Un amico mi ha scritto: “Abbiamo avuto una grande dimostrazione oggi. Sto ancora parlando con persone che non sono riuscite a incontrarsi a causa della vastità della dimostrazione. Questa è una Buona Cosa.”

Ecco un elettrizzante video della dimostrazione: https://www.youtube.com/watch?v=jEIkg7h1-Zg&feature=youtu.be


Originale: Counterpunch

http://znetitaly.altervista.org/

12 ottobre 2015

 

Scene da una magnifica parata contro il TTIP

di Victor Grossman

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

Berlino. E’ stata una giornata da ricordare, una data da registrare! Ha segnato un sorprendente sviluppo nella politica tedesca! E chi dice che ai tedeschi non piacciono le marce o le manifestazioni di protesta? Gli organizzatori hanno contato 250.000 persone, un quarto di milione. Naturalmente la polizia ha ridimensionato tale cifra: a 150.000. Ma chiunque conti si è trattato decisamente della manifestazione maggiore dopo quella del 2003 contro la guerra in Iraq. E’ stata una protesta contro il “Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti”, TTIP, e contro il suo ugualmente respinto gemello canadese, il CETA. Come il loro clone USA- Pacifico, il TPP, entrambi si vogliono imporre […] senza star troppo a discuterne il contenuto o persino senza che siano noti, dopo anni di sedute di massima segretezza con esperti dell’industria e lobbisti.

Gli organizzatori della marcia, due partiti d’opposizione, la LINKE (Sinistra) e i Verdi, la Campac (CAMpaign-Action, qualcosa di simile a MoveOn.org), l’Attac (contro la speculazione finanziaria), quasi 500 gruppi ecologici, culturali, sanitari e di sinistra di molti colori e, d’importanza chiave, il movimento sindacale, avevano sperato in 100.000 presenze. I media ne prevedevano soltanto la metà. Ma quando sono riuscito a divincolarmi dallo stipato treno cittadino alla stazione principale di Berlino, spinto all’uscito e bloccato nella folla, ho potuto indovinare il loro errore. C’era una tale ressa, che si estendeva attraverso i ponti sul fiume Spree, che ho rinunciato a ogni speranza di trovare il mio gruppo e mi sono semplicemente confuso nella folla felice e cordiale di questo magnifico giorno di sole.

Da genitori con piccoli in passeggino a vecchie barbe grigie, anche due donne cieche, con decine di migliaia di striscioni e bandiere o qualche occasionale maschera o pupazzo, hanno mostrato quanto varie erano le loro storie e le loro città di provenienza, ma quanto unificata era la loro volontà e determinazione. Hanno partecipato ridendo quando la voce all’altoparlante ha scandito “4-3-2-1 Stop T-TIP” oppure “T-TIP Nein!”. Hanno ascoltato appassionati discorsi di un sindacalista canadese che ammoniva su quante delle promesse di creazione di lavoro del NAFT A si erano rivelate menzogne, poi una donna del Cameroun, che ha raccontato come il suo paese era stato rovinato dai “miglioramenti del libero scambio”, e una donna turca che ha riferito del massacro di poche ore prima sollecitando solidarietà. L’immensa folla ha atteso pazientemente, poi lentamente si è mossa lentamente lungo le strade principali della Berlino Est di un tempo, oltre l’edificio del Bundestag e il Memoriale Sovietico della Guerra presso la Porta di Brandeburgo entrando nel lungo e ampio viale che taglia il parco zoologico della Berlino Ovest d’un tempo, dove una settimana prima si erano festeggiati i 25 anni dell’unificazione tedesca. La manifestazione era stata convocata per mezzogiorno ma alle quattro e mezza del pomeriggio c’erano ancora nuovi arrivi, mentre quelli che erano arrivati prima chiacchieravano o danzavano.

Le folle al Tiergarten lo scorso sabato non festeggiavano anniversari né applaudivano goal del calcio su grandi schermi, ma erano preoccupate per i pressanti problemi del presente. TTIP e CETA potrebbero far ingoiare standard monopolistici a gole recalcitranti, annullare standard europei contro il trattamento crudele di vitelli, maiali e polli, cancellare le barriere alla carne trattata con ormoni o manipolata geneticamente, far cadere le prescrizioni sulle etichette, schiacciare le fattorie a conduzione familiare, cambiare le regole europee sui prodotti farmaceutici che prescrivono la prova della loro non dannosità prima che ne sia consentita la vendita. Alcuni hanno manifestato contro la cancellazione pianificata delle regole europee che proteggono i diritti d’autore e la cultura cinematografica nazionale dalle pressioni della più potente Hollywood. Un gran numero di cartelli contestava le sedute arbitrali segrete che potrebbero soddisfare i desideri delle grandi società contro qualsiasi norma che ne limiti i profitti, cancellando norme di protezione dei lavoratori, decisioni ecologiche o qualsiasi altra cosa conquistata faticosamente e che intralci la loro attività. Ho visto un cartello che rappresentava una di tali allegre seduto con gli “arbitri”: tre lobbisti con facce da ratto. Un altro diceva come i “vantaggi” più promessi sarebbero finiti in grossi conti presso banche svizzere.

