Originale: Counterpunch

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9 settembre 2015

 

Il debito sovrano come arma di sovversione della democrazia in Grecia

di Zoe Konstantopoulou 

traduzione di Giuseppe Volpe

 

A questa Quarta Conferenza Mondiale dell’Unione Inter-Parlamentare sulla democrazia al servizio della pace, lo sviluppo sostenibile e la costruzione del mondo che le persone vogliono, sono di fronte a voi e tra voi da presidente del parlamento ellenico recentemente sciolto per rivolgervi un appello alla solidarietà con il popolo greco e con la Grecia, il luogo in cui è nata la democrazia e in cui oggi è brutalmente attaccata e profanata.

La Grecia e il suo popolo sono stati perseguitati negli ultimi cinque anni da politiche asseritamente mirate a offrire una soluzione sostenibile all’indebitamento eccessivo del paese e una via d’uscita dalla crisi economica.

Queste politiche, contenute in accordi chiamati “Memorandum d’Intesa” e sottoscritte dai governi greci e da un trio di istituzioni internazionali (cioè il FMI, la CE e la BCE) note come la TROIKA e operanti come creditori della Grecia hanno avuto come risultato gravi violazioni dei diritti umani, specialmente dei diritti sociali, delle libertà fondamentali e dello stesso primato della legge.

Quelli che sono stati presentati come accordi di finanziamenti di “salvataggio”, hanno prodotto miseria, disoccupazione a livelli senza precedenti (72% tra le giovani e 60% tra i giovani), centinaia di migliaia di giovani emigrati, un’esplosione di suicidi, l’emarginazione dei giovani, degli anziani, dei deboli, dei poveri, degli immigrati, dei profughi, metà dei bambini del paese che vivono sotto la soglia della povertà, una situazione corrispondente a una crisi umanitaria e documentata nei rapporti e in dichiarazioni pubbliche degli Esperti Indipendenti dell’ONU sul Debito e sui Diritti Umani, così come in una serie di sentenze e di conclusioni dei tribunali internazionali.

Il 25 gennaio 2015, solo sette mesi fa, il popolo greco attraverso elezioni generali ha conferito un mandato chiaro e inequivocabile al governo e al parlamento di cancellare queste politiche omicide. Si sono avviati negoziati.

E’ stato creato un Comitato speciale del Parlamento, chiamato Comitato per la Verità sul Debito Pubblico, per condurre una verifica e una valutazione legale del debito, che ha diffuso un rapporto preliminare lo scorso giugno.

Il rapporto ha rilevato che il debito sovrano dello stato è illegale, illegittimo, odioso e insostenibile. Ha rilevato che il debito sovrano è stato sottoscritto mediante procedure che violano grossolanamente la Costituzione, le procedure parlamentari e i diritti umani e le libertà fondamentali garantite dalla legge internazionale, in tal modo giustificando la denuncia del debito. Ha rilevato che i creditori hanno agito in malafede, consapevolmente caricando il paese di prestiti insostenibili per salvare banche private francesi, tedesche e greche.

Nonostante queste conclusioni i creditori della Grecia hanno insistito che il mandato popolare fosse ignorato.

Il 25 giugno è stato rivolto al governo greco un ultimatum di 48 ore chiedendogli di accettare, contro il mandato popolare, una serie di misure che smantellavano la legge sul lavoro, abolivano le garanzie della sicurezza sociale e la protezione legale dei cittadini sovra-indebitati, al tempo stesso pretendendo la svendita dei beni pubblici e delle imprese pubbliche più preziose, ma anche dei principali porti, aeroporti e infrastrutture pubbliche.

Il tutto da vendere o consegnare per rimborsare un debito insostenibile e odioso.

Il Parlamento Ellenico ha accettato la proposta del Governo di indire un referendum sull’ultimatum e il popolo greco, con una grande maggioranza del 62%, ha respinto le misure.

Nel corso della settimana del referendum dirigenti governativi internazionali e stranieri hanno tentato di influenzare l’esito del referendum con dichiarazioni che terrorizzavano la gente.

Il referendum è stato tenuto con le banche chiuse e controlli sui capitali imposti in conseguenza del rifiuto della BCE di fornire liquidità dopo la proclamazione del referendum.

E tuttavia la democrazia ha prevalso. Il popolo si è pronunciato chiaramente e ha detto NO nella misura del 62% a queste misure omicide.

Ciò che è seguito è un incubo per ogni coscienza democratica e una sciagura.

I creditori si sono rifiutati di prendere in considerazione l’esito del referendum. Hanno insistito, sotto la minaccia di provocare una chiusura delle banche e un disastro umanitario, che fossero adottate misure più dure di quelle rifiutate.

Il governo è stato costretto ad accettare che il parlamento promulgasse testi pre-formulati di centinaia di pagine senza valutazione e a date prefissate con una procedura d’emergenza e con le banche ancora chiuse. Questa estorsione è stata definita “prerequisiti” per un accordo e il Parlamento è stato chiamato ad abolire leggi che aveva votato nei soli quattro mesi precedenti e ad astenersi da qualsiasi iniziativa legislativa senza la previa approvazione dei creditori.

Una legge di oltre cento pagine costituita da un articolo è stata approvata il 15 luglio in meno di ventiquattro ore. Una legge di 1.000 pagine costituita da 3 articoli è stata approvata il 22 luglio in meno di ventiquattro ore. Una legge di quasi 400 pagine è stata approvata il 14 agosto in ventiquattro ore.

Il Parlamento ha legiferato tre volte sotto minaccia e coercizione.

E dopo fatto ciò, con l’attestazione che gran parte dei parlamentari del maggior partito di governo, compresa la presidente del Parlamento, si erano rifiutati di votate tali leggi, il Parlamento è stato sciolto senza clamore per assicurare una “maggioranza più stabile” per l’attuazione di ciò che il popolo aveva rifiutato.

Il debito sovrano è usato contro il popolo greco e contro il Parlamento ellenico per ridurre la democrazia. Ma la democrazia è un valore sommo.

E i parlamenti non possono essere ridotti a semplici timbri che approvano norme imposte, rifiutate dal popolo e costruite per distruggere le società e le prossime generazioni.

Mi appello a voi, parlamentari del mondo, perché sosteniate la rivendicazione della democrazia e della sovranità parlamentare contro la coercizione del debito.

E perché appoggiate le iniziative dell’Assemblea Generale dell’ONU e del Comitato Ad Hoc sul Debito Sovrano e le iniziative degli Esperti Indipendenti dell’ONU sul debito e i diritti umani.

Non permettete che la democrazia sia cancellata nel luogo in cui è nata.

Non permettete che altri Parlamenti siano forzati a votare contro la volontà del popolo e contro il mandato dei suoi rappresentanti.

Non permettete che diritti umani, vite umane, umana dignità e i principi più preziosi dell’ONU siano schiacciati per servire il sistema bancario.

Il mondo che la gente vuole non può essere costruito senza la gente del mondo.

 


Questa è una trascrizione del discorso di Zoe Konstantopoulou alla Quarta Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti tenutasi il 2 settembre a New York.

Zoe Konstantopoulou è un avvocato greco per i diritti umani e politico della Coalizione della Sinistra Radicale (Syriza). Il 27 gennaio 2015 è stata nominata presidente del Parlamento Ellenico. E’ stata eletta alla carica il 6 febbraio 2015 con il numero record di 235 voti su 300.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/sovereign-debt-as-weapon-subverting-democracy-in-greece/