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13 Aprile 2015

 

Basta con la dottrina “Monroe” e basta con il “cortile di casa”

di  Salvador González Briceño

 

Il Vertice di Panama, una opportunità per l’unità del continente Latino americano – Obama e gli USA:  i grandi perdenti.

L'”America per gli americani”, che sia chiaro:  per gli Stati Uniti d’America è finito il vecchio gioco. La “dottrina Monroe” si deve considerare morta e sepolta, è stata sepolta da John Kerry non molto tempo fa. In cambio persiste la tesi del “patio trasero” (cortile di casa). Questo significa che l’attitudine prima colonialista, poi neo colonialista, continua ad essere vigente. Questo vale non solo per gli USA ma anche per la Gran Bretagna nel continente.

 

Tuttavia possiamo bene cambiare le attitudini per dare anche per morta la seconda  e seppellirla assieme a quella.Come? Esibendo agli stessi USA ed a Obama le loro minacce. Questo per mezzo dell’unità Latino americana. Il vecchio sogno di Bolivar, di Martì, di O’Higgins, De Miranda, Hidalgo, Morelos, Sucre, come adesso di Castro, dei El Che, di Chavez e dei governanti che ancora sono viventi. Perchè no? Il recente vertice de Las Americas che si sta realizzando in questi giorni a Panama, rappresenta una opportunità per consolidare alcune basi.

Se questo è vero, lo è per alcuni motivi che vale la pena segnalare:

1-  Latino America unita può dare la stoccata alla politica estera degli USA.  Questo continente, che è stato tanto sottomesso dai tempi della presidenza Bush, adesso può affrancarsi,  soprattutto da quando l’economia nordamericana so trova in un processo di decadenza. Gli USA non riescono più a recuperare i loro indici economici reali dalla crisi del 2008 e, al contrario, gli indicatori mostrano uno stato di stand by, ad un passo dalla depressione, del sistema economico USA, salvo poggiare questo su di una enorme bolla speculativa.

2- La strategia diplomatica delle ambasciate degli USA in America Latina è venuta fuori allo scoperto. La USAID si è capito a cosa sia destinata. Da quando si denuncia apertamente che queste ambasciate sono centri di spionaggio per incentivare colpi di Stato, organizzare eventi di “false flags” per rovesciare governi non conformi, finanziare oppositori nei vari paesi in conformità ai propri interessi, ai circoli di Washington è caduto il velo delle menzogne. La guerra di bassa intensità in Centro America, l’Operazione Condor: Washington, le sua ambasciate, la CIA, la NSA, Kissinger, Negroponte, dixit, tutti elementi di una stessa strategia.

3-Le politiche attuate da Washington, come quella della guerra alla droga, non sono altro che un artificio per il controllo di quei paesi dove circolano, seminano o processano, tonnellate di sostanze stupefacenti che sono sotto il controllo delle agenzie come la DEA. Un pretesto che funziona molto bene per il traffico illegale di armi. Le migliaia di milioni di dollari che entrambi gli affari (business)  lasciano e vanno a sostenere il sistema finanziario, il cui centro di controllo si trova negli USA.

4- I trattati  di di libero commercio, come il TLCAN ed altri come il Plan Colombia e Merida, non operano per altro scopo se non per intervenire nei fatti interni dei paesi a cui si consegna il presunto “aiuto” per contro arrestare problemi come l’insicurezza.  Tuttavia alla Colombia  gli è costato molto tempo e molte vite per ottenere la tranquillità, come per il Messico la sicurezza tanto desiderata. Tutto il contrario: nel paese atzeca prolifera la peggiore violenza ed infuria ogni volta di più, a rischio di afghanizzazione – la colombianizzazione rimane già corta.

5- Le politiche offensive dirette da Washington attraverso molte vie, come accade in Messico per mettere su un piatto d’argento il petrolio ed il gas per le multinazionale del Texas, sono le stesse imprese che esigono le riforme per privatizzare l’acqua, materia prima indispensabile nella perforazione dei pozzi per attuare con il fracking l’estrazione del petrolio e il gas scisto.

Contro tutto questo, servono le politiche di unità del continente. Per appoggiare il Venezuela, l’Ecuador, l’Argentina, la Bolivia, Cuba, il Nicaragua, il Messico, l’Honduras, ecc. ed i restanti paesi contro il golpismo, le multinazionali, l’invasione delle Malvinas, le guerre sporche, le crisi diffuse, le istallazioni di basi militari, la controrivoluzione mascherata, ecc..

Con gli organismo alleati per l’alternativa al ” Washington Consensus”, come con il Banco de Desarollo (Banca di Sviluppo) dei BRICS, il Banco del Sur, l’UNASUR, ecc.. Per il finanziamento allo sviluppo dei paesi dell’America Latina. Per evitare la crisi indotta dall’economia nordamericana e la bolla speculativa del dollaro ai massimi; con tutto questo l’impatto potrebbe essere maggiore che nel 2008 e vicino al crack del 1929, solo che adesso senza opzioni di recupero perchè i fondi in mano la settore finanziario non riscatterebbero nessuno (più che se stessi), come ai tempi di Roosvelt che si applicarono le risorse di Stato per le grandi opere e la creazione di nuovi lavori.

Il neoliberismo ha prosciugato i governi , e gli stati e le economie attraverso i banchieri; ha concentrato tutto il settore finanziario, incluse le grandi risorse delle multinazionali. La ricchezza rimane in poche mani.

La “VII Cumbre (vertice) de la Americas di Panama” si sta rivelando decisiva per dimostrare agli USA il rifiuto della loro ingerenza dai discorsi della maggior parte dei mandatari dei paesi latino americani e così lo stanno dimostrando (salvo i regimi fantoccio degli USA). Rimane in evidenza che Obama indietreggerà rispetto alle sanzioni al Venezuela e viene messo in questione per la politica neocolonialista applicata dagli USA nel continente Latino Americano.

Tuttavia gli sforzi di coloro che assistono al vertice dovranno andare ancora più in avanti della denuncia, della critica e dei bei discorsi; si dovranno prendere azioni di protezione congiunta, come esigere lo smantellamento delle basi militari .non soltanto in Honduras (che sarebbe una minaccia contro il nuovo canale del Nicaragua), ma anche in Colombia da, dove il Venezuela riceve la minaccia di una aggressione militare.

Con Cuba, come con il resto dei paesi, la linea politica dovrà essere chiara per il miglioramento delle relazioni; altrimenti bisognerà richiedere rispetto e trattamento giusto ad Obama. Poi allora, nonostante il discorso, nei fatti,. dove il Latino America dispone di alternative in altra parte del mondo? Che farebbero gli USA davanti al rafforzamento dell’unità dell’America Latina? Niente o molto poco. Il poco è che continui la minaccia, la violenza, lo spionaggio, l’ingerenza, la militarizzazione, l’estensione delle basi militari e tutto quello che possano fare gli USA. Meglio detto: tutto quello che gli si permetta di fare. Arriva l’ora dell’unità per contenere un impero decadente a cui aspetta un declino accelerato. Questo è il momento e se non lo è bisogna costruirlo. Una stoccata al “patio trasero” (il cortile dietro casa) o una capriola.

* Salvador González Briceño

Scrittore, poeta, analista politico messicano, ex direttore editoriale del Diario de Colima. Le sue opere tradotte in francese, ha ricevuto el Premio Internacional de Poesía Salvador Díaz Mirón e nel 2011 ed il Premio Internacional de Poesía, Jaime Sabines.

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