Originale: Truthdig

Fonte: http://zcomm.org/

http://znetitaly.altervista.org/

6 maggio 2015

 

Gettiamo nel panico i ricchi

di Chris Hedges

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Ai ricchi delle grosse aziende non importa chi vince l’lezione presidenziale. A loro non importa chi è eletto al Congresso. I ricchi hanno il potere. Buttano i soldi ai loro favoriti nel modo in chi scommette mette il denaro sul suo cavallo preferito. Il denaro ha sostituito il voto. I ricchi possono schiacciare chiunque non giochi secondo le loro regole. E le élite politiche – sbavando sul bottino fornito dai loro padroni che possiedono le grosse aziende per averci svenduto – capiscono il gioco. Barack e Michelle Obama, come prima i Clinton, otterranno molti milioni di dollari dopo aver lasciato la Casa Bianca. E il rappresentante che avete eletto alla Camera o al Senato, se non è già un multimilionario, lo sarà presto quando lui /lei andrà in pensione dal governo e gli/le saranno date delle “poltrone” nei consigli di amministrazione delle grosse aziende o incarichi nelle ditte legate alle  lobby. Non viviamo in una democrazia. Viviamo in un sistema politico che ha legalizzato la corruzione, che serve esclusivamente al potere delle grosse aziende ed è stracolmo di propaganda e di bugie.

Se volete un cambiamento in cui poter credere, distruggete il sistema. E cambiare il sistema non significa collaborare con questo, come Bernie Sanders sta facendo giocando secondo le regole truccate del Partito Democratico. Una profonda trasformazione sociale e politica viene riconosciuta nei parlamenti e nei tribunali ma non è mai iniziata lì. Il cambiamento radicale arriva sempre dal basso. Fino a quando il nostro sguardo è rivolto in alto verso i potenti, fino a quando investiamo nella speranza di riformare il sistema del potere delle grosse aziende, rimarremo schiavi.

Ci possono essere delle brave persone all’interno del sistema – Sanders ed Elizabeth Warren sono degli esempi – ma non è questo non è il punto. E’ il sistema che è marcio.  Deve essere sostituito.

“L’unico modo per ottenere l’attenzione dei partiti, è levare loro i voti,” mi ha detto per telefono Ralph Nader. “Così,” ha detto a proposito di Sanders, “Quanto fa sul serio? Fa sembrare la Clinton una candidata più falsa. Dovrà andare d’accordo con lui su molte cose. Dovrà essere più anti-Wall Street per tenerlo lontano e neutralizzarlo. Sappiamo che sono sciocchezze. Hillary ci tradirà una volta diventata presidente.

Sanders fa in modo che sembri più probabile che lei vinca. E in aprile sarà spacciato. Poi svanirà.”

Dobbiamo costruire movimenti di massa che siano alleati con partiti politici indipendenti – una tattica usata in Grecia da Syriza e in Spagna da Podemos. L’azione politica senza l’appoggio dei movimenti di massa radicali diventa inevitabilmente vuoto, e questo, penso, sarà il destino della campagna elettorale di Sanders. Soltanto costruendo movimenti militanti di massa che siano incessantemente ostili al sistema del capitalismo delle grosse imprese, all’imperialismo, al militarismo e alla globalizzazione, possiamo riprenderci la nostra democrazia.

I cancelli sono controllati da  due partiti vincolati agli stessi interessi commerciali,” ha detto Nader. “Se non si attraversaoi quei cancelli, se non si fa ciò che ha fatto [Ross] Perot,…[si potrebbero] ottenere 19 milioni di voti [ma] non un solo voto elettorale. Se non si ottengono voti elettorali, non si arriva vicino alla carica. E anche se si ottengono voti elettorali si deve fronteggiare un asso piglia tutto. Questo significa che se si perde non si costruisce per il futuro come avvererebbe con la rappresentazione proporzionale. Il sistema è un sistema chiuso. È’ stato concepito in maniera intelligente. E’ tagliato apposta  per  perfezionare un duopolio di due partiti. Dobbiamo organizzarci attorno a una serie di domande non negoziabili. Dobbiamo smantellare la varietà di meccanismi che i ricchi usano per controllare il potere. Dobbiamo distruggere il sistema ideologico e legale inserito solidamente per giustificare il saccheggio fatto dalle  grosse aziende .

ende. Questa si chiama rivoluzione. Si tratta di strappare via il potere da una congrega di oligarchi delle grosse imprese e di restituirlo alla cittadinanza. Questo non avverrà rendendoci attraenti  al potere delle grosse aziende, ma terrorizzandolo. E il potere, come abbiamo visto a Baltimora, sarà terrorizzato soltanto quando scenderemo nelle strade. Non c’è altro modo.

