsk, le donne hanno organizzato una manifestazione spontanea elevando cori contro la guerra. In un video di protesta si vede quali siano le tattiche delle autorità disperate per effettuare gli arruolamenti. Una donna domanda all’ufficiale militare, “perchè venite a bussare forte alle nostre porte di casa di notte e vi portate via i nostri uomini per arruolarli nel vostro esercito?

Nelle ultime settimane, la piccola città di Debaltsevo si è convertito nell’epicentro degli scontri tra le forze del Donbass e dell’Esercito ucraino e le milizie. Migliaia di soldati ucraini si sono trovati a rischio di essere circondati e catturati. La maggior parte degli abitanti della città sono fuggiti. Rimangono soltanto tra i 6 e 8 mila residenti che sono rimasti e non dispongono di elettricità, riscaldamento ed acqua calda. Devono cucinare sul fuoco con dei falò.

Il sito web ucraino Express ha informato che il sindaco di Debaltsevo è stato arrestato di recente dal servizio segreto ucraino sotto l’accusa di essere simpatizzante delle forze autonomiste del Donbass. La popolazione ha manifestato di recente richiedendo l’uscita delle truppe ucraine.

Di recente si è prodotta una protesta delle madri e delle spose dei coscritti nel paese di Belovodsk, nella zona controllata dal governo della regione di Lugansk. Le autorità sono arrivate protette da veicoli blindati per spiegare la politica di coscrizione. Gli abitanti hanno contestato che loro non avevano votato per Poroshenko e che non volevano sacrificarsi per gli interessi dell’oligarca Igor Kolomoisky (un conosciuto milionario ucraino e partigiano della guerra).

Le reti sociali stanno rispondendo alla mobilitazione creando titoli come “Battaglione Elusivo”. Il messaggio è che non si può credere che i figli degli ufficiali di alto rango, parlamentari, politici ed uomini d’affari svolgano anche loro il servizio militare. Nella rivista in internet Liva, il giornalista Roman Lyubar spiega: “Dovuto alla coscrizione, le autorità ucraine hanno ottenuto di unificare i cittadini del paese che da tutte le parti si mobilitano per boicottare il reclutamento ed incrementano le proteste contro questo. Tutto questo nonostante la persecuzione penale e la propaganda militarista. “Adesso gli ucraini vedono più chiaro come non mai che i cittadini poveri sono carne da cannone e muoiono nella guerra mentre invece gli alti funzionari del governo ed i capitalisti ricchi sfuggono a tale destino.

Yergeny Kopatko, un analista ucraino e fondatore di “Research and Branding Group”, ha riferito alla Tass, “Ogni volta si ascoltano nella società ucraina sempre più la disponibilità della gente a finire in carcere, invece di andare a combattere in una guerra non sentita. In questa situazione, la decisione di attuare un altro reclutamento militare è un altro test per le autorità ucraine.

Sergei Kirichuk, uno dei leader dell’organizzazione ucraina di sinistra Borotba, scrive in un commento del 29 Gennaio: “Incluso i politici e gli analisti pro governo dicono che l’attuale mobilitazione ha fallito. Alcune persone non rispondono alla chiamata ed altre disertano dopo essere stati richiamati. Questo aggiunge più combustibile allo scontento popolare”.

In tali circostanze, il governo di Kiev sta sviluppando una politica di terrore di massa (con l’aiuto di organizzazioni paramilitari di ultradestra), forzando la gente ad andare in guerra a punta di pistola ed assassinando gli attivisti antiguerra. Tuttavia , basandoci sull’esperienza delle rivolte e delle rivoluzioni dell’Europa del 1917-18, nel corso della prima guerra mondiale, sappiamo dove porta tale politica.

Quando la gente si trova armata ed è forzata a combattere contro la sua volontà, quando sono indignati, si affrontano difficili situazioni economiche e reclamano pace, la loro volontà viene ignorata, allora le prospettive per i governi e gli interessi dei capitalisti privati, responsabili del disastro non sono molto brillanti.

 

Dmitry Kolesnik è un giornalista ucraino, attivista di sinistra ed editore del giornale web Liva.com