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30 giugno 2015

 

Fmi: le misure di austerità lascerebbero comunque la Grecia con un debito insostenibile

di Alberto Nardelli

 

Il Guardian riporta un documento trapelato che conferma un sospetto: la troika sa perfettamente che le sue richieste non hanno il benché minimo fondamento economico. Basti pensare che, secondo le sue stesse stime, perfino in uno scenario idilliaco in cui la Grecia riuscisse per 15 anni di fila a produrre avanzi primari consistenti e crescenti, e contemporaneamente crescita significativa, il debito greco alla fine del percorso non sarebbe comunque rientrato a un livello sostenibile. E sappiamo benissimo come queste previsioni si siano puntualmente rivelate esageratamente ottimistiche nei riguardi della Grecia. La verità è che la razionalità economica non sta di casa nell’UE, e a nessun eurocrate interessa se queste bugie costeranno la vita a migliaia di europei.

 

La Grecia continuerebbe ad avere un livello di debito insostenibile nel 2030 anche se dovesse firmare l’intero pacchetto di riforme di tasse e spese che le viene proposto, secondo documenti non resi noti al pubblico ma preparati dai suoi 3 principali creditori.

Questi documenti, scritti dalla cosiddetta troika di prestatori, danno ragione alle tesi della Grecia secondo le quali essa ha bisogno di un sostanziale taglio del debito per una ripresa economica duratura. Essi mostrano che, anche dopo 15 anni di crescita forte e continuata, il paese dovrebbe ancora sostenere un livello di debito che lo stesso FMI giudica insostenibile.

I documenti mostrano che la stima dello scenario FMI di base – ossia quello più probabile – comporta per la Grecia un rapporto debito/PIL del 118% nel 2030, pur nell’ipotesi di firmare il pacchetto di riforme di tasse e spese che gli viene richiesto. Questo livello è ben superiore al 110% che lo stesso FMI giudica sostenibile sulla base del profilo di debito della Grecia, un livello stabilito nel 2012. Il debito del paese è al momento al 175% del PIL e probabilmente aumenterà a causa del recente ritorno del paese in recessione.

I documenti ammettono che nel presente scenario di base sono necessarie “significative concessioni” per migliorare le probabilità che la Grecia possa liberarsi per sempre dei suoi problemi finanziari.

Perfino nello scenario più roseo, che include una crescita del PIL del 4% all’anno nei prossimi 5 anni, i livelli di debito della Grecia scendono soltanto al 124% nel 2022. Lo scenario “roseo” prevede anche 15 miliardi di euro di privatizzazioni, un valore 5 volte superiore allo scenario di base.

Ma in tutti gli scenari, ciascuno dei quali prevede un terzo programma di salvataggio, considerati dalla troika – la Commissione Europea, la BCE e il FMI – la Grecia non ha nessuna possibilità di raggiungere l’obiettivo di ridurre il proprio debito a un livello “ben al di sotto del 110% del PIL” che era stato fissato dai ministri delle finanze dell’Eurogruppo nel novembre 2012.

Per usare le parole dei creditori stessi: “E’ chiaro che i dilazionamenti e le incertezze nelle politiche degli ultimi mesi hanno reso gli obiettivi del 2012 impossibili da raggiungere in qualsiasi scenario”.

Queste proiezioni vengono dalla relazione “analisi preliminare di sostenibilità del debito per la Grecia”, uno dei sei documenti che fanno parte del set completo dei materiali che compongono la proposta “finale” inviata alla Grecia dai suoi creditori venerdì scorso.

Queste, che il Guardian ha potuto vedere, sono state ottenute dal Süddeutsche Zeitung dopo che erano state spedite a tutti i parlamentari tedeschi, dato che ci si aspettava che il patto dovesse essere approvato dal parlamento del paese.

Il voto nel Bundestag non si è mai tenuto perché il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha rigettato il piano e indetto un referendum riguardo all’accettazione delle proposte dei creditori.

Se da un lato l’analisi sottolinea il fatto che la Grecia ha già beneficiato di una serie di misure di riduzione del debito – le scadenze sono state estese, i pagamenti di interessi sono simili a quelli di nazioni meno indebitate e il PSI del 2012 ha tagliato il debito di circa 100 miliardi di € – il documento ammette anche che sotto nello scenario di base “concessioni significative” migliorerebbero la sostenibilità.

Ma nonostante l’ammissione dei creditori che la Grecia non può prosperare senza un taglio del debito, i documenti non forniscono alcuna chiarezza su come esso dovrebbe funzionare, né fornisce alcun dettaglio del terzo programma di salvataggio nonostante assuma la sua esistenza. Viene solo promessa un’analisi più dettagliata della sostenibilità del debito quando essa sarà necessaria.