“I ricchi vengono sconfitti soltanto quando devono scappare per salvarsi la vita,” osservava lo storico C.L.R. James. E fino a quando non vedete i ricchi fuggire presi dal panico dalla aule del Congresso, dai templi della finanza, dalle università, dagli agglomerati dei media, dall’industria della guerra e dalle loro comunità esclusive chiuse con cancelli e dai club privati, tutta la politica in America sarà una farsa.

E’ chiaro alla maggior parte delle persone del mondo che aver organizzato il comportamento politico e sociale intorno ai dettami del mercato, si è dimostrato un disastro per i lavoratori e le lavoratrici. La prosperità promessa che avrebbe dovuto aumentare gli standard vita per mezzo dell’economia delle ricadute favorevoli  (trickle economy)  si è rivelata una bugia. http://it.wikipedia.org/wiki/Trickle-down

Lo stato delle grosse aziende, comprendendo che è stato smascherato, dato  l’aumento delle agitazioni, ha formato forze di polizia militarizzate, ci ha spogliato della protezione legale, si è impossessato dei corpi legislativi, dei tribunali e dei mass media  e ha costruito il sistema di sorveglianza di massa più invadente della storia umana. Il potere delle grosse aziende, se non viene controllato, succhierà ogni ultimo pezzetto di profitto dalla società umana e dall’ecosistema, prima di crollare. E non ha limiti esterni. Soltanto noi possiamo crearli.

Per salvarci dall’incombente catastrofe finanziaria e ambientale è necessario costruire movimenti che abbiamo come scopo assoluto l’abolizione del potere delle grosse aziende. Una dopo l’altra queste aziende, comprese le banche, le società che forniscono energia, il settore della sanità, e i contractors della difesa, devono essere sciolte e nazionalizzate. Dobbiamo istituire un programma a livello nazionale di lavori pubblici, specialmente per le persone al di sotto dei 25 anni, per creare condizioni di pieno impiego. Dobbiamo autorizzare un salario minimo di 15 dollari all’ora. Dobbiamo decurtare le nostre oscene spese militari per la difesa – spendiamo 610 miliardi di dollari all’anno, più di quattro volte   del secondo paese che spende di più per in campo militare,  la Cina – e ridurre le dimensioni delle nostre forze armate di più della metà. Dobbiamo ricostruire le nostre infrastrutture, compresi i trasporti pubblici, le strade, i ponti, le scuole, le biblioteche e le case popolari. Dobbiamo afre guerra all’industria dei combustibili fossili e passare alle fonti alternative di energia. Dobbiamo imporre tasse pesanti ai ricchi, compresa una tassa speciale agli speculatori di Wall Street che sarebbe usata per cancellare la somma di 1,3 trilioni di debito studentesco. Dobbiamo garantire che l’istruzione a tutti i livelli, insieme alla sanità, sia un diritto gratuito di tutti gli americani, non qualcosa di accessibile soltanto ai ricchi. Dobbiamo abolire il Collegio Elettorale e autorizzare il finanziamento pubblico delle campagne di propaganda politica. Dobbiamo assicurarci che gli anziani, i disabili, i padri/madri single  poveri e i malati di mente ricevano un’entrata settimanale di almeno 600 dollari, oppure dobbiamo trovare loro spazio in istituzioni gestite dallo stato se essi richiedono assistenza  quotidiana. Dobbiamo istituire una moratoria sui pignoramenti e sulle riappropriazioni delle banche. Dobbiamo porre fine alle nostre guerre e alle guerre per procura in Medio Oriente e riportare a casa i nostri soldati: marines, aviatori e marinai. Dobbiamo pagare indennizzi all’Iraq e all’Afghanistan, e agli afro-americani i cui antenati hanno in gran parte costruito questo paese come schiavi che non sono mai stati compensati per il loro lavoro. Dobbiamo revocare il Patriot Act http://it.wikipedia.org/wiki/USA_PATRIOT_Act

e la sezione 1021 della Legge di Autorizzazione alla Difesa  Nazionale. Dobbiamo abolire le pena di morte. Dobbiamo smantellare il nostro sistema di carcerazione di massa, rilasciare la gran maggioranza dei nostri 2,3 milioni di detenuti, inserirli in programmi  di avviamento al lavoro  e trovare loro un impiego e un alloggio.

La polizia deve essere smilitarizzata. La sorveglianza di massa deve finire. Ai lavoratori privi di documenti deve essere data la cittadinanza e piena protezione della legge. Il NAFTA, il CAFTA e altri accordi di libero commercio devono essere revocati. Le leggi antisindacali come il Taft-Hartley Act, insieme alle leggi che criminalizzano la povertà e il dissenso, devono essere revocate. http://it.wikipedia.org/wiki/Taft-Hartley_Act

Non aspettatevi che i padroni della guerra e del commercio permettano di buon grado

che questo accada.

