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23 aprile 2015

 

 

Giovanni Lo Porto ucciso in un raid Usa. Rapito da Al Qaeda nel 2012, Obama: "Colpa nostra"

 

L'esperto di emergenze siciliano è morto a gennaio, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Lo rende noto la Casa Bianca. Renzi: "Abbiamo saputo ieri, e abbiamo preso tempo per informare la famiglia". Nell'operazione ha perso la vita anche un prigioniero Usa, Warren Weinstein e un leader del gruppo terroristico, Ahmed Farouq. Gli Usa risarciranno

 

Giovanni Lo Porto, l'italiano rapito da Al Qaeda nel gennaio 2012 in Pakistan, è stato ucciso durante un'operazione dell'antiterrorismo statunitense lo scorso gennaio al confine con l'Afghanistan. L'obiettivo del drone della Cia era un compound di Al Qaeda, dove Lo Porto si trovava insieme ad altri ostaggi americani. Con Lo Porto, è morto l'esperto di sviluppo Warren Weinstein, prigioniero dal 2011.

 

Nella stessa operazione è stato ucciso anche Ahmed Farouq, un cittadino statunitense leader di Al Qaeda. Adam Gadahn, altro americano divenuto un importante leader di Al Qaeda, è morto sempre a gennaio, in un altro raid.

 

"Non ci sono parole per esprimere in modo adeguato il nostro dolore per questa terribile tragedia" ha dichiarato Obama da Washington. "A nome degli Stati Uniti chiedo scusa a tutte le famiglie coinvolte. Come presidente e comandante in capo mi assumo la responsabilità di tutte le operazioni antiterrorismo, compresa questa", ha detto il presidente in conferenza stampa poco dopo la diffusione della notizia.

 

"Non sapevamo che all'interno del compound ci fossero anche i due ostaggi. Ho parlato con la moglie di Warren e con il premier Matteo Renzi. Come marito e padre posso solo immaginare l'angoscia e il dolore che le famiglie stanno vivendo oggi", ha aggiunto Obama. "Verificheremo e renderemo pubblici tutti i dettagli dell'operazione, perché i familiari devono conoscere la verità, anche se alcuni punti rimarranno segreti. Questa operazione è stata condotta seguendo le linee guida ed era indirizzata a colpire un compound di Al Qaeda per bloccare i terroristi".

 

Il presidente poi ha parlato di Lo Porto e Weinstein: "Il lavoro di Giovanni l'ha portato in tutto il mondo, ad Haiti e in Pakistan. Era pieno di passione. Il suo lavoro riflette l'impegno dell'Italia, che è un alleato molto importante. Siamo legati all'Italia dagli stessi valori", ha detto e concluso: "L'esempio di questi due uomini brillerà a lungo, sarà una luce per chi è rimasto".  Le autorità americane pagheranno un risarcimento a entrambe le famiglie dei due ostaggi, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, aggiungendo che Obama ha ordinato di rivedere i protocolli seguiti per le operazioni che prevedono bombardamenti con i droni, per valutare se si rendono necessari dei cambiamenti.

 

Erano tre anni che non si avevano più notizie di Lo Porto. Assieme a padre Paolo Dall'Oglio, era uno degli ultimi due italiani ancora prigionieri di bande di sequestratori. Oggi nella casa di Palermo di Lo Porto sono arrivati amici e parenti per stare accanto alla madre, Giusi Felice e ad alcuni dei fratelli di Giovanni. Nell'abitazione, al piano terra di via Pecori Giraldi, a Brancaccio, anche i carabinieri che hanno portato la notizia. La madre da quando il figlio è stato rapito, raccontano i vicini di casa, "è diventata un'altra persona: è cambiata anche fisicamente. Si è trasformata e la sua unica speranza è stata quella di riabbracciare Giovanni". Il fratello di Lo Porto ha spiegato di aver ricevuto la notizia in mattinata:  "Abbiamo saputo della morte di mio fratello questa mattina, ci ha telefonato la Farnesina, che ci è sempre stata molto vicina" ha detto, "non ho molto da aggiungere, Obama ha chiesto scusa? Grazie".

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