Fonte: www.telegraph.co.uk

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Mercoledì, 30 giugno 2015

 

La Grecia minaccia di rivolgersi alla corte suprema per bloccare il grexit

di Ambrose Evans-Pritchard

Scelto e tradotto da Franco

Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore

 

Il Grexit visto anche dall’altra parte. Ma un parlamentare di Syriza, Dimitris Papadimoulis, avverte che Juncker vuole, in realtà, il rovesciamento del Governo di Tsipras.

 

La Grecia ha minacciato di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea [CGUE] nei confronti delle Istituzioni dell'Unione Europea, sia per bloccare l'espulsione del paese dall'Eurozona che per fermare l'asfissia del sistema bancario greco.

"Il Governo greco si avvarrà di tutti i diritti legali", ha dichiarato al Telegraph il Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. "Stiamo chiedendo dei consigli e certamente prenderemo in considerazione un'ingiunzione presso la CGUE. I Trattati europei non prevedono l'uscita dall’eurozona, e noi rifiutiamo di accettarla. La nostra adesione [all’UME] non è negoziabile".

 

La ribelle presa di posizione è arrivata quando le maggiori potenze europee hanno avvertito, in termini molto asciutti, che la Grecia sarà costretta ad uscire dell'Unione Monetaria se gli elettori, nel referendum-shock di Domenica prossima, dovessero respingere le richieste di austerità.

Il Presidente francese Francois Hollande ha detto che: "La posta in gioco è se i greci vogliono restare nell’Eurozona, o se invece vogliono prendersi il rischio di lasciarla".

Sigmar Gabriel, vice-cancelliere tedesco e leader socialdemocratico, ha detto che il popolo greco non deve farsi alcuna illusione nei riguardi della fatidica scelta: "Deve essere chiaro quello che è in gioco. Si tratta essenzialmente di un sì o di un no a restare nell’Eurozona".

Angela Merkel – in piedi accanto a lui dopo la riunione di emergenza dei leaders di partito [tedeschi] – è stata più obliqua, ma il messaggio è stato molto simile. Ha elogiato la linea dura del suo Partito e ha insistito che l’Eurozona non può cedere davanti a qualsivoglia paese: “Se i principi non vengono rispettati, l'euro fallirà".

Il rifiuto di tendere un ramoscello di ulivo che potesse più o meno garantire la Grecia nei riguardi del mancato rimborso del prestito [1,6 miliardi di euro] al Fondo Monetario Internazionale [scade Martedì 30 Giugno], è potenzialmente in grado di scatenare l’effetto domino del cross-default [clausola presente nei contratti di finanziamento che prevede, nel caso sia dichiarata l'insolvenza di un’obbligazione, che questo status si estenda a tutti i rapporti posti in essere dall'intero gruppo o, in questo caso, dallo stato] e al contempo il più grande fallimento sovrano della storia.

Qualsiasi richiesta inoltrata alla CGUE per un provvedimento inibitorio contro gli organi della stessa Unione Europea sarebbe da considerare uno sviluppo senza precedenti ed andrebbe a complicare ulteriormente la crisi.

Il Sig. Varoufakis ha detto che la Grecia ha sufficiente liquidità per tirare avanti fino al referendum, ma ha riconosciuto che il controllo sui capitali introdotto questo fine settimana renderà la vita molto difficile alle aziende greche.

Il denaro è stato razionato istituendo un “comitato per i pagamenti d’emergenza”, composto dalle principali agenzie e dalle banche. "Dobbiamo dare alla spesa delle priorità", egli ha detto.

La chiusura delle banche greche [per una settimana] e la drastica escalation della crisi, in questo fine-settimana, hanno colto di sorpresa gli investitori. La maggior parte aveva ipotizzato, al contrario, che si stava studiando un accordo.

Prima di tornare indietro [grazie all’intervento della BCE], i rendimenti delle obbligazioni portoghesi a 10 anni sono saliti di 47 punti-base [1 punto-base = 0,01%], al 3.17%, man mano che gli hedge-funds hanno cominciato a guardare più da vicino gli altri paesi in crisi dell'UME, che soffrono di dissenso politico e di austerità.

Ci sono state delle forti vendite in tutti i mercati del debito dell’Europa meridionale ed orientale. I rendimenti sono saliti di 24 punti base in Italia e in Spagna, e di 22 punti in Romania. I rendimenti dei Bunds tedeschi sono scesi di 13 punti-base, allo 0.79%, perché considerati un rifugio sicuro.

L'indice “iTraxx Crossover”, che misura il rischio sulle obbligazioni societarie europee, è salito di 42 punti base, a 332, in uno dei giorni più violenti a partire dalla crisi della Lehman, nel 2008. Un segnale che le ricadute del Grexit potrebbero essere più difficili da contenere di quanto si pensasse.

I leaders europei insistono sul fatto che non c’è più alcun serio rischio di contagio da quando il fondo di salvataggio dell’UME [ESM] è entrato in vigore e considerando, inoltre, che la BCE ha il pieno potere di agire come “prestatore di ultima istanza”, acquistando massicciamente, se necessario, le obbligazioni dei paesi vulnerabili.

Questa noncuranza non è condivisa né dal Tesoro degli Stati Uniti né della Federal Reserve statunitense. Il Cancelliere [dello Scacchiere] della Gran Bretagna, George Osborne, ha avvertito che il Grexit potrebbe essere traumatico: "Credo che nessuno debba sottovalutare l'impatto di un’uscita della Grecia dall'Eurozona".

Lo scontro tra la Grecia e le potenze creditrici è diventata profondamente personale. "La gentilezza è evaporata", ha dichiarato Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea.

Egli si è scagliato contro il Governo di sinistra-radicale di Syriza, accusando il Premier Alexis Tsipras di non raccontare al suo popolo "tutta la verità" sui termini dell’offerta che ha ricevuto: "Mettere una democrazia contro le altre diciotto non è un atteggiamento degno della grande nazione greca".

Il Sig. Juncker ha detto con rabbia di aver "provato più e più volte" a prendere le difese del popolo greco [singolare, e forse non casuale, che il termine usato da AEP, stick-up, possa significare sia “prendere le difese” che, nello slang anglosassone, “rapinare a mano armata”], ma ha avvertito che c'è poco che egli possa fare per fermare il corso degli eventi: "Un ‘No’ al referendum significherebbe che la Grecia ha detto ‘No’ all'Europa".

"Questo non è il gioco del poker. Non c'è uno che vince e un altro che perde", egli ha detto, aggiungendo che si sentiva tradito dall’"egoismo e dai giochi tattici e populisti" del Governo greco.

Allo stesso tempo, tuttavia, il Sig. Juncker si è profondamente intromesso all’interno della democrazia greca, esortando gli elettori a non "suicidarsi" e dando il via ad una campagna referendaria condotta dalla stessa Commissione Europea.

Ha negato che i creditori chiedessero ulteriori tagli alle pensioni, definendo quest’affermazione come l’"assurda bugia" di un funzionario greco. Tuttavia, Bruxelles ha espressamente richiesto il taglio di un punto di PIL [1%] entro il prossimo anno, tra cui la graduale eliminazione dell’integrazione per le pensione più basse e altre misure indirette [fra le quali il recessivo aumento dell’IVA].

Un parlamentare di Syriza, Dimitris Papadimoulis, ha ben catturato l'umore di Atene: "Juncker chiede, in realtà, il rovesciamento del Governo di Tsipras".

 


Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11707092/Greece-threatens-top-court-action-to-block-Grexit.html

29.06.2015