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11 Luglio 2015

 

L’ostilità degli USA verso l’Iran non ha nulla a che vedere con il nucleare

di Luciano Lago

 

In questi giorni si svolgono a Vienna, in Austria, i colloqui sul nucleare iraniano, quelli decisivi per raggiungere un accordo definitivo tra l’Iran e i paesi del gruppo del 5+1, cioè i membri del Consiglio di Sicurezza con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina) più la Germania. L’accordo ha per oggetto la possibilità per l’Iran di proseguire nel suo programma di dotarsi della possibilità di produrre energia nucleare per uso pacifico, eliminando i sospetti su un possibile utilizzo militare di tale processo.

 

Finora non è stato ancora trovato l’accordo conclusivo, e come era prevedibile i negoziatori hanno già superato alcune scadenze che si erano imposti prima di iniziare i colloqui.

 

L’atmosfera è abbastanza tesa e ci sono stati scatti di nervosismo da parte del delegato iraniano, il ministro Zarif a seguito di una gaffe fatta dalla Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per la politica estera, la quale avrebbe detto a Zarif, rappresentante iraniano ai negoziati, che “se l’Iran non voleva raggiungere un accordo, bastava dirlo e mettere subito un punto ai negoziati”. A quel punto Zarif è sbottato ed, a muso duro,  avrebbe risposto: “Non si minacci mai un iraniano”, seguito dal ministro russo Lavrov, “..e neanche un russo”.

Vedi: Mogherini zittita bruscamente dal ministro iraniano Zarif

La cosa si è poi appianata ma non si nascondono le difficoltà visto che ci sono ampi settori del Congresso degli Stati Uniti che sono contrari all’accordo, fortemente osteggiato da Israele che ha mobilitato tutta la sua potente lobby negli USA per sabotare tale accordo a suon di milioni di dollari offerti ai congressisti che facciano opposizione da parte delle associazioni  sioniste negli States, come l’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee )  e similari,  che hanno notevole influenza sulla vita politica nordamericana.

Le possibilità sono ridotte al minimo anche perchè ci sono vari esponenti dell’Amministrazione statunitense che, un giorno si e l’altro  pure,  minacciano un intervento militare contro l’Iran. L’ultima a farlo, in ordine di tempo,  è stata la stessa Hilary Clinton, candidata alle prossime presidenziali.

Vedi: Hillary Clinton: “If I’m President, We Will Attack Iran”

Ci si potrebbe chiedere quale sia la ragione di tanta ostilità verso l’Iran e bisogna prendere atto che il programma nucleare di questo paese non è la vera ragione di tale ostilità ma costituisce un semplice pretesto. Non esiste niente di più’ falso che l’argomento utilizzato dagli USA per sanzionare l’Iran che riguarda l’opposizione al suo programma nucleare.

A parte la realtà’ dell’arricchimento del’uranio al 5% che non costituisce alcuna prova di una presunta volontà’ di questo paese ci dotarsi dell’arma nucleare. La verità’ e’ che quella del nucleare è’ una cortina di fumo dietro cui Washington ha sempre nascosto il suo vero motivo di ostilità’ verso l’Iran. Il vero motivo dell’ostilità verso l’Iran risiede nel fatto che questo paese, orgogliosamente, ha sempre rifiutato di piegarsi ai diktat degli Washington e di divenire uno stato vassallo degli USA ( come la Giordania o il Kuwait).

Da questo discende la demonizzazione che Washington ha fatto dell’Iran nel mondo, attraverso tutto l’apparato mediatico controllato ed in particolare in Europa, accusando la dirigenza iraniana di volersi dotare dell’arma nucleare e di essere un paese che appoggia il terrorismo ( sic!!) nei confronti di Israele e di essere un paese che viola i diritti umani.

In realtà l’accusa del nucleare non ha fondamento visto che esistono una decina di agenzie internazionali, oltre all’OIEA, che hanno certificato che non esiste alcuna prova di un programma nucleare a scopi bellici da parte di Teheran.

L’accusa per Teheran di di sostenere terrorismo rasenta il ridicolo visto che Teheran è in prima linea nella lotta ai gruppi terroristi dello Stato Islamico, salafiti e wahabiti, e sostiene i paesi come la Siria e l’Iraq, che sono assediati dai gruppi terroristi che sono stati appoggiati e finanziati da USA e potenze occidentali per i loro fini (abbattere il regime di Bashar al-Assad in Siria e ridimensionare il governo iracheno sciita e filo iraniano).

Per non parlare poi dell’accusa di violare i diritti umani che viene dagli USA che sono quello stato che fa massacrare dalla polizia  i propri cittadini neri e disarmati nelle strade di qualsiasi città americana per futili pretesti. Senza considerare l’alleanza di ferro che lega Washington con i regimi oppressivi, totalitari ed assolutisti di Riyad , del Qatar o del Bahrein, dove ai dissidenti si taglia la testa, le donne vengono lapidate per adulterio, esiste lo schiavismo e la proibizione di qualsiasi culto che non sia quello ufficiale wahabita e salafita, pena la condanna a morte per apostasia. Quando Washington ricorre a queste accuse si copre di ridicolo e suscita l’ilarità fra gli osservatori.

Israele, che ha una fortissima influenza su Washington, da tempo preme per un intervento militare preventivo contro il regime di Teheran perchè lo considera un irriducibile nemico e ne teme la crescita di potenza militare e l’influenza crescente del paese persiano nella regione e questo spiega anche l’alleanza effettuata da Israele con l’Arabia Saudita, nemico storico di Teheran e rivale per la leadership politica e religiosa nell’area. Da questo si comprende anche l’ ostilità di Israele e degli USA verso la Siria, alleato dell’Iran ed il perchè questo paese abbia subito da più di quattro anni una aggressione armata tramite un esercito di mercenari infiltrati, armati e sostenuti dagli USA e dai loro alleati regionali, Arabia Saudita, Qatar, Turchia, tutte nazioni ostili all’Iran.

Il piano degli USA in Medio Oriente, come varie volte abbiamo scritto, è quello di isolare l’Iran eliminando i suoi alleati, la Siria in primis, l’Iraq sciita per secondo e gli Hezbollah in Libano (anche questi sostenuti dall’Iran).

Per ottenere questo fine gli USA ed Israele sono stati cinicamente disposti ad utilizzare ogni mezzo: il terrorismo di fede salafita e wahabita, ispirato dall’Arabia Saudita per rovesciare i regimi filo iraniani, la sobillazione interna nello stesso Iran per arrivare ad un cambiamento di regime e far rientrare l’Iran nella condizione in cui si trovava sotto la dinastia dello Scia: una docile colonia di USA e Regno Unito, con le sue risorse sotto il controllo delle multinazionali petrolifere anglo USA.

Fino ad oggi tutti i tentativi sono falliti e lo dimostra l’asse della resistenza che si è formato tra Iran-Siria-Hezbollah che sta dando dimostrazione di un forte potere militare di interdizione e sta sconvolgendo il piano egemonico degli USA e di Israele nell’area.

Il negoziato sul nucleare ha fatto rientrare nel gioco diplomatico anche la Russia e gli USA hanno dovuto riconoscere l’esistenza di regole internazionali a cui devono attenersi ed i diritti di Teheran, che sono riconosciuti anche da tutti gli altri stati, sono stati messi sul tavolo delle trattative senza che Washington potesse opporsi.

Tutto questo ha un valore relativo poichè, a prescindere dall’esito del negoziato sul nucleare con l’Iran, la volontà degli Stati Uniti sarà sempre quella di abbattere o ridimensionare il regime iraniano con qualsiasi mezzo, potrebbe essere un attacco militare (ipotesi gradita e caldeggiata da molti senatori repubblicani) o con la sobillazione interna ed il prolungamento delle sanzioni. L’abbattimento del “pericolo” iraniano lo chiede fortemente Israele, e si sa che, prima o poi, ai desiderata di Israele gli Stati Uniti non hanno mai potuto opporre un rifiuto e chi lo ha fatto, ne ha pagato un duro prezzo.

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