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lunedì 13 luglio 2015

 

L’Europa umilia Tsipras e si prende la Grecia

di Carlo Santi

 

L'Europa ha dato 72 ore alla Grecia per legiferare su riforme specifiche al fine di ricostruire la fiducia.

 

72 ore per cambiare le sorti della Grecia. In questo lasso di tempo, il primo ministro greco, Alexis Tsipras, deve ingoiare un rospo amaro: aprire le porte di casa per l’ennesima volta alla temutissima Troika e rendere del tutto inutile il referendum di domenica 5 luglio che gli aveva dato il sostegno per dire "NO" alle proposte delle Istituzioni europee.

Un referendum tradito

Vada in un modo o in un altro, Tsipras ha "svenduto" il forte mandato popolare concessogli non solo dall’esito referendario, bensì anche quello degli elettori di Syriza che speravano in un destino migliore di quello che gli si prospetta oggi all’orizzonte. L’Europa mette la Grecia alle corde scrivendo in un documento che se non si raggiunge un accordo, verrà offerto alla Grecia di avviare negoziati per una uscita temporanea dall'euro e non avrebbe accesso a un terzo salvataggio. L'Eurogruppo di domenica 12 luglio sarà ricordato per aver messo per iscritto, per la prima volta, la rottura della zona euro. Questa opzione di Grexit appare scritta tra parentesi, il che significa che non c'era l'unanimità sulla proposta tra i 19 ministri della zona euro. 

L’unica nota di rilievo è la forte determinazione della Francia a non voler parlare di Grexit: Francois Hollande vuole un accordo a tutti i costi dichiarando che non ci deve essere alcun Grexit e che "farà di tutto per trovare un accordo stasera e permettere alla Grecia di restare nell'Euro oltre che all'Europa di andare avanti" e che se la Grecia esce dall’euro sarebbe l’inizio della fine dell’Unione europea. Le affermazioni del presidente francese sono una novità inaspettata, visto che è una posizione praticamente opposta a quella sempre esternata dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, con la quale Hollande sembrava essere fino a ieri in sintonia. La Merkel ha avvertito: "non si farà un accordo a tutti i costi".

 

Le condizioni imposte dalla Troika

 

Per evitare il Grexit, Atene deve passare attraverso il Parlamento entro il 15 luglio per varare sei riforme legislative su: tasse, pensioni, giustizia, l'indipendenza dell'agenzia statistica, il controllo delle finanze e l'aggiornamento delle leggi bancarie. Oltre ad approvare questi sei leggi entro massimo 72 ore, il governo di Alexis Tsipras deve ottenere il sostegno e la garanzia del Parlamento affinché questo si impegni a legiferare in base al nuovo Memorandum richiesto (o imposto) dai leader europei. Solo quando tutto questo sarà fatto con urgenza, i paesi della zona euro inizieranno a considerare l’evenienza di negoziare nuove e maggiori imposizioni per accettare il terzo salvataggio, che garantirebbe alla Grecia finanziamenti per 82/86 miliardi di euro, di cui tra i 10 e i 25 miliardi di euro per ricapitalizzare le sue banche.

Il tal caso, la Grecia sarà oggetto di costante monitoraggio degli Stati membri attraverso un'istituzione che, di fatto, è una Troika ancora peggiore della precedente, contro la quale Syriza ha sviluppato quasi tutto il suo programma elettorale che le ha permesso di vincere le elezioni a gennaio. Il documento aggiunge che il FMI dovrebbe partecipare al programma e che la riduzione del debito non è possibile. Il compito, per un riesame della decisione, spetterà ai leader europei che affronteranno un’eventuale revisione del debito, ma solo dopo che il ‘Memorandum’ sarà in fase di esecuzione.

I punti più controversi sono le privatizzazioni e la proposta tedesca di creare un fondo in Lussemburgo mel quale trasferire "Asset greci per un valore di 50 miliardi di euro saranno trasferiti a un fondo esterno e indipendente come l'Istituzione per la crescita di Lussemburgo, per essere privatizzati nel tempo e ridurre il debito. Tale fondo sarà gestito dalle autorità greche sotto la supervisione delle istituzioni europee" che, in caso di problemi, la stessa potrà vendere. Una sorta di ipoteca pesantissima, e persino umiliante per l’intero paese, che viene trattato così come il peggior debitore della storia.

 

La dura sconfitta di Tsipras

 

Questo accordo, ma anche per il solo fatto di averne discusso i punti è, per Tsipras, una sconfitta dura e clamorosa. Oltre a questo, l’umiliazione: non vi è accordo e nemmeno salvataggio se prima i greci non fanno i compiti a casa. In pratica la Grecia dovrebbe accettare tutto ciò che ha sempre respinto negli ultimi mesi e anche di più. I leader europei presteranno il denaro alla Grecia solo dopo averla "commissariata", impedendole di esercitare anche un minimo di sovranità. Tsipras passa così da eroe nazionale a traditore, battuto dalla Troika che lui ha sempre condannato.

In Grecia si sta già speculando sulla possibilità che nei prossimi giorni si venga a creare un governo di unità nazionale, ma questa è un'opzione da verificare nei prossimi giorni.

 

Cambia la storia: Golia, questa volta, ha ucciso Davide.