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28 gennaio 2015

Caso Nisman, un grottesco attacco alla Kirchner
di Mauro Indelicato

La farsa messa in atto sul presunto omicidio del Procuratore Nisman, svela un ennesimo grottesco tentativo di destabilizzare l'Argentina ed il suo governo guidato da Cristina Kirchner. La mano di tanti attori esterni dietro le novità degli ultimi giorni.

Di tante montature mediatiche messe in atto negli ultimi anni, quella che ha visto protagonista Cristina Kirchner ed il governo di Buenos Aires le batte davvero tutte. Una farsa tragicomica incredibile, degna di un romanzo pirandelliano che però dà la drammatica reale situazione di come alcuni potenti attori internazionali riescano ad agire tramite la manipolazione mediatica. Partendo con ordine nella narrazione della vicenda, tutto parte dalla morte del Procuratore Alberto Nisman; tirato per la giacchetta da due loschi individui che si spacciavano come agenti 007 argentini (e che poi è stato dimostrato che non lo erano affatto), Nisman ha avuto tra le mani un documento che testimonierebbe il coinvolgimento della famiglia Kirchner (marito, ex presidente, e moglie, attuale presidente) nell’insabbiamento di alcune prove di una strage avvenuta nel 1994 contro il centro ebraico di Buenos Aires, che causò più di 80 vittime. Roba che scotta, perché ad essere tirata in ballo non è stata soltanto la Kirchner, ma un’intera storia che vede protagonista i rapporti del governo argentino con l’Iran e da qui il collegamento con gli attuali braccio di ferro in corso in medioriente è presto fatto: a saltare, se questi documenti fossero stati veri, sarebbero stati i vertici argentini ed i rapporti tra Buenos Aires e Teheran e, in maniera ancora più ampia, in ballo vi era anche il rapporto di forza delle potenze in sud America: gli USA non avrebbero accettato un legittimo autonomo movimento verso l’Iran dell’Argentina e ben che meno poteva accettarlo Israele.

Infatti ci sarebbe lo zampino di Teheran negli attentati del 1994; questo zampino sarebbe stato oscurato per volontà della stessa Kirchner ed è proprio questo punto che Nisman voleva provare agli occhi del giudice di Buenos Aires ed ovviamente della stampa argentina e mondiale. Ma da subito, le stesse autorità giudiziarie argentine non hanno dato molto credito ai documenti portati dal Procuratore, considerandoli come vera e propria carta straccia, per di più perché forniti da fonti che, come detto prima, da subito sono state considerate poco attenibili in quanto falsamente spacciate per servizi segreti. Una vera figuraccia per Nisman, il quale doveva andare comunque a testimoniare ed a presentare questi falsi documenti; ma, come ben si sa, è subentrata la morte per il giovane Procuratore. Tutta questa operazione però, come è filtrata in occidente tramite i media? In gran parte dei telegiornali, si sono preparati servizi improntati su una sola versione: ucciso il Procuratore che doveva testimoniare contro la Kirchner. Il ché è vero, ma non si è detto tutto il resto della vicenda; dimostrazione pratica e lampante di come sia possibile rifilare bufale all’opinione pubblica stravolgendo quella che è la realtà dei fatti. E non è una realtà da poco: in Europa in molti adesso credono alla cospirazione della ‘presidentessa’ contro il giovane Procuratore ‘affamato’ di verità, non mancheranno a breve altre marce in molte capitali del vecchio continente a favore del nuovo ‘eroe’ prodigatosi per la libertà. Ma anche in Argentina, alcuni media ostili alla Kirchner e molto vicini agli ambienti vicini all’ex dittatura militare hanno gettato benzina sul fuoco, invocando proteste contro quello che veniva spacciato come omicidio di Stato. Una menzogna quindi, data in pasto all’opinione pubblica con un solo obiettivo: destabilizzare Buenos Aires.

Si sa come la Kirchner non vada certo a braccetto con gli USA; anzi, le politiche volte all’uscita dal sistema FMI dopo il pagamento di tutti i salatissimi debiti, la dichiarazione di default di Buenos Aires posta in essere nei mesi scorsi con sullo sfondo la vicenda della sentenza di un tribunale USA che obbliga il governo argentino a risarcire alcuni fondi speculativi e, in generale, una politica volta più verso l’autonomia e la sovranità del suo paese e del continente sudamericano, sono soltanto le ultime schermaglie tra Buenos Aires e Washington. Che poi l’Argentina vada a stringere accordi anche con l’Iran, viene considerato come ‘ultima goccia’ dagli USA ed in particolare da Israele, che alla Kirchner rimprovera i voti a favore della Palestina in sede ONU e l’attivismo in tal senso anche in ambito sudamericano. E così, ecco che la news spazzatura sui documenti falsi dati in mano ad Alberto Nisman dovevano essere la miccia che accendeva l’Argentina. Ma questa volta, come detto ad inizio articolo, la farsa era troppo evidente e troppo grottesca e pensare che Nisman sia stato ucciso dalla stessa mano che gli aveva passato quei documenti, non è poi così azzardato. Tanto più che la Kirchner non si è affatto nascosta; in primis, su quei documenti non vigeva già da diverso tempo alcun segreto di stato. Tutti gli argentini possono accedervi e possono scrutare quanto viene riferito in quelle carte; in secondo luogo, la stessa ‘presidentessa’ è apparsa in diretta tv, parlando alla nazione ed annunciando che, alla luce del sole, verrà adesso promossa una riforma dei servizi segreti.

Nel giro di pochi giorni, la montatura mediatica è stata smontata dalla pura e semplice verità e quello che è stato fatto passare in occidente come delitto di Stato, è l’ennesimo tentativo di destabilizzare uno dei pesi più attivi del Sudamerica ed uno dei governi più coerenti nella rivendicazione di assoluta sovranità. La Kirchner esce a testa alta, ma il pericolo è in agguato: è conclamato, partendo da questo episodio, come vi sono in Argentina molti nemici dell’attuale governo pronti ad essere nuovamente al soldo di attori stranieri e pronti a rispondere alla prima chiamata utile per incenerire la fragile democrazia argentina. Prima che da Washington, alla ‘Casa Rosada’ devono iniziare a difendersi contro attori interni che potrebbero nuovamente svendere il futuro del popolo argentino, come già varie volte fatto in passato. E’ questo il dato più inquietante che emerge: le forze fedeli agli ex dittatori militari, sono ancora forti ed attive nel paese e per nulla intenzionate a sradicarsi dal territorio. Una minaccia che però, ancora una volta, la Kirchner ha sventato sul nascere e con buona pace di chi vuol considerare ancora l’America Latina come il proprio giardino di casa.

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