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22 giugno 2015

 

Il massacro razzista di Charleston ha chiare radici politiche

di Barry Sheppard

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

L’uccisione collettiva  di nove  africani americani a  Charleston, nella Carolina del Sud, per mano di un razzista bianco, è stata ampiamente  condannata.  Però, per capire  questo reato di odio, un attacco terrorista – deve essere posto in un contesto politico più ampio.

L’assassino, il ventunenne Dylann Roof, ha risparmiato la vita di una giovane donna alla quale ha detto che voleva che riferisse quello che aveva fatto. Le ha detto, tra l’altro, che aveva deciso di uccidere delle persone di colore perché “stanno impadronendosi  del paese.”

In breve, le sui motivazioni, erano palesemente politiche. E le uccisioni avvengono nel contesto politico della nascita del nuovo movimento politico “Le vite nere contano”  [Black Lives Matter], con  mobilitazione di massa iniziata a Ferguson lo scorso agosto, e del contro-movimento razzista capeggiato dalla polizia in reazione ad esso.

Le azioni di Roof dovrebbero essere considerate come parte di quella più ampia reazione razzista – e ispirata da essa, anche se il suo omicidio collettivo ne è un esempio estremo.

Forse vedremo altre violente azioni razziste in opposizione al nuovo movimento Nero, come abbiamo visto negli anni ’60 con omicidi, lanci di bombe e incendi contro i movimenti di quell’epoca per i diritti civili e per la liberazione dei Neri.

 

La Chiesa Metodista Africana Emanuel

Anche la scelta di Roof della Chiesa Metodista Africana Emanuel come scena del suo attacco terrorista, è stata politica. E’ una delle più vecchie chiese di afro-americani nel Sud, essendo stata creata come rifugio per gli schiavi agli inizi del 1800. Da allora ha svolto un importante ruolo nella lotta per i diritti dei Neri, fino ai giorni nostri.

Uno dei fondatori della chiesa è stato un ex schiavo, Denmark Vesey,  che era stato in grado di comprarsi la libertà dal suo padrone. Vesey è stato il principale leader di una rivolta armata di schiavi nel 1822.

La cospirazione fu  escogitata   nella chiesa dove i Neri potevano riunirsi lontano dalla vista dei bianchi, ma fu  denunciata.    La conseguenza è stata che 130 Neri furono radunati,  accusati e condannati per vari reati.

Trentasei di loro,  compreso Vesey, furono impiccati. Quattro bianchi furono arrestati e messi in prigione per avere appoggiato la ribellione programmata. La chiesa fu bruciata completamente, ma i fedeli  sopravvissero e la chiesa in seguito fu ricostruita.

La nuova chiesa ha un sacello dedicato a Vesey. Durante la Guerra Civile, uno dei primi regimenti composto da Neri dell’esercito dell’Unione per combattere il potere degli schiavisti aveva preso il suo nome.

Tutta questa storia è famosa a Charleston. La chiesa, nota con la denominazione affettuosa di “Madre Chiesa” tra la gente di colore, è un simbolo della lotta dei Neri – appoggiata da bianchi anti-razzisti e anche da Neri, e odiata dai bianchi razzisti.

Roof  è entrato nella chiesa apparentemente per partecipare a una lezione di studio della Bibbia (i bianchi sono bene accetti nella chiesa. Un sopravvissuto riferisce che Roof aveva chiesto che gli venisse indicato il suo obiettivo principale – il reverendo pastore  e senatore dello Stato,  Clementa Pinckney. Roof si è poi seduto accanto a lui.

Pinckney era molto noto a Charleston come difensore della comunità Nera. Era anche membro eletto del parlamento dello stato della Carolina del Sud. Roof   aveva scelto di assassinarlo per motivi politici a causa delle sue attività.

Quando l’uomo di colore Walter Scott era stato ucciso dalla polizia nella vicina zona Nord di Charleston in aprile, Pinckney e la Chiesa Africana Metodista Episcopale avevano contribuito a organizzare le proteste di “Le vite nere contano”. Pinckney ha fatto approvare dal parlamento dello stato una legge che richiede che i poliziotti abbiano addosso delle telecamere.

Scott, che era disarmato è stato colpito alla schiena da un poliziotto mentre cercava di fuggire. Tutto questo è stato ripreso in un video da un astante, in modo che i poliziotti non hanno potuto nascondere il fatto,  ma ci hanno provato. Il video era così     incriminante, che il poliziotto è stato accusato di omicidio, al contrario di molti altri casi in cui persone di colore sono state uccise dalla polizia.

Il fatto che nessuna accusa sia stata fatta ha reso furiosi i razzisti che erano particolarmente arrabbiati con Pinckney.

 

Reazione razzista

La paranoia dei razzisti sui neri che “si stanno impadronendo del paese” è stata dimostrata anche in un altro caso recente a Cleveland, Ohio. Questo ha avuto origine da una precedente sparatoria della polizia nel novembre 2012.

