Originale: teleSUR English

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16 febbraio 2015

 

Ciò che sta succedendo nel mondo

di Nikos Raptis

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Immaginate che un uomo uccida un milione di persone. La gente del mondo dovrebbe saperlo? Ovvio che dovrebbe saperlo. Mettendo da parte l’atteso commento ironico del cinico onnipresente che dice che cose simili non succedono nel mondo reale, esaminiamo se, in realtà, un crimine simile è possibile nel mondo reale.

 

L’uomo del mondo reale aveva un nome singolo: Suharto. Il paese era l’Indonesia. L’anno, il 1965. “In mezzo a un ribollente bagno di sangue che, quasi inosservato, ha cancellato 400.000 vite … l’Indonesia ha operato un completo dietrofront (rivista Time, 15 luglio 1966, pag. 32, grassetto aggiunto)”.

Al riguardo Noam Chomsky nel suo libro “Year 501” [Anno 501] scrive: “La dimensione del massacro è ignota. La CIA stima 250.000 uccisi. Il capo del sistema statale della sicurezza dell’Indonesia stima il pedaggio a più di un milione; Amnesty International ha fornito la cifra di ‘molti più di un milione’” (South End Press, 1993, pagina 122).

Qualsiasi dubbio circa il fatto che Suharto sia stato scelto dagli Stati Uniti ignora la storia del ventesimo secolo. A Suharto fu anche consentito dagli USA di ammassare un’enorme fortuna, dell’ordine di 30 miliardi di dollari. E abbiamo permesso agli Stati Uniti di fare ciò. Per inciso, per i greci di oggi è istruttivo sapere che tale importo “è approssimativamente la dimensione del pacchetto di soccorso del FMI” (Noam Chomsky, “Propaganda and the Public Mind” [Propaganda e opinione pubblica], 2001, pag. 16.” [vedasi nota 2].

Quale sia l’effettiva percentuale della popolazione mondiale che ha una conoscenza adeguata a proposito di Suharto e dei suoi crimini è una questione di ricerca scientifica. E’ piuttosto logico attendersi che alcuni abbiano una vaga conoscenza di Suharto e probabilmente dell’enormità del suo crimine. Tuttavia ciò non è sufficiente perché la maggioranza delle persone sappia nel dettaglio che cosa sta succedendo nel mondo. Il termine ‘dettaglio’ evidenziato non significa una conoscenza ‘enciclopedica’, ma un mezzo per far sì che ogni essere umano, come entità morale, non solo sia consapevole dei crimini dei Suharto del mondo, ma cominci a riflettere sul fare qualcosa al riguardo, in modo collettivo. L’esperienza ci dimostra che la conoscenza dei dettagli, diversamente dalla conoscenza vaga, costruisce in noi il desiderio di agire, e di agire con rabbia.

Qui è necessario esaminare che cosa intendiamo con “i Suharto del mondo”. Dobbiamo limitare la nostra rabbia e le nostre azioni solo agli assassini mostruosi in stile Suharto o ampliare la gamma a includere altri generi di persone ‘distruttive’?

Penso che il modo migliore per presentare un’immagine di tale gamma consista nel proporre alcuni esempi.

1. Constantine Karamanlis

Fu scelto dagli USA nel 1955 come primo ministro della Grecia. Da allora e fino alla sua morte, nel 1998, per 43 anni fu coinvolto nel rendere la Grecia ciò che è oggi. Per questo ha il titolo onorifico definitivo espresso dal termine greco ‘ethnarch’, ‘capo della nazione’, in cui il termine ‘capo’ [arch] denota una ‘grandezza’ gigantesca.

