Originale: The Intercept

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27 marzo 2015

 

Le negazioni dello spionaggio da parte di Netanyahu contraddette da documenti segreti della NSA

di Glenn Greenwald e Andrew Fishman

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ieri negato con veemenza un articolo del Wall Street Journal, su una soffiata della Casa Bianca di Obama, che affermava che Israele ha spiato i negoziati statunitensi con l’Iran e ha poi passato le informazioni ai Repubblicani del Congresso. La negazione del suo ufficio è stata categorica e assoluta, spingendosi oltre la questione specifica e comprendendo in generale lo spionaggio diretto contro gli USA, affermando: “Lo stato d’Israele non attua spionaggio contro gli Stati Uniti o altri alleati d’Israele”.

La pretesa israeliana non è solo incredibile letteralmente. E’ anche direttamente contraddetta da documenti top-secret della NSA che affermano che Israele ha gli Stati Uniti nel mirino per invasiva sorveglianza elettronica e lo fa più aggressivamente e minacciosamente di quasi ogni altro paese del mondo. In realtà gli sforzi di Israele contro gli USA sono così concertati e aggressivi che alcuni documenti chiave del governo USA – compreso il bilancio dei servizi segreti, di massima segretezza, del 2013 – elencano Israele tra i cyber-avversari più minacciosi degli USA e come un servizio segreto straniero “ostile”.

Un documento top-secret del 2008 contiene un’intervista al Direttore delle Competenze Globali della NSA per il Contrasto allo Spionaggio Straniero, intitolato “Quale servizio segreto straniero è la maggior minaccia per gli Stati Uniti?”. Egli menziona ripetutamente Israele come una delle minacce chiave.

Pur segnalando che Russia e Cina attuano lo spionaggio più efficace contro gli USA, egli afferma che “anche Israele ci attacca”. Egli spiega che “una NIE [stima dei servizi nazionali d’informazione] ha classificato [Israele] come il terzo servizio segreto più aggressivo contro gli USA”. Pur elogiando i rapporti con Israele riguardo alla sorveglianza definendoli molto preziosi, ha aggiunto: “Una delle maggiori minacce alla NSA proviene in realtà da servizi segreti amici, come quelli di Israele”. Specificamente gli israeliani “ci attaccando per conoscere le nostre posizioni riguardo ai problemi del Medio Oriente.

Altri documenti della NSA esprimono la lamentela che Israele ottiene dal rapporto di condivisione delle informazioni segrete molto più di quanto ottengano gli Stati Uniti. Un documento di massima segretezza del 2007 intitolato “Storia del rapporto SIGINT [spionaggio elettronico] USA-Israele post 1992” descrive la collaborazione in atto come molto produttiva e preziosa e, in effetti, documenti pubblicati in precedenza da The Intercept e dal Guardian non lasciano dubbi riguardo al rapporto molto attivo di condivisione di informazioni in atto tra i due paesi. Tuttavia lo stesso documento lamenta che il rapporto, anche dopo l’11 settembre, è stato quasi interamente unilaterale al servizio degli interessi israeliani piuttosto che di quelli statunitensi.

[trad.: (TS/SI/NF) Per quanto stretto sia divenuto il rapporto con l’ISNU [unità di sorveglianza elettronica di Israele – n.d.t.] esso non è stato privo di tensioni. L’incidente di Jonathan Pollard è un esempio che ha avuto un impatto negativo, pur se temporaneo, sul rapporto SIGINT. Equilibrare lo scambio di SIGINT equamente tra le necessità statunitensi e israeliane è stato una sfida costante. Nell’ultimo decennio esso è stato verosimilmente pesantemente a favore delle preoccupazioni di sicurezza israeliane. L’11 settembre è arrivato, ed è passato, con l’unico vero rapporto antiterrorismo della NSA con una parte terza diretto quasi esclusivamente dalle necessità del partner. Ciò nonostante la sopravvivenza dello stato d’Israele è un obiettivo fondamentale della politica statunitense in Medio Oriente. E’ indubbio che il rapporto SIGINT NSA-ISNU è costruito su fondamenta solide di fiducia e di finalità comuni.]

