Asianews - 20/09/2015 - Papa Francesco dixit in Cuba - “Chi vuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri! Sta qui il grande paradosso di Gesù”: è questo il messaggio che papa Francesco ha lanciato oggi nella sua prima messa a Cuba, nella Plaza de la Revolucion …. Servire significa, in gran parte, avere cura della fragilità. Avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo. Sono i volti sofferenti, indifesi e afflitti che Gesù propone di guardare e invita concretamente ad amare …. servire e non servirsi degli altri …. la grandezza di un popolo, di una nazione si basa sempre su come serve la fragilità dei suoi fratelli … il popolo cubano è un popolo che ama la festa, l’amicizia, le cose belle. È un popolo che cammina, che canta e loda. È un popolo che ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte, che cammina con speranza, perché la sua vocazione è di grandezza. Oggi vi invito a prendervi cura di questa vocazione, a prendervi cura di questi doni che Dio vi ha regalato, ma specialmente voglio invitarvi a prendervi cura e a servire la fragilità dei vostri fratelli … Per favore, non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione …. In questo momento mi sento in dovere di rivolgere il mio pensiero all’amata terra di Colombia, in cui, con sforzo rinnovato e mossi dalla speranza, i suoi figli stanno cercando di costruire una società pacifica …. Grazie a lei signor presidente Raul Castro per tutto ciò che fa per questa riconciliazione …. 21/09/2015 - la speranza è un cammino… che ha un fine, una meta … Essa si nutre di ciò che siamo e rifiuta le letture parziali o ideologiche, le false promesse di vuota felicità, di piacere immediato ed egoista, di una vita mediocre, centrata su se stessi, che lascia nel cuore solo tanta tristezza e amarezza, deformando la realtà affinché entri nei nostri piccoli schemi prestabiliti, provocando sempre delusione e disperazione …. Da soli non arriviamo da nessuna parte. E con l’esclusione non si costruisce un futuro per nessuno, neanche per sé stessi. Un cammino di speranza esige una cultura dell’incontro, del dialogo, che superi i contrasti e il confronto sterile. Perciò è fondamentale considerare le differenze nel modo di pensare non come un rischio, ma come una ricchezza e un fattore di crescita. Il mondo ha bisogno di questa cultura dell’incontro, ha bisogno di giovani che vogliano conoscersi, che vogliano amarsi, che vogliano camminare uniti e costruire un paese come lo sognava José Martí: Con tutti e per il bene di tutti … Non basta la semplice tolleranza, occorre andare oltre e passare da un atteggiamento diffidente e difensivo a uno di accoglienza, di collaborazione, di servizio concreto e di aiuto effettivo. Non abbiate paura della solidarietà, del servizio, del dare la mano all’altro in modo che nessuno sia lasciato fuori dalla strada”.

top