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Venerdì, 20 Febbraio 2015

 

La ricetta di Tsipras e Varoufakis? Troppo confusa

di Marta Ottaviani

 

Un limbo, un programma economico poco chiaro, una situazione che è destinata a trascinarsi a lungo, senza una soluzione. Dimitri Katsikas, Direttore dell’Osservatorio sulla Crisi di Atene, ha spiegato a East online perché la situazione sembra sempre più senza uscita e il premier Tsipras ha ben poche alternative.

 

Professor Katsikas che idea si è fatto della trattativa fra Grecia e Unione Europea?

Che siamo finiti in un limbo. Il governo greco prende sei mesi di tempo per la creazione di un nuovo programma, ma adesso devono veramente costruire una strategia sul lungo termine reale.

C’è qualcuno che malignamente insinua che Tsipras stia cercando di dare al memorandum un nome che sia meno indigesto per i greci…

No su questo non concordo, la differenza, per quel poco che si può capire dalla proposta di Varoufakis, c’è eccome ed è per questo che la Germania non vuole cedere. Per Berlino non c’è loan agreement ma pacchetto di soccorso con memorandum annesso.

Che idea si è fatto della proposta di Varoufakis?

Penso che non sia chiara per nulla e come me lo pensano anche molti addetti ai lavori. Credo sia anche per questo che la Germania è così irritata. Di fondo credo stiano cercando di prendere tempo per fare proposte più concrete al termine dei sei mesi per ottenere un programma sul lungo termine a condizioni più vantaggiose.

Tsipras cosa potrà fare in questi sei mesi?

Nulla, praticamente, a meno che non voglia indispettire Berlino per l’ultima volta. E dovrà fare presto i conti con la questione privatizzazioni, a cui è categoricamente contrario ma continua con la sua linea contraria si viene a determinare un ulteriore buco nelle entrate. Devono iniziare a pensare dove possono trovare i soldi per realizzare quello che hanno promesso.

Sta dicendo che non ha alternative, insomma…

Le dico una cosa in più. Non le ha mai avute. Che la Germania fosse poco propensa a negoziare era chiaro da tempo. E sono state riposte troppe speranze in una possibile simpatia da parte di altri Paesi in situazioni simili a quella greca.

A sentire lei sembra che quanto a strategia siamo messi piuttosto male…

Questa è l’impressione che stanno dando. Sembra tutto abbastanza improvvisato. Probabilmente sperano anche che nei prossimi sei mesi possano usufruire dei primi effetti del QE e del piano Junker per dare nuovo slancio all’economia. Ma per andare avanti da soli, senza aiuti, ci vuole ben altro.

Scusi, se adesso siamo in un limbo fra sei mesi cosa succede? Andiamo all’inferno o in paradiso?

Le confesso che c’è molta confusione anche nel mondo economico. Il problema è che manca ancora un piano concreto sul lungo termine quindi non possiamo sapere che cosa succederà. A questo poi va aggiunto anche un altro aspetto.

Quale?

Non hanno esperienza politica. Tsipras ha guidato bene il suo partito ma non ha mai governato. Varoufakis e gli altri ministri vengono dall’ambiente accademico e quindi non hanno la più pallida idea di che cosa sia un tavolo di trattative. Si sono posti con atteggiamenti sbagliati e questo sui negoziati sta incidendo e non poco. Diciamo che sono un po’ troppo sicuri di se stessi.

In questo momento Tsipras può contare su un forte consenso popolare, ma durerà? La stabilità interna è fondamentale in questo momento… Le dichiarzioni dei greci non sempre sono coerenti. Stanno con Tsipras ma non vogliono uscire dall’Euro. Vogliono rimanere nell’euro ma senza la troika. C’è molta confuzione anche nell’opinione pubblica che sta chiaramente agendo sull’onda dell’emotività, anche a causa dei sacrifici che hanno fatto in questi anni. Ma il sostegno dell’elettorato arriva e con altrettanta facilità se ne va. Tsipras ha fatto molte promesse, per tanti rappresenta ancora la nuova faccia della politica greca. Bisogna vedere fra sei mesi a riforme fatte ferme praticamente allo zero, se saranno ancora dello stesso avviso.