La percezione statunitense di Israele tanto come minaccia quanto come alleato è evidenziata anche nel cosiddetto “bilancio occulto” del 2013, cui ha fatto in precedenza riferimento il The Washington Post, che elenca Israele in molteplici occasioni come un “bersaglio” chiave dei servizi segreti e persino come un “servizio segreto straniero ostile” tra molti altri paesi comunemente considerati gli avversari più radicati degli USA:

[trad: Penetrazione di servizi segreti stranieri ostili. (S/NF) La capacità di individuare e attaccare servizi segreti e attori non statali stranieri che attaccano interessi USA è critica per il nostro successo e la nostra sicurezza. Gli avversari possono danneggiare le capacità dello spionaggio, sabotare infrastrutture, rubare segreti, acquisire tecnologie avanzate e avere un impatto avverso sulla difesa nazionale e sul benessere economico. Operazioni IC CI [Controspionaggio della Comunità dei Servizi – n.d.t.] che utilizzano mezzi sia umani sia tecnici sono strategicamente concentrate contro gli obbiettivi prioritari di Cina, Russia, Iran, Cuba e Israele e delle regioni che circondano Pakistan e Corea del Nord.]

Lo stesso documento di bilancio rivela che la CIA considera Israele – assieme a Russia, Cina, Iran, Pakistan e Cuba – una “minaccia prioritaria” contro la quale “conduce operazione offensive [di controspionaggio] in collaborazione con il Dipartimento della Difesa”:

[trad. (S/NF) Intensificazione di sforzi di controspionaggio contro paesi che costituiscono una minaccia prioritaria. La CIA continuerà a condurre operazioni offensive di CI [controspionaggio] in collaborazione con il DoD [Dipartimento della Difesa] per raccogliere informazioni sulle competenze e capacità tecniche impiegate da servizi segreti stranieri di sicurezza (FISS) in operazioni con agenti doppi. La CIA impiegherà nuovi approcci investigativi per contrastare minacce spionistiche che impiegano tecnologie emergenti. Ad esempio, la CIA rafforzerà il supporto analitico e concentrerà le esigenze produttive sulle operazioni di CI in Russia, Cina, Iran, Israele, Pakistan e Cuba per ottenere una visione maggiore delle competenze tecniche e HUMINT [spionaggio interpersonale] avversarie.]

Una fonte particolare di preoccupazione per i servizi segreti statunitensi sono i mezzi utilizzati da Israele per “influenzare elementi anti-regime in Iran”, compreso il suo utilizzo di “propaganda e di altre misure attive”:

[trad. (TS/SI/NF) Fornire ai decisori politici statunitensi una visione delle attività israeliane volte a influenzare elementi in Iran mediante propaganda e altre misure attive].

Ciò che è più impressionante in tutto questo è l’enorme divario tra (a) il modo in cui i dirigenti della sicurezza nazionale statunitense parlano in privato degli israeliani e (b) il modo in cui hanno parlato da decenni degli israeliani a uso del pubblico, almeno fino al recente cambiamento della retorica pubblica da parte dei dirigenti di Obama a proposito di Israele, il che semplicemente rende le idee statunitensi espresse pubblicamente più coerenti con il modo in cui i dirigenti governativi statunitensi da lungo tempo considerano privatamente il loro “alleato”. La NSA si è rifiutata di offrire commenti per questo articolo.

Articoli pubblicati in precedenza sullo spionaggio israeliano, da soli, non lasciano dubbi su quanto sia farla l’affermazione di Netanyahu. Un articolo di Der Spiegel dell’autunno scorso ha rivelato che “lo spionaggio israeliano ha ascoltato di nascosto il Segretario di Stato statunitense John Kerry durante i negoziati di pace in Medio Oriente” Un articolo di Le Monde ha descritto come documenti della NSA suggeriscono con forza che un attacco informatico massiccio al palazzo presidenziale francese nel 2012 è stato probabilmente messo in atto dagli israeliani. Un articolo del 2014 di Jeff Stein, di Newsweek, ha rivelato che quanto alla sorveglianza “il bersaglio principale dello stato ebraico” sono “i segreti industriali e tecnici degli Stati Uniti” e che “le attività dello spionaggio israeliano negli Stati Uniti non hanno rivali e sono indecenti”.  

Tutti questi articoli, assieme a questi nuovi documenti, non lasciano dubbi sul fatto che, almeno dal punto di vista della NSA e di altre parti della Stato di Sicurezza Nazionale statunitense, le negazioni di Netanyahu sono interamente false. Gli israeliani sono impegnati in uno spionaggio attivo e aggressivo contro gli Stati Uniti, anche mentre gli Stati Uniti forniscono agli israeliani miliardi di dollari l’anno di fondi dei contribuenti statunitensi e proteggono ogni intervento israeliano all’ONU. A causa della percezione statunitense di Israele come “minaccia” e persino come servizio segreto straniero “ostile” – fatti che sono discussi sono privatamente, mai pubblicamente – anche gli Stati Uniti attaccano Israele con ogni sorta di attività di spionaggio.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/netanyahus-spying-denials-contradicted-by-secret-nsa-documents/

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