Al-Araby al-Jadeed 

08/07/2015

 

“Non siamo numeri”: il dolore di Gaza

di Yusuf Abu Watfa

Traduzione e sintesi di Paola Conti.

 

Parole e arte per esprimere la sofferenza di Gaza

 

Maisoon Bashir è una dei tanti ragazze e ragazzi palestinesi che attraverso le sue storie e i post scritti in lingua inglese mostra al mondo la propria esperienza e quelle di migliaia di giovani che patiscono la sofferenza quotidiana dell’assedio e della distruzione incessanti, dovuti alla guerra israeliana nella Striscia di Gaza, assediata ormai da nove anni.

A margine dell‘iniziativa “We are not numbers” (Non  siamo numeri) organizzata dall’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani, la ragazza ha raccontato che, demoralizzata per non aver potuto recarsi all’estero per completare i suoi studi universitari, ha deciso di rivolgersi alla scrittura e ai post in inglese per presentare al mondo l’enorme sofferenza che vivono i giovani di Gaza.

“Quando è iniziata l’ultima guerra d’Israele contro Gaza, la scorsa estate, ne ho preso nota sotto forma di storie che raccontano dettagliatamente quei 51 giorni, i bombardamenti, la distruzione, il dolore che il popolo vive sotto gli attacchi militari israeliani che colpiscono i civili”, ha aggiunto Maisoon.

L’iniziativa “We are not numbers” avviene nel primo anniversario dell’ultima guerra di Israele contro la Striscia e si pone l’obiettivo di inviare al mondo il messaggio che i giovani e i martiri di Gaza non sono solo numeri e che hanno il diritto di vivere una vita libera e dignitosa.

Maisoon ha spiegato che il progetto, per il quale ci sono voluti sette mesi di preparazione, sarà lanciato attraverso una serie di murales e post in inglese per mostrare al mondo le vicende della gioventù palestinese nell’assediata enclave. 

“Lo scopo principale di questa campagna è basato sul diritto del popolo palestinese e degli abitanti della Striscia di Gaza di vivere in libertà e sicurezza, senza continue minacce e guerre provocate dall’occupazione israeliana”, dice Hamza Mughari, uno dei partecipanti al progetto.

Il ragazzo ha inoltre spiegato che le storie e i post, che saranno mostrati sul sito web dell’iniziativa, sono rivolti principalmente all’Occidente per far conoscere l’orrore dell’occupazione e la crudeltà dei crimini perpetrati contro la popolazione di Gaza e in particolar modo contro i giovani. Racconti ed esperienze reali della gioventù nel mezzo dell’assedio e della guerra.

Saranno, inoltre, organizzati molti eventi e presentati gli scritti di decine di attivisti e le attività si concluderanno il 26 agosto prossimo. L’artista Ahmad al-Saidawi ha disegnato un murales nel centro della città di Gaza per pubblicizzare il nome dell’iniziativa e ed il suo sito internet, sfruttando il suo talento nei graffiti.

Saidawi ha detto che la sua partecipazione a questa iniziativa si propone di mostrare il dolore del popolo palestinese attraverso i disegni ed ha sottolineato che tale progetto mira ad attirare lo sguardo del mondo verso i palestinesi e verso la loro sofferenza dovuta all’occupazione e all’assedio israeliani.

In tale contesto, il presidente dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani, Ramy Abdu, ha affermato che l’iniziativa vuole far conoscere alla comunità occidentale la quotidiana sofferenza dei palestinesi a Gaza, derivante dai crimini israeliani perpetrati contro la popolazione.

Abdu ha inoltre riferito che alla fase iniziale del progetto partecipano 30 ragazzi e ragazze, ma che questo numero sarà destinato ad aumentare ed ha sottolineato che la prima fase dell’iniziativa si basa principalmente sull’uso della lingua inglese, ma che in seguito si ricorrerà anche ad altre lingue straniere per dar voce alla tragedia palestinese.

 


Yusuf Abu Watfa è un giornalista palestinese che scrive da Gaza.

 

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