In quell’incidente, due persone di colore disarmate,  Timothy Russell e Malissa Williams, hanno  costretto  la polizia a un inseguimento ad alta velocità dopo che la polizia aveva cercato di fermare Russell perché aveva preso una strada che non si poteva percorrere (Su vari giornali italiani e sul sito di Democracy Now! Il motivo dell’inseguimento è un altro: pare che la macchina di Timothy e Malissa avesse la marmitta rotta; quando sono passati vicino alla questura, i poliziotti hanno scambiato quel rumore per colpi di arma da fuoco, n.d.t.)

Sessanta  macchine della polizia si sono unite all’inseguimento che è finito con una pioggia  di 137 colpi che hanno ucciso entrambi i fuggitivi.  Il poliziotto Michael Brelo ha sparato 49 colpi. Quando gli altri poliziotti hanno smesso di fare fuoco, Brelo è saltato sul cofano  della macchina che si era fermata e ha sparato 15 colpi alla coppia attraverso il parabrezza.

Un rapporto del Procuratore  Generale  dell’Ohio ha definito l’inseguimento e la sparatoria “un fallimento sistematico” della polizia di Cleveland. Oltre 60 poliziotti sono stati sospesi dal servizio, ma Brelo è stato l’unico ad essere accusato di reato.

Il suo processo si è tenuto davanti a un giudice che ha reso pubblico il suo verdetto di “non colpevolezza” il 26 maggio, e quella notte ci sono state massicce proteste.

Dopo questo ridicolo verdetto, uno dei legali di Brelo ha detto alla stampa. “Ci siamo misurati con un governo oppressivo e abbiamo vinto.”

Da dove vengono le convinzioni  dell’estrema destra razzista di essere  vittime di un “governo oppressivo” o che “i Neri si stanno impadronendo del paese?”

I bianchi nel Sud sconfitto certamente provavano tali sentimenti dopo la guerra  civile del 19° secolo, ma queste opinioni sono di nuovo  uscite allo scoperto  dopo i risultati ottenuti dal movimento per i diritti civili nel capovolgere il sistema di segregazione nel Sud di Jim Crow negli anni ’60, e anche dopo altri successi ottenuti dal movimento di liberazione  nero.

Queste lotte hanno costretto il governo federale a codificare con riluttanza queste vittorie –facendo in modo che i bianchi razzisti incolpassero il governo stesso.

Come risultato di queste vittorie, altri neri hanno avuto cariche politiche,  come  Pinckney. Un Nero è stato perfino eletto presidente, alimentando la paranoia di: “Stanno impadronendosi  del paese!”

Questo è al centro del mantra della destra contro il “big government”. Non sono contro il tronfio “grosso esercito” ma contro i programmi di governo che considerano di aiuto ai Neri e in generale ai lavoratori più sfruttati.

Con la nascita del  movimento “Le vite nere contano”, il governo federale ha condotto indagini in molti dipartimenti di polizia, e in effetti ha trovato che esiste  enorme razzismo e violenza contro i Neri, i Latinos e altri.

Uno di questi rapporti riguardava la polizia di Cleveland, e da qui nasce l’orgoglio del legale della polizia di aver battuto “il governo oppressivo”.

 

Capitalismo

L’intera storia del capitalismo negli Stati Uniti è intrecciata con l’oppressione e lo sfruttamento economico dei Neri, da quando fu istituita la schiavitù nera fino alla odierna oppressione nazionale istituzionalizzata dei neri.

Si sono ottenute delle vittorie, dalla Guerra Civile, fino alla sconfitta di Jim Crow

(https://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_Jim_Crow). Ma, come ha dimostrato il movimento “Le vite nere contano”, la segregazione  e l’oppressione, di fatto esistono ancora.

Questo è così radicato che anche le persone che hanno buone intenzioni parlano di “comunità nera” senza neanche chiedersi perché ci sia una categoria di questo genere, accettando la segregazione razziale come un fenomeno quasi naturale.

Il razzismo, come idea, non è la causa dell’oppressione e dello sfruttamento dei Neri, con la conseguenza che non è possibile risolvere il problema semplicemente cambiando la mentalità delle persone. Piuttosto che la causa, le idee razziste sono il risultato dell’oppressione dei Neri – e la loro giustificazione ideologica.

Il razzismo è uno strumento utile alla classe dirigente per dividere e indebolire la classe operaia.

Il governo mantiene evidente il sistema di repressione nazionale nella polizia, nei tribunali e nelle carceri   ma allo stesso tempo fa finta che gli Stati Uniti non siano più una società razzista. Il risultato sono posizioni del governo apparentemente contraddittorie.

E’ questo sistema che genera il razzismo che afferra le menti dei Dylan Roofs di questo mondo.

 


Barry Sheppard è stato uno dei principali dirigenti dell’Alleanza dei Giovani Socialisti Statunitensi e del Partito Socialista dei Lavoratori dal 1960 al 1988.  

 Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

 


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Fonte: http://zcomm.org/znet/article/racist-charleston-massacre-has-clear-political-roots

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