Le rivoluzioni richiedono tempo. Spesso sono iniziate da una generazione e completate da quella successiva. Coloro che per primi contrastano uno stato, sono i primi a essere travolti nella sua rovina,” scriveva Montaigne nel 1580. “I frutti dei trambusti pubblici sono raramente goduti da colui che ne è stato il primo “motore”; soltanto lui agita l’acqua per la rete di un altro.” ( Fa in modo che chi viene dopo raccolga i vantaggi della sua attività, n.d.t.). Le rivoluzioni possono essere schiacciate dalla forza, come è ampiamente dimostrato dalla storia. Oppure possono essere sequestrate da individui, come Vladimir Lenin, Leon Trotsky e Josef Stalin o da movimenti che tradiscono la popolazione. Non ci sono garanzie che ci muoveremo  in un paradiso dei lavoratori o in  un’utopia socialista – potremmo andare verso la forma più efficace di totalitarismo nella storia umana.

I movimenti estremisti spesso sono i loro peggiori nemici. Gli attivisti che ne fanno parte hanno la brutta abitudine di litigare su piccoli punti misteriosi di dottrina, provocando scissioni controproducenti, leggendo male il potere e impegnandosi in lotte interne di potere controproducenti e sostanzialmente auto-distruttive. Quando non calcolano attentamente il loro potere e il momento di colpire, spesso si spingono troppo oltre e vengono schiacciati. Lo stato usa le sue ampie risorse per infiltrarsi nei gruppi, controllarli e denigrarli o per assassinare i capi del movimento – tutte le insurrezioni, anche quelle che si presume non ne abbiano – hanno dei capi. Il successo non è assicurato, specialmente considerati gli alti livelli di violenza che hanno caratterizzato la società americana.

Ma, indipendentemente da ciò che accade, la reazione a catena che porta alla rivolta, è cominciata. La maggior parte delle persone si rendono conto che le nostre aspettative per un futuro migliore sono state cancellate, non soltanto quelle per noi stessi, ma anche quelle per i nostri figli. Questa consapevolezza ha acceso la miccia. C’è una diffusa perdita di fiducia verso i sistemi di potere costituiti. La volontà di governare si sta indebolendo tra le élite che sono incantati dall’edonismo e dalla decadenza.  La corruzione interna è  dilagante  e trasparente. Il governo è disprezzato.

 

La nazione, come molte società pre-rivoluzionarie, va verso la crisi. Lenin ha identificato le componenti che si uniscono per incoraggiare una rivolta che abbia successo:

La legge fondamentale della rivoluzione, che è stata confermata da tutte le rivoluzioni, e particolarmente da tutte le tre rivoluzioni russe del ventesimo secolo, è la seguente: non basta per la rivoluzione che le masse sfruttate e oppresse capiscano l’impossibilità di vivere alla vecchia maniera e che chiedano dei cambiamenti, quello che si richiede alla rivoluzione è che gli sfruttatori non dovrebbero essere in grado di  vivere e governare alla vecchia maniera.

Soltanto quando le “classi inferiori” non vogliono la vecchia maniera e chiedono dei cambiamenti, e quando le “classi elevate” non ce la fanno ad andare avanti nella vecchia maniera – soltanto allora la rivoluzione può vincere.

Quando ero corrispondente estero mi occupavo di rivolte, insurrezioni e rivoluzioni, compresi i conflitti di guerriglie negli anni ’80 in America Centrale, le guerre civili in Algeria, Sudan e Yemen, le due insurrezioni (intifade) palestinesi, insieme alle rivoluzioni in Germania Est, Cecoslovacchia e Romania, e la guerra nell’ex Jugoslavia. Ho visto quei regimi dispotici crollare all’interno. Una volta che i “manovali” dell’élite, cioè la polizia, i tribunali, gli impiegati statali, la stampa, la classe intellettuale e, infine, l’esercito, non hanno più la volontà di difendere il regime, il regime è finito. Quando a questi organi statali si ordina di compiere azioni di repressione, come sgomberare la gente dai parchi, arrestare i dimostranti e sparargli – ed essi si rifiutano quegli ordini – il vecchio regime si sbriciola. La patina del potere sembra intatta prima di una rivoluzione, ma il marcio interno, invisibile al mondo esterno, svuota costantemente l’edificio dello stato. E quando i regimi morenti crollano, lo fanno a velocità vertiginosa. L’insurrezione sta arrivando. La gente deve essere preparata. Se saremo pronti, avremo una possibilità.

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/make-the-rich-panic