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8 settembre 2015

 

Una lettera, a proposito dell’appello a manifestare con e per i migranti l’11 settembre.

di Daniele Barbieri

 

Care e cari di Comune-info, ho dato la mia adesione all’appello di «donne e uomini scalzi» per manifestare a Venezia l’11 settembre.

Potrò andare e andrò. (*)

Ma ho un serio problema: 8 lettere, comincia con la lettera C e finisce con la A. Oppure se preferite sono due parole, un nome e un cognome: 5 lettere (inizia per L e finisce per A) e 10 lettere (comincia per A con un’altra A in coda).

Se non vi piace l’enigmistica… lo dico subito. Il mio problema si chiama coerenza. Il nome e il cognome sono Lucia Annunziata.

Ovviamente quando si decide di firmare un appello o si manifesta non ha senso “ritirarsi” se c’è qualcuna/o che… sembra fuori posto. Però fare attenzione a chi c’è si può, si deve. Coerenza e corretta informazione mi sembrano due basi importanti per andare avanti. Così segnalo il mio disagio nel vedere che la prima firma dell’appello (colpa dell’alfabeto) è quella di Lucia Annunziata, giornalista in busta paga Eni, dunque “al soldo” dei responsabili di crimini ambientali dai quali uomini e donne scappano. Qui sotto una breve scheda per documentare la mia affermazione.

Coerenza vorrebbe – così la vedo io – che, avendo firmato questo appello, Lucia Annunziata annunziasse la sua futura non collaborazione con chi ha instaurato una feroce “dittatura del petrolierato” che crea danni irreversibili in molti Paesi, fra cui l’Italia. È un problema ovviamente che lei vedrà con la sua coscienza; mi pare che fra le altre persone “prime firmatarie” sia l’unica ad avere un così pesante “conflitto di interessi”. La mia coerenza sarà invece partecipare al corteo ma esprimendo pubblicamente questo mio disagio. Ho sempre molti dubbi su tutto ma una delle mie salde certezze è la necessità di verificare che parole e fatti non siano in contraddizione.

 

(*) Anche se l’11 settembre sarò lì per altri motivi, finché il sindaco di Venezia sarà Luigi Brugnaro io in quella città indosserò una t-shirt contro la censura.