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9 gennaio 2015

L’Egitto raddoppia la zona cuscinetto con Gaza
di Sonia Grieco

Rafah sarà rasa al suolo e gli abitanti saranno trasferiti. Il governo spera così di contrastare la presenza di gruppi jihadisti nel Sinai, dove è forte l’avversione verso il governo centrale. E la questione sicurezza dominerà l’imminente campagna elettorale per le parlamentari di marzo e maggio

Roma, 9 gennaio 2015, Nena News

I bulldozer egiziani torneranno in azione e questa volta di Rafah potrebbe non restare molto. Il Cairo, infatti, ha deciso di raddoppiare l’estensione della zona cuscinetto di 500 metri, che corre per circa 13,5 chilometri lungo il confine con la Striscia di Gaza.

Il valico di Rafah è l’unico accesso all’esterno dell’enclave palestinese tenuta sotto assedio da Israele. La militarizzazione di questa zona potrebbe aggravare la già precaria situazione di Gaza, quasi totalmente distrutta dall’operazione militare israeliana della scorsa estate, e ha probabilmente lo scopo di aumentare la pressione su Hamas che governa la Striscia. Non corre buon sangue tra il movimento islamico palestinese e l’Egitto del presidente Abdel Fattah Al Sisi, salito al potere dopo il golpe del 2013 che ha deposto l’esponente dei Fratelli Musulmani Mohammed Morsi.

Inoltre, il raddoppio della zona cuscinetto prevede il trasferimento forzato di centinaia di famiglie, di una popolazione che da lungo tempo critica il governo centrale. Il Sinai settentrionale è una delle aree più povere dell’Egitto e gli abitanti lamentano di essere marginalizzati. Amnesty International ha criticato il progetto del Cairo, giustificato da ragioni di sicurezza, e ha ribadito che la distruzione di centinaia di case e il trasferimento forzato degli abitanti sono atti illegali. Ma per il governo egiziano, i tunnel sotterranei che collegano l’Egitto con Gaza sono utilizzati per il passaggio di terroristi e di armi, e con l’ampliamento della zona di sicurezza spera di arginare questi traffici.

La zona cuscinetto è stata creata alla fine di ottobre per contrastare l’infiltrazione di jihadisti in territorio egiziano, in seguito a un attentato in cui hanno perso la vita 31 militari egiziani. Il peggiore degli anni recenti, che hanno visto un aumento della tensione nella regione dal golpe del 2013, con attacchi e imboscate a polizia e soldati. La presenza massiccia dell’esercito egiziano non è però riuscita a fermare i gruppi jihadisti presenti sul territorio.

Nell’iniziale zona cuscinetto sono state abbattute oltre 800 abitazioni e 1.100 famiglie hanno dovuto lasciare Rafah. Questa seconda fase prevede la demolizione di 1.220 case e il trasferimento degli inquilini. Le operazioni dovrebbero concludersi entro la metà della prossima settimana, hanno riferito funzionari militari all’Associated Press.

Per gli sfollati ci sarà una “nuova Rafah”, ha detto il governatore del distretto settentrionale del Sinai, Abdul Fattah Harhour, spiegando che i tecnici si stanno preparando a lavorare a questa nuova città.

La questione sicurezza sarà il cavallo di battaglia della prossima tornata elettorale. Ieri sono state annunciate le date delle elezioni parlamentari, che si svolgeranno in due fasi: 22-23 marzo e 6-7 maggio. Il voto dovrebbe segnare la fine del periodo di transizione gestito dai militari dopo la cacciata di Morsi, è la terza tappa della cosiddetta road map per la transizione democratica del Paese. Le altre due tappe sono state il varo della Costituzione e l’elezione di al-Sisi alla presidenza.

L’Egitto è senza parlamento dal giugno 2012, quando fu sciolta l’assemblea controllata dai Fratelli Musulmani dopo le prime elezioni democratiche tenute in seguito alla caduta di Hosni Mubarak nel 2011.

Intanto, oltre il confine la situazione è sempre più precaria, aggravata da pessime condizioni metereologiche. La Striscia di Gaza è battuta dal vento, dalla pioggia e dal freddo. Ieri è stato chiuso il porto a causa delle mareggiate. L’elettricità è erogata soltanto poche ore al giorno e per il riscaldamento si usa la legna. Ci sono oltre centomila sfollati e in tanti vivono in tende o tra le macerie. Nena News

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