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25 nov 2015

 

Margine Protettivo: organizzazioni palestinesi alla Corte Penale

di Rosa Schiano

 

Al Haq, Al-Mezan, Addameer e Pchr consegnano documenti sull’operazione israeliana della scorsa estate chiedendo l’apertura di un’inchiesta per crimini di guerra.

 

Roma, 25 novembre 2015, Nena News –

 

Le organizzazioni palestinesi per i diritti umani Al-Haq, Al-Mezan Center for Human Rights, Addameer ed il Palestinian Center for Human Rights hanno consegnato a Fatou Bensouda, pubblico ministero della Corte Penale Internazionale, un documento contenente informazioni sui crimini documentati congiuntamente durante l’offensiva israeliana del 2014 contro la Striscia di Gaza.

Denominata “Margine Protettivo”, l’operazione militare è stata la terza in sei anni, la più devastante di tutte e costò la vita a circa 2200 palestinesi, la maggior parte civili.  Migliaia furono le abitazioni ridotte in macerie o danneggiate, intere famiglie innocenti furono spazzate via dalle bombe, quartieri popolari che poco prima pullulavano di gente furono sventrati, centinaia di migliaia di persone divennero sfollati. Crimini di guerra, denunciano le quattro organizzazioni per i diritti umani, sufficienti all’apertura di un’inchiesta.

Il numero elevato delle vittime e degli sfollati è stata una conseguenza diretta degli attacchi indiscriminati e diretti contro civili palestinesi, afferma il Pchr in un comunicato stampa. Il documento presentato contiene casi di attacchi specifici su abitazioni palestinesi, ospedali, scuole ed edifici a molti piani.

Nel mese di giugno, il ministro degli Esteri palestinese, Riad al-Maliki, si era recato alla Corte Penale Internazionale per consegnare la documentazione necessaria per chiedere l’apertura di una inchiesta per crimini di guerra a carico di Israele durante l’ultima offensiva e di quelli commessi nei Territori Occupati in Cisgiordania a partire dal 13 giugno 2014. Una mossa che non è piaciuta al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha condannato la decisione della Corte dell’Aja di avviare un’indagine preliminare.

Nonostante appaia difficile ricordare le occasioni in cui la Corte si sia pronunciata (emettendo la prima sentenza solo nel 2012 nei confronti di Thomas Lubanga Dylo ritenuto colpevole del crimine di aver reclutato e arruolato bambini di età inferiore ai 15 anni negli scontri in corso nella Repubblica democratica del Congo tra il 2002 e il 2003), la richiesta di un’apertura di un’inchiesta sui crimini commessi dalle forze militari israeliane a Gaza nutre speranze di giustizia soprattutto fra i parenti delle vittime. Nena News

 

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