Fonte: Actualidad.RT.com

http://www.controinformazione.info

08 Agosto 2015

 

Sarà questo il piano B di Obama per l’Iran?

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

Il piano di Obama e del Dipartimento di Stato degli USA per l’Iran è quello di affossare lentamente il paese, mentre i falchi statunitensi ancora sono impegnati con il piano A, che consiste nel distruggere immediatamente la Repubblica Islamica dell’Iran, così sostiene il politologo Dan Glazebrook.

 

“Io credo che Barack Obama e il Dipartimento di Stato siano ancora impegnati nell’obiettivo di distruggere lo Stato iraniano. A differenza dei falchi, loro hanno compreso che il precedente piano A per cambiare il regime è fallito. Non hanno potuto isolare l’Iran con la scusa della distruzione della Siria mediante l’annichilimento di Hezbollah, tutto questo ha rappresentato un fiasco. Assad non sta fuggendo da nessuna parte “, ha segnalato l’esperto di RT in lingua inglese.

 

Pertanto hanno tirato fuori un piano B molto simile alla strategia adottata per annientare la Libia, che consiste in “leviamo le sanzioni, mettiamo un piede sulla porta del paese, torniamo a portare imprese nell’Iran, mediante le quali possiamo infiltrare la nostra gente e cercare in questo modo di affossare lentamente il paese con la sobillazione interna”, ha sottolineato Glazebrook.

Prendiamo in esame il caso di Gheddafi: il presidente libico aveva creduto di essere al sicuro e di non correre pericolo, dopo che al suo paese erano state tolte le sanzioni occidentali ed aveva iniziato a fare affari con gli USA e con la Gran Bretagna.

Tuttavia Gheddafi non era consapevole che, in realtà, tutto questo periodo di denominato “riavvicinamento” era stato utilizzato dagli angloamericani  per infiltrare agenti dell’M16 nel paese e realizzare una quinta colonna all’interno della Libia per ammorbidirla con una forma di rinnovamento”, aggiunge l’analista.

“Credo che questo sia il vero piano di Obama e del Dipartimento di Stato.

In ogni caso il problema è che non possono dirlo apertamente al Congresso, perchè in politica non si possono condurre le cose in forma scoperta. I falchi sono però ancora impegnati nel vecchio piano A, che consisteva nel voler distrugere l’Iran con una operazione militare immediata, dietro il pretesto del nucleare. Questo al momento non è più possibile, conclude Glazebrook.

L’accordo nucleare con l’Iran firmato il mese scorso con il sestetto di mediatori internazionali (USA, Russia, Regno Unito, Francia, Cina e Germania) corre il pericolo di essere bloccato per causa di un crescente numero di esponenti del Congresso USA che hanno promesso di votare contro, dietro una campagna contraria scatenata dall’AIPAC e dalle altre centrali sioniste.

Nota: Non si può non riconoscere che la valutazione fatta da Dan Glazebrook abbia una sua valenza sostanziale ed una sua logica: non abbiamo mai pensato che gli USA abbiano rinunciato al loro obiettivo di annientare la Repubblica Islamica dell’Iran, quello che gli USA considerano, da oltre 30 anni, il principale antagonista degli interessi di Washington e di Israele nella regione.

Un’altra tesi (Tony Cartalucci) sostiene che l’accordo sottoscritto per il nucleare consentirà agli USA di trarre a pretesto una presunta violazione dell’accordo (prefabbricata dai servizi di intelligence) per scatenare poi l’attacco contro l’Iran.

Di sicuro possiamo rilevare che, dalle ultime notizie sulla Siria, da cui si è visto che Washington ha deciso di far coinvolgere le forze USA direttamente nel conflitto, queste dimostrano la volontà degli USA di proseguire nel piano di annientamento della Siria, principale alleato di Teheran nella regione, ed isolare l’Iran.

Se riusciranno nel loro piano, rovesciamento del regime di Bashar al-Assad e frammentazione del paese, allora possiamo scommettere che il successivo obiettivo dell’imperialismo USA sarà l’annientamento dell’Iran per stabilire la loro egemonia sulla regione.

C’è solo un particolare che forse Obama ed i suoi strateghi non hanno ben presente: gli iraniani hanno già capito le intenzioni degli statunitensi e preparano la loro difesa, mentre è sicuro che la Russia di Putin non rimarrà inerte ad assistere. I rischi di un terzo conflitto mondiale sono sempre più forti.

top