I documenti getta un po’ di luce anche sul pacchetto di investimenti di 35 miliardi di € che, come sottolineato questa settimana da diversi governi, tra cui la Germania, è stato offerto alla Grecia la scorsa settimana.

Il secondo documento dei sei summenzionati, intitolato Riforme per il Completamento del Programma Attuale e Successivi, mostra che questa offerta è più piccola di quello che hanno suggerito il presidente della commissione Jean-Claude Juncker e il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel. Il denaro offerto non è un investimento ad hoc ma in realtà si tratta di una garanzia UE che viene normalmente fornita a tutti gli stati membri. E come, sottolinea lo Süddeutsche Zeitung, per accedere al denaro c’è bisogno di un co-finanziamento del 15% nel caso della Grecia, cosa che la Grecia non si può permettere. A causa di questo, la Grecia non ha potuto spendere una parte dei suoi 38 miliardi di euro di garanzie a cui aveva diritto nel periodo 2007-2013.

Un terzo documento delinea le “necessità finanziarie e il piano provvisorio di rimborso legato al completamento della quinta revisione”, e spiega come la Grecia avrebbe ricevuto 15 miliardi di euro per onorare i suoi obblighi da qui alla fine di novembre. Il denaro sarebbe stato consegnato in 5 tranche a partire da giugno (non appena il parlamento greco avesse approvato le proposte) per coprire le necessità finanziarie della Grecia. Tuttavia, il 93% dei fondi sarebbero finiti direttamente a coprire le stese per il debito giunto a maturazione durante l’estensione.

Gli altri documenti coprono tutti gli aspetti minori delle azioni che la Grecia avrebbe dovuto intraprendere in accordo con la CE/BCE/FMI. Uno di questi documenti è stato anche pubblicato dalla Commissione Europea nel fine settimana.

Il piano si basa su un obiettivo di avanzo primario dell’1%, 2%, 3% e 3,5% del PIL nel 2015, 2016, 2017 e 2018 rispettivamente (entrambe le parti sono d’accordo su questi obiettivi). Essi si basano su modifiche all’IVA che produrrebbero un gettito supplementare dell’1% del PIL e su una riforma del sistema pensionistico che porterebbe ad un risparmio dell’1% del PIL nel 2016.

Riguardo le riforme dell’IVA, la proposta suggerisce di ampliare la base imponibile con un’aliquota normale del 23% inclusi ristoranti e catering. Ci sarà un’aliquota ridotta del 13% a coprire una serie limitata di merci, incluse energia, alimenti di base, alberghi e acqua (escluse le acque reflue).

Ci sarebbe anche un’aliquota ulteriormente ridotta del 6% su prodotti farmaceutici, libri e teatri, un aumento sull’imposta sulle assicurazioni e l’eliminazione delle esenzioni fiscali su alcune isole. I creditori avevano originariamente chiesto un sistema a due soli livelli di IVA.

Per quanto riguarda le pensioni, che sono state il tema più critico delle negoziazioni, il piano richiede riforme per:

  1. Creare forti disincentivi al prepensionamento, incluse modifiche alle sanzioni di prepensionamento
  2. Adottare una legge che preveda che i ritiri dal fondo di assicurazione sociale avranno una penale annua, per le persone colpite dall’estensione dell’età pensionabile, pari al 10% oltre all’attuale penalizzazione del 6%
  3. Garantire che tutti i fondi di previdenza complementare siano finanziati solamente dai contributi propri
  4. Interrompere gradualmente l’assicurazione di solidarietà (UKAS) per tutti i pensionati dalla fine del dicembre 2019. Questo deve iniziare immediatamente per il 20% più ricco dei beneficiari, mentre i dettagli delle fasi ulteriori vanno concordati con le istituzioni
  5. Congelare i limiti mensili alla pensione contributiva garantita in termini nominali fino al 2021
  6. Fornire alle persone che vanno in pensione dopo il 30 giugno 2015 la pensione base contributiva e previo accertamento base, soltanto all’età di normale pensionamento, attualmente fissata a 67 anni
  7. Aumentare i contributi alla sanità relativamente bassi per i pensionati dal 4 al 6% in media ed estenderlo alle pensioni integrative

Lunedì, Juncker ha affermato – erroneamente – che queste misure non costituirebbero un taglio delle pensioni. Tuttavia, i creditori hanno ragione a dire che si tratta di un compromesso e che i termini avevano una certa flessibilità. Hanno anche suggerito che la Grecia potrebbe fornire proposte alternative, purché esse siano “sufficientemente concrete e quantificabili”.

Le proposte dei creditori suggerivano anche che l’imposta sulle società fosse aumentata solo dal 26% al 28%. La Grecia ha voluto un tasso fissato al 29%.