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8 aprile 2015

 

Diaz, fu tortura al G8 nel 2001: ricordate come Caselli liquidò la violenza sui no tav nel 2011?

di Pedrino Quagliotta

 

Fatti di eventuali ehh…momenti di scorrettezze da parte delle forze di polizia.

 

Vi indignate per le violenze barbare della polizia sui manifestanti di Diaz e Bolzaneto? Vi vergognate perché il paese in cui vivete non ha istituzionalizzato il reato di tortura e c’è bisogno di un tribunale europeo per ricordarlo? Non riuscite a capacitarvi di come sia possibile, anche di fronte a casi eclatanti, che il risultato sia sempre favorevole all’agente di polizia, che alla fine o non viene identificato oppure se anche è condannato, avanza in carriera?

Bene.

Se siete sensibili a questo argomento, non prendete scorciatoie facili e rassicuranti: non è solo “il parlamento” che frena, non è una semplice questione di  partiti politici che vogliono un forte controllo sulla popolazione e quindi la sostanziale impunità degli agenti che delinquono pestando.  Quando si ha a che fare con reati commessi dalle ff.oo. in manifestazioni di protesta, troverete persone pronte a tracciare dei distinguo, e a contribuire allo smorzamento dei toni, anche dove meno ve lo aspettereste.

A Torino li trovate negli uffici della Procura, basta chiedere del ‘pool no tav’.

Non ci credete?

Rileggetevi questo pezzo di tre anni fa

http://www.notav.info/post/le-dichiarazioni-shock-del-procuratore-caselli-a-la7-un-due-tre-stella-26-aprile-2012/

a proposito della famosa Operazione Hunter, quando denunciammo che Sua Legalità, l’allora procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, descrisse le bastonate ed i calci agli arrestati no tav del 3.7.2011 come “eventuali scorrettezze”. Inaudito.

Chiariamo: una storia, quella dei cinque arrestati, senza dubbio meno grave per intensità numerica rispetto a Diaz e a Bolzaneto. Ma non per questo non importante per il segnale di incivilità che lanciò: cinque persone arrestate, in totale controllo delle ff.oo., alcune trascinate per terra, accerchiate da decine di carabinieri e poliziotti che tirano calci, reparti speciali dei carabinieri che bastonano uno dei cinque mentre è a terra nella polvere, tantissimi altri che assistono al gioco, lacerazioni, fratture così gravi da richiedere poi l’elitrasporto in ospedale per un altro del gruppo dei fermati.

Ogni cosa rigorosamente filmata e fotografata (tranne ovviamente il male interiore, l’umiliazione, la paura sofferta).

 

E il capo dei magistrati di Torino, Giancarlo Caselli, noto personaggio pubblico, che in televisione, ad indagini in corso della sua procura, davanti a milioni di spettatori, se ne esce con un chiaro distinguo: <<Fatti di eventuali ehh…momenti di scorrettezze da parte delle forze di polizia>>.

Un’inaudita minimizzazione davanti ad una platea di tantissimi italiani, di quelli che un qualsiasi neolaureato in giurisprudenza avrebbe invece definito come delitti contro la persona e anche particolarmente odiosi.

Non ci risulta che nessuno abbia mai punito Sua Legalità per quelle frasi.

Mentre è un fatto che nei mesi e anni successivi il pool no tav, da lui creato, abbia tradotto in realtà giudiziaria quell’atteggiamento minimalista e perdonista: ad oggi, aprile 2015, di tutta la vicenda Operazione Hunter, delle decine di agenti che tirano calci, delle decine di altri che fanno da spettatori senza intervenire e senza poi denunciare, esiste un solo processo penale per un solo imputato – il bravo carabiniere ‘hunter’, tatuato, che tira una bastonata – per una sola delle cinque vittime dei pestaggi.

Tutto il resto o non indagato, o archiviato su richiesta del “pool”.

E allo stesso modo, implacabili, i PM di questo “pool” hanno sistematicamente minimizzato tutte le altre ipotesi di reati commessi delle ff.oo. nelle manifestazioni no tav degli ultimi 5 anni. Basta pensare alle decine di spari diretti di lacrimogeni verso i no tav con lanciagranate,  per i quali nonostante prove schiaccianti visionate in aula dai magistrati – video della polizia prodotti in giudizio con audio degli agenti del tipo “miro per fargli male”-, e richieste pressanti degli avvocati difensori, niente è mai scaturito.

Il problema è sistematico, quindi. Ed è anche un problema piuttosto difficile da risolvere: ad esempio, come si potrà mai sradicare il fenomeno dei reati delle ff.oo. su manifestanti no tav se si lasceranno le indagini in mano agli stessi PM (5 fissi) e polizia giudiziaria (Digos) che da anni lavorano incessantemente a raccogliere ogni genere di prova ad imbastire processi su processi…contro i medesimi manifestanti?