Karamanlis è responsabile di aver creato, come strumento degli USA, una situazione che condotto un popolo intero, il popolo greco di 11 milioni di cittadini, a un’impasse profonda e pericolosa. Nella seconda metà del decennio del 1940 il governo greco di destra, armato dagli Stati Uniti, uccise circa 150.000 greci di sinistra. La Sinistra allora reagì e avviò una rivolta costruendo un esercito rivoluzionario. Per sottometterla il governo allontanò la popolazione contadina dai propri villaggi della Grecia settentrionale, dove avevano luogo gli scontri, per eliminare ogni supporto logistico che i contadini potessero offrire ai rivoluzionari.

Come previsto, la destra, sotto la supervisione del generale James Van Fleet dell’esercito degli Stati Uniti, sconfisse la Sinistra. Tuttavia il risultato concomitante fu che migliaia degli sfollati gravitarono verso Atene per sopravvivere. Dare casa e lavoro a tali migliaia, a sua volta, ebbe come conseguenza quella che potremmo chiamare la “maledizione degli edifici residenziali a più piani” [vedasi nota 2].

Anni fa un’immagine satellitare di Atene fu foto-interpretata come un’area del pianeta simile a una superficie ‘rocciosa’. Le lastre di cemento dei tetti degli edifici di appartamenti, formando una superficie quasi continua, trasformavano Atene in una città-mostro che durante i mesi estivi diviene un ‘forno’, un ‘martirio’ sopportabile. Ciò che è intollerabile è che la costruzione di questi edifici in cemento armato da sei a otto piani hanno intrappolati gli ormai quattro milioni di abitanti di Atene in un luogo molto pericoloso in cui vivere; edifici fragili in un luogo soggetto a terremoti. Poiché il cemento è un materiale intrinsecamente friabile che cede nel corso di un sisma, come dimostrato dall’esperienza storica di centinaia di migliaia di morti nel corso dell’ultimo secolo. Per questa città-mostro qualsiasi calamità futura che possa avervi luogo durante un forte terremoto andrebbe ‘ricordato’ ,l’’etnarca’ Karamanlis.

Inoltre oggi c’è un problema stranamente ‘non cristiano’: un greco, diciamo, ha acquistato un appartamento in questi edifici per duecentomila euro, grazie a un presto offertogli, essenzialmente da finanziatori stranieri, anni fa. Oggi un tedesco o un finlandese può acquistare quell’appartamento per cinquantamila euro. I greci, disoccupati e al limite della povertà, devono rimborsare il prestito o finire in carcere. La domanda cui rispondere al riguardo è:

a) Il tedesco o il finlandese è consapevole dell’immoralità di una simile transazione?

b) Il signor Schaueble, la signora Merkel e padron Jeroen Dijsselbleom (quell’uomo ‘cortese’ e ‘leader’ gentile), tutte persone istruite e potenti, sanno del seguente testo importantissimo del Dipartimento di Stato USA: “Il signor Dort ha commentato che la Grecia conseguirà la vitalità economica a un certo livello, e che dobbiamo decidere quale sarà tale livello”? Fu in un memorandum del 4 agosto 1949 del Dipartimento di Stato [868.6463/8-449, N.A.]. Il signor Dort era un funzionario del Dipartimento di Stato all’epoca. In base a tale testo la ‘troika’ citata sopra può spiegarci che cosa è successo in Grecia nei 66 anni trascorsi dal 1949?

2. Jon Burge, poliziotto ‘torturatore capo’ di Chicago. Burge, da poliziotto, ha torturato per decenni prevalentemente neri a Chicago. Ad esempio Anthony Holmes, un nero, dopo essere stato torturato da Burge ha trascorso trent’anni in carcere per un crimine che non aveva commesso.

3. Franco, Spagna.

4. John Yoo, docente di diritto a Berkeley, aficionado della tortura nell’era di W. Bush.

5. Anne-Aymone Giscard d’Estaing, first-lady francese. Nel 1979 ricevette una collana di diamanti in regalo dal dittatore africano Bokassa, divenuto famoso perché uccideva e mangiava i suoi avversari.

6. Bokassa.

7. La banda Bush: Cheney, Rumsfeld, Rove, Wolfowitz, Bolton, ecc.

8. Lenin, Churchill e altri uomini “grandi” …

9 Alessandro il Grande, l’’eroe’ dell’occidente.

10. Papa Pio XII, il cristiano cripto-nazista.

Nessun bisogno di continuare. L’immagine della gamma delle persone non solo ‘distruttive’ in quanto assassine, ma anche delle persone amorali e tuttavia potenti che dominano l’umanità e solo ugualmente distruttive, è sufficientemente evidente. Inoltre questa gamma dovrebbe includere anche non solo persone che sono vive oggi ma anche persone che sono morte, specialmente quelle morte.

Dunque se, come affermato più sopra, i dettagli degli atti di questi esseri umani ‘distruttivi’ dovrebbero essere noti alla gente comune in modo che tale consapevolezza la motivi a fare ‘qualcosa’, come possono essere portati alla luce e resi pubblici tali dettagli?

Mio suggerimento o proposta: mediante un tribunale del tipo di quello di Norimberga.

Che ci sia stato già il Tribunale Bertrand Russell del novembre 1966 e i suoi epigoni, testimonia verosimilmente il valore di ampliare la gamma dalle nazioni maggiormente canagliesche ai singoli criminali. Penso che la storia dettagliata degli atti vili di un essere umano colpisca istintivamente e intensamente la mente di qualsiasi persona comune.

Il Tribunale Bertrand Russell affermò che: “Non siamo giudici. Siamo testimoni. Il nostro compito è far sì che l’umanità rechi testimonianza di questi crimini terribili e unire l’umanità dalla parte della giustizia in Vietnam” [Corsivo mio]. Oggi si propone qui che dovremmo essere più che testimoni; dovremmo avere la motivazione non solo ad apprendere quello che succede nel mondo, ma anche avere il coraggio di agire per cambiare il mondo.

Ecco una proposta iniziale per un tribunale del tipo di Norimberga, proposta che può essere migliorata e ampliata da qualsiasi uomo o donna comune compagni di umanità nel mondo:

- Nome alternativo: ‘Tribunale Mondial’ o ‘Tribunale Ecumenico’.

- Scopo: Comprendere e cambiare il mondo mediante la conoscenza acquisita è prevalentemente alla base della procedura di presentazione al Tribunale della storia biografica dettagliata delle persone ‘distruttive’.

- Sede o direzione generale del Tribunale: qualsiasi luogo del mondo o di Internet.

- Scelta degli individui da ‘esaminare’: da parte del mondo, attraverso Internet. Metodo decisionale: a maggioranza o come diversamente deciso dal mondo.

- Continua e persistente diffusione degli atti del Tribunale in tutto il mondo.

- Finanziamento: dalla gente comune del mondo [anche da ricchi che potrebbero, forse, essere onesti].

 

Note

[1] Il 7 dicembre 1975 Suharto invase Timor Est, secondo le istruzioni del presidente Gerald Ford e del suo Segretario di Stato, Henry Kissinger. Uccisi furono 200.000 timoresi, un terzo della popolazione, secondo Amnesty International e Asia Watch. Vedere ‘The Trial of Henry Kissinger’ [Il processo a Henry Kissinger], Verso, 2001, di Christopher Hitchens.

[2] Il modo in cui operò l’orgia dell’edilizia, che durò circa 60 anni, è descritto nel mio articolo ZNet “The MIT ‘Offspring’”[La prole del MIT], del 10 dicembre 2011. Dopo circa 15 anni dalla cacciata dei contadini greci dai loro villaggi, lo stesso metodo fu applicato anche in Vietnam contro i contadini vietnamiti. Solo che quella volta i contadini non furono ospitati in edifici di cemento armato, bensì in campi di concentramento, i ‘borghi strategici’. Ciò fu ‘battezzato’ come ‘urbanizzazione’ dalle élite istruite degli Stati Uniti.

 

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/what-is-going-on-in-the-worl/