Tra gli oratori, che si sentivano in qualsiasi parte della parata che fosse vicina ai diffusori acustici, ci sono stati un dirigente di vertice del Partito Verde, il co-presidente della LINKE Bernard Riexinger e Reiner Hoffmann, presidente della confederazione sindacale (AGB) con i suoi otto affiliati e circa 6 milioni di membri. Cinque treni speciali e 600 autobus avevano portato molti di loro da ogni parte della Germania. I cartelli delle città che molti portavano non erano solo di città come Amburgo e Colonia, ma anche di città piccole con nomi non familiari di tutte le regioni. Ho visto due tizi che chiacchieravano, uno dalla lontana Aachen, vicino al confine belga, l’altro da Dresda, in prossimità del confine ceco; sono stato lieto di vedere almeno un progressista da quella città le cui parate mosse dall’odio contro gli stranieri compaiono in tanti articoli di stampa. Ho persino visto un gruppo dall’Alsazia, oltre il confine francese.

Quanto ai partiti politici c’erano i Verdi, specialmente la loro sezione giovanile, anche gruppi piccoli ma determinati con bandiere dello SPD, il Partito Socialdemocratico, disobbedendo al loro leader di vertice, il vice-cancelliere Sigmar Gabriel che ha attentamente evitato questa parata per tenere un altro dei suoi discorsi a favore del TTIP. Ho visto anche un gruppetto che agitava uno striscione per “Il Partito”, un gruppo satirico con slogan follemente sarcastici, quali “Privatizzate tutta l’acqua”. Soprattutto ho visto cartelli della LINKE, la Sinistra, anche se in qualche modo i servizi televisivi sulla manifestazione hanno attentamente evitato di mostrarne anche solo uno. Al solito!

Di grande interesse per me sono stati i sentimenti spesso colti dai furgoni con gli altoparlanti e riflessi in più di qualche manifesto. Uno, più che chiaro, diceva: “Prendete il TTIP e mandatelo alla malora – e il capitalismo con esso!” Anche se questo gigantesco evento ha incluso vasti contingenti dai sindacati, non solo di sinistra ma anche i sindacati conservatori degli Edili, Minatori e della Chimica, le folle sono sembrate accettare felicemente o persino plaudire appelli a un cambiamento di sistema. Sarebbe falso sopravvalutare ciò, ne sono certo (e quali persone normalmente tendono a fare lunghi viaggi per partecipare alle dimostrazioni?), tuttavia è sembrato segnare una rinnovata tendenza ribelle e progressista.

Nuove tendenze sono acutamente necessarie, a causa di altre folle. Le decine di migliaia di immigranti che fuggono in Germania hanno evocato una controcorrente pericolosa, sempre più aiutata da molte fonti mediatiche che ora si rivoltano di nuovo contro gli stranieri, che sta manifestando nefaste tendenze razziste ai propri margini. In effetti elementi di destra facenti capo al partito bavarese collegato ai Democratici Cristiani stanno ora attaccando anche la sin qui intoccabile Angela Merkel. Si sta sviluppando una strana situazione: la Merkel, anche se tuttora testardamente a favore del TTIP e contro tendenze di sinistra quali quelle in Grecia e dopo aver tentennato avanti e indietro sulla questione dei migranti, ha ora affermato, ostentando sicurezza, che la Germania non può costruire un gigantesco nuovo muro, questa volta ai suoi confini, ma deve coraggiosamente superare le immense difficoltà di integrare centinaia di migliaia di persone, esercitando contemporaneamente pressioni sui partner riluttanti dell’Unione Europea perché facciano lo stesso. Oggi, con sorpresa generale, lei è appoggiata dall’opposizione, dai Verdi, persino dalla Linke, mentre è sotto attacco da forze del suo stesso partito, con i suoi partner di coalizione, i socialdemocratici, divisi.

Sembrano sempre più in arrivo cambiamenti sulla scena politica tedesca. I fronti stanno cambiando, spesso indurendosi; nessuno può prevedere quale direzione avrà la meglio. La gigantesca dimostrazione di sabato, con molti cartelli che dicevano “Immigranti benvenuti!” è stata una commovente prova che gli eventi non si stanno evolvendo solo in direzione della destra.

***

 


Victor Grossman scrive il Berlin Bulletin cui potete abbonarvi gratis inviando una email a: wechsler_grossman@yahoo.de.


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