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28 giugno 2015

 

Indetto un referendum sulle misure di austerità. A che pro?

di Matteo Zola

 

La Grecia ha indetto, per il prossimo 5 luglio, un referendum per chiedere ai greci se intendono approvare o meno l’accordo proposto dall’Eurogruppo  in merito alle condizioni del prossimo prestito da concedere al paese ellenico. Dopo settimane di trattative infatti l’Eurogruppo – che raccoglie i ministri dell’Economia dei paesi che adottano la moneta unica – non è riuscito a trovare un accordo sulle condizioni del prestito. Il prestito è stato fin qui erogato dalla Banca centrale europea (quindi, indirettamente, dai paesi dell’Unione Europea) e dal Fondo monetario internazionale (FMI). Costoro sono dunque i creditori di Atene.

 

I motivi del contendere

Il Financial Times ha pubblicato una dettagliata lista dei punti di accordo e disaccordo tra Atene e i suoi creditori. Dopo avere accettato di alzare l’età pensionabile e di eliminare l’EKAS (un assegno integrativo per pensioni basse) sostituendolo con un altro strumento di sussidio, la Grecia ha proposto un abbassamento dell’IVA per gli alimenti e gli alberghi (portandola dal 23% al 13%), e un aumento delle tasse per le imprese. Ha poi rifiutato di tagliare le esenzioni sull’IVA alle isole greche, come richiesto dall’Eurogruppo, e si è opposto al taglio delle spese militari (tra le più elevate in Europa). In sostanza, il piano greco è incentrato sull’aumento delle tasse per le imprese e il mantenimento dei sussidi. L’Eurogruppo invocava invece un taglio della spesa pubblica.

 

Verso la bancarotta?

Secondo l’analista economico del Sole24ore, Mario Seminerio, entrambe le proposte erano di “pura contabilità”, incapaci cioè di far fronte ai problemi di lungo periodo e finalizzate solo al raggiungimento di un accordo immediato sul prestito. Andrea Boitani, economista de La Voce.info, critica l’eccessiva fermezza dei creditori: “la Grecia ha eseguito molti dei compiti che i creditori avevano sciaguratamente richiesto [...]  La medicina fatta ingollare ai greci è sta amara ed è costata tracollo del Pil, aumento dell’incidenza della povertà assoluta e relativa, insolvenza finanziaria con i creditori. [...] Ora si chiede un po’ più della stessa medicina, con il rischio di ammazzare il paziente”. Tuttavia il mancato accordo tra il governo greco e i suoi creditori avrà come conseguenza “l’impossibilità di Atene di ripagare al FMI gli interessi sul debito, pari a 1,5 milioni di euro, e – spiega l’Economist – porterebbe le banche greche a una crisi di liquidità spingendo il paese verso la bancarotta“.

 

Le reazioni politiche

La decisione greca di lasciare il tavolo delle trattative con l’Eurogruppo e indire il referendum ha seminato sconcerto tra i paesi europei. Il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, ha spiegato che “non è l’Europa che sta facendo fallire la Grecia, ma caso mai sono le scelte del governo greco che non sono adeguate alle necessità della Grecia”. I ministri delle Finanze della zona euro hanno preso atto “con dispiacere” della decisione “unilaterale” del governo Tsipras di indire un referendum su un programma “tuttora in discussione”. In un contesto del genere, la BCE si trova nell’impossibilità di agire: “se concedesse comunque il prestito, sarebbe accusata di agire illegalmente. Se non lo facesse, sarebbe ritenuta responsabile delle conseguenze sociali di una bancarotta greca”, scrive il Wall Street Journal.

 

Non è un referendum sull’euro

Questo referendum rischia, secondo molti osservatori, di spingere il paese verso l’uscita dalla moneta unica. Tuttavia il referendum non è sulla permanenza nell’eurozona, ma sulle condizioni poste dall’Eurogruppo per concedere ulteriori prestiti. Le criticità su questo referendum restano molte, anzitutto i termini assai ristretti con cui è stato fissato: sarà possibile, in una settimana, produrre un dibattito che porti a un voto informato da parte dei cittadini e che non sia preda dell’emotività del momento? Inoltre, l’oscurità del quesito referendario che non è – come in queste ore si legge sui giornali greci – in merito alla permanenza nell’Unione o nell’eurozona, ma su complicate misure economiche, correzioni percentuali al ribasso o al rialzo di tasse e sussidi. Per semplificare il quadro, Tsipras ha parlato di “un voto per rifiutare l’ultimatum europeo” e “contro alle politiche di austerità e per la democrazia”, invitando a votare per il “no”, ovvero per il rifiuto del piano proposto dai creditori che è “espressione del Memorandum che altri governi hanno firmato e che i cittadini ci hanno chiesto di ricusare”. Il governo Syriza ha dichiarato di avere bisogno dell’investitura della maggioranza assoluta della popolazione per un simile passo, non essendo sufficiente la vittoria elettorale.

 

Un commento a margine: un trucco o un imbroglio?

Secondo i primi sondaggi, i greci voteranno però “sì”, cioè a favore del piano proposto dai creditori. Questo potrebbe avere due conseguenze: le dimissioni del governo, o una accettazione supina delle proposte di Bruxelles. Secondo alcuni osservatori greci, la situazione sarebbe il frutto di un imbroglio ordito alle spalle di Atene per spingerla a uscire dall’euro, come la Germania vorrebbe. A essere maligni si può pensare invece che si tratti di un “trucco” del governo per giustificare le misure cui il paese dovrà adeguarsi scaricando però la responsabilità sui cittadini, salvandosi così la faccia. Ad oggi, l’unica via per evitare le misure di austerità è quella di uscire dalla moneta unica recuperando sovranità economica e monetaria, una strada che ha molte incognite. Come specificato fin dal programma elettorale, il governo Syriza non ha mai voluto che il paese uscisse dalla moneta unica, né lo vuole adesso. La permanenza nell’eurozona e nell’Unione Europea non sembrano essere in discussione né da parte del governo, né dei cittadini greci. Dopo questo referendum, tutto proseguirà forse come prima, con la differenza che ai greci sarà stata data l’illusione di decidere e il governo uscirà dall’angolo in cui si trova firmando le misure di austerità “in nome del popolo greco”.