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Sabato, 19 dicembre 2015

 

I fili dell'intrigo neo-capitalista si dissolvono, l'epilogo si avvicina

di James Howard Kunstler

tradotto da Nicola Palilla

 

A volte le società, così, prendono ed impazziscono. Giappone, 1931. Germania, 1933. Cina, 1966. Spagna, 1483. Francia, 1789. Russia, 1917. Cambogia, 1975. Iran, 1979. Ruanda, 1994. Congo, 1996, per citare che solo alcuni casi. Nel dire che impazziscono, intendo riferirmi ad un momento della loro storia in cui esse non si curano più delle conseguenze delle loro azioni, qualunque esse siano, compreso, in modo particolare, l'omicidio di massa. Gli USA sono usciti di strada nel 1861 e, benché il massacro organizzato abbia sviluppato una serie di romantiche mitologie storiche – soprattutto dopo che Ken Burns ne ha fatto una trasmissione televisiva – il mondo civilizzato, fino a quel momento, non aveva quasi mai visto una tale orgia epica di fornicazione con la morte.

 

Dubito del fatto di essere l'unico a preoccuparsi del fatto che l'America oggi stia perdendo il suo spirito collettivo. Le nostre relazioni ufficiali con gli altri paesi sembrano perfettamente concepite per creare il caos. Le università sono affondate dentro pozzi tossici senza fondo, anche oltre l'anti-intellettualismo, verso il regno dell'allucinazione. Dementi uomini armati falciano ogni settimana dei perfetti sconosciuti nell'ambito di quella che somiglia ad una gara con sempre più partecipanti a mettere fine alle proprie miserabili vite, conseguendo il punteggio del numero più elevato di vittime.

Gli ingegneri finanziari hanno fatto tutto il possibile per pervertire e scalzare le attività dei mercati. I partiti politici si suicidano per disinteresse e corruzione.

Non esiste una narrazione sensata per spiegare il nostro comportamento nei confronti della Russia. La nostra campagna per destabilizzare l'Ucraina ha funzionato bene, no? E poi siamo stati sorpresi quando la Russia ha riconquistato un territorio tradizionalmente russo, la Crimea, con i suoi porti strategici in acqua calda. Chi avrebbe potuto pensare a ciò? In seguito, abbiamo provato a contrariare i russi con le sanzioni economiche. Il risultato concreto è stato che Vladimir Putin ha finito per apparire più razionale e più sano di mente di tutti i dirigenti (??) della coalizione della NATO.

Ultimamente, la Russia ha colmato il vuoto di leadership in Siria, ripulendo i danni che l'America ha provocato durante due decenni di crociate, che hanno lasciato sul campo governi incapaci di governare.  

Due settimane fa, all'assemblea generale dell'ONU, il presidente Putin ha constatato come la demolizione sistematica di tutte le nazioni deboli non sia probabilmente la giusta ricetta per la pace nel mondo. Il presidente Obama non ha mai proposto qualcosa di coerente per riparare a tutto ciò. È spiazzante rendersi conto che il nostro avversario storico sia la sola figura sulla scena mondiale che può proporre qualcosa di credibile su ciò che dovrebbe succedere in Siria.

L'attacco al bombardiere russo, abbattuto da idioti in Turchia con l'assistenza degli USA, è una cosa davvero notevole: sembra essere stata un'azione irresponsabile provocata dal nostro campo in vista delle terza guerra mondiale. Ma perché? Per rendere il mondo più sicuro per i Kardashian?

La sparatoria nel campus di prima del Thanksgiving è stata più un riflesso dell'incredibile lassismo dei direttori dei colleges che della follia degli spiriti giovanili, che, non essendo ancora ben formati, sono facilmente sedotti da finzioni idealiste. Gli adulti questo dovrebbero saperlo.

Il rettore dell'università di Princeton, Christopher Eisgruber, ha effettivamente strumentalizzato la richiesta della Black Justice League di cancellare la presenza di Woodrow Wilson dal campus, perché la sua memoria ricorda un ardente segregazionismo e, allo stesso tempo, di creare uno spazio sociale distinto (cioè, segregazione) solamente per i neri. Mi domando come egli abbia potuto, in cuor suo, conciliare queste due richieste.

