WHICH PATH TO PERSIA?
Options for a New American Strategy toward Iran

Fonte: El espia Digital

http://www.controinformazione.info/

6 marzo 2015

 

Il confronto tra gli USA ed Israele sulla questione del nucleare all’Iran potrebbe essere soltanto un “teatro” pianificato dal 2009.

Traduzione di Luciano Lago

 

Gli USA ed Israele cercano di simulare dei disaccordi in relazione alla questione iraniana per “giustificare un attacco unilaterale di Israele” contro la Repubblica islamica dell’Iran, lo sostengono alcuni esperti. L’analista indipendente Tony Cartalucci ha affermato in un suo articolo, pubblicato nel portale Activist Post, che un documento dell’istituzione Brookings (Brooking Instituition), un importante centro di ricerche statunitense, già nel 2009 aveva descritto tutti gli aspetti della strategia di Washington per “indurre l’Iran ad un conflitto” e in questo modo realizzare gli interessi occidentali nella regione.

 

Il documento, denominato “Which Path to Persia? Opzioni per una “New American Strategy Toward Iran”, lascia in chiaro che i negoziati con l’Iran sul programma nucleare non sono altro che “teatro” e che saranno utilizzati per dare al mondo l’impressione che gli USA stiano studiando tutte le opzioni pacifiche possibili prima di ricorrere ad un cambiamento di regime violento.

Secondo l’analista, l’attuale conflitto diplomatico che sembra sempre maggiore fra i vecchi alleati,  gli USA ed Israele, potrebbe essere niente di più che una parte di questo teatro. In particolare in un capitolo intitolato “Allowing or Encouraging an Israel Military Strike” si tratta dei piani degli USA di negare qualsiasi responsabilità per un attacco che sarebbe attuato dal suo rappresentante regionale, Israele, contro la Repubblica Islamica.

Questo significa voler creare l’impressione che, mentre gli USA disperatamente ricorrono agli sforzi diplomatici, il” cane pazzo” Israele cerca di attaccare unilateralmente l’Iran, qualche cosa che aiuta ad ottenere l’approvazione della politica statunitense in relazione al paese.

Otto menzogne presentate da Netanyahu davanti al Congresso degli Stati Uniti

Il primo ministro del regime di Israele, Benyamin Netanyahu, aveva previsto di dire menzogne circa un eventuale accordo nucleare tra l’Iran ed il gruppo dei 5+1 (USA, Regno Unito, Francia, Russia, Cina + Germania), ha indicato la direttrice della politica e delle relazioni dell’isituto “Americans for Peace Now” (AFPN), Lara Friedman.

In un documento pubblicato questo fine di settimana nella pagina ufficiale di questo gruppo, Friedman ha esposto alcune di queste bugie e le ha anlizzate.

1- Imporre sanzioni aggiuntive e minacciare di adottare una credibile azione militare al posto dei negoziati di pace, può garantire un miglior accordo con l’Iran

Secondo la direttrice del gruppo AFPN, i decenni impiegati  nell’imporre sanzioni statunitensi all’Iran sono stati ininfluenti nell’esercitare pressioni sul Governo di Teheran per farlo desistere dalle sue attività nucleari che hanno finalità pacifiche. Neppure hanno potuto convincere la nazione persiana a  fare pressione sul suo governo per arrendersi.

Hanno detto che le sanzioni avrebbero potuto costringere le autorità israeliane a sedersi al tavolo dei negoziati, tuttavia ha assicurato che la pratica di imporre altre sanzioni giocherà in contro e metterà fine a queste trattative bilaterali.

In questo caso gli accusatori non ometteranno di indicare Washington come responsabile di questo fallimento, ha aggiunto.

2. L’unico buon accordo con l’Iran sarà quello di lasciare il paese con zero capacità di arricchimento nucleare

Zero arricchimento non è un obiettivo accessibile nè necessario per i negoziati, visto che la finalità di questi è garantire che le attività di Teheran sono per finalità civili e pacifiche, questo si può ottenere mediante un accordo sul nucleare ha indicato.

3- Ottenere qualsiasi accordo con l’Iran è negativo poichè le autorità non sono degne di fiducia

Friedman ha asserito che non si tratta di “fiducia”. Un accordo nucleare con l’Iran deve essere avallato da ispezioni rigorose e con meccanismi di verifica.

4- L’Iran ha richiesto tempo per trasformarsi in uno Stato nucleare. Se l’Iran decide di sviluppare una bomba, già è troppo terdi.

Ha spiegato che questo tempo richiesto non c’ è stato perchè  l’Iran si trasformi in uno stato nucleare. Ha aggiunto che per supporre una minaccia, il paese persiano dovrebbe produrre almeno due tipi di armi nucleari.

5- La questione non è quella di richiedere del tempo ma dileguarsi. Non importa quante limitazioni si impongano, l’Iran giocherà sporco e un giorno noi ci sveglieremo e ci daremo conto che l’Iran si è armato con armi nucleari.

6- I negoziati in corso permetteranno il funzionamento di numerose centrifughe in Iran, Più ce ne saranno e più alta sarà la minaccia .

La Friedman ha assicurato che il numero delle centrifughe che funzionano in Iran, la loro dimensione, il modello e la capacità sotto un accordo non presuppongono una minaccia per nessuno, tuttavia ha avvertito che senza un accordo definitivo, si aumenta il rischio che il paese inizi ad impiegare un numero maggiore di queste.

7_ Ottenere un accordo con l’Iran farà si che il paese sia una minaccia permanente per il regime di Israele e la regione.

La Friedaman ha lasciato in chiaro che, nel caso