Il rettore dell'Amherst College, Biddy Martin, ha vantato gli studenti che protestavano contro la libertà di parola, dicendo:

«In questi ultimi giorni, un gran numero di studenti hanno parlato con eloquenza e in modo commuovente delle loro esperienze di razzismo e dei pregiudizi nel campus e fuori. L'intensità e la dimensione del loro dolore sono evidenti, come la loro stanchezza. Questo dolore è reale. La dichiarazione della loro solitudine e del loro sentirsi invisibili è straziante. Nessun tentativo di minimizzare o banalizzare questi sentimenti sarà convincente per quelli che tra di noi li hanno ascoltati. É un bene che i nostri studenti abbiano colto questa occasione per parlare, piuttosto che interiorizzare il loro isolamento e la mancanza di cure che hanno descritto»

Risultato finale: il pregiudizio morale annulla la libertà d'espressione. No, questo è l'esatto opposto del senso del Primo Emendamento. Come fa un rettore a non comprendere ciò e a non difendere il campus da questo genere di dispotismo giacobino?

La risposta è che sono ostaggi dei dogmi “cotti a fuoco lento” da parte di carrieristi intorno alle nozioni di razza e identità, che non si preoccupano di fare distinzione tra ciò che è vero e ciò che è falso – ed è questo il tono ufficiale dell'insegnamento superiore in America oggi. È una scorciatoia per non comprendere la differenza tra ciò che è reale e ciò che non le è.

Il fenomeno degli uomini armati isolati, dementi che uccidono sconosciuti ed innocenti, si trasformerà in una insurrezione civile, quanto più i principali partiti politici si indeboliranno e le fazioni saranno interessate unicamente e con ogni mezzo al regolamento interno dei conti.

La storia insegna che la violenza è contagiosa e che le inibizioni sociali saltano quando vi sono tutte le condizioni favorevoli. I gruppi si concedono il permesso d'agire fuori dal limite del comportamento normale e, tutto ad un tratto, le atrocità diventano all'ordine del giorno.

I due, Trump e Hillary, hanno la ricetta per distruggere i loro rispettivi partiti e penso che sia probabile che lo faranno. Purtroppo, il fatto che non viviamo in un regime parlamentare in cui le minoranze sono riconosciute quali legittime, ci induce ad intravedere un prossimo futuro di disordini politici. Di conseguenza, ne scaturirà un regime politico assai severo, perché preoccupato di ristabilire l'ordine pubblico a qualunque prezzo.

É probabile che la spinta iniziale, di cui questa situazione ha bisogno per esplodere, sarà data dall'implosione del sistema finanziario, che è attualmente poggiato sulle rovine del credito agonizzante. Il falso capitalismo regnante è fondato, infatti, su falsi capitali, una fantomatica ricchezza nazionale e valori ormai da tempo spariti. Dalla conoscenza della storia sappiamo che momenti come questi hanno aperto una strada diritta per l'affondamento del valore della moneta, cosa che anticiperà l'affondamento ben più grande di tutti i nostri interessi più prossimi.

È come se nelle società esistesse una specie di organo sensoriale di massa, del tutto invisibile, atto a ricevere il segnale che tutti i sistemi sono in crisi. Ancora più grave e certo è che ciò angoscia gli individui al punto tale da renderli capaci di credere in qualunque cosa e commettere di tutto.

 


James Howard Kunstler è autore di numerosi libri, tra cui: The Geography of Nowhere, The City in Mind: Notes on the Urban Condition, Home from Nowhere, The Long Emergency, Too Much Magic: Wishful Thinking, Technology, The Fate of the Nation. Ha scritto anche diversi romanzi: World Made By Hand, The Witch of Hebron, Maggie Darling — A Modern Romance, The Halloween Ball, Embarrassment of Riches, e altri ancora. Ha pubblicato tre romanzi con Water Street Press: Manhattan Gothic, A Christmas Orphan, The Flight of Mehetabel.


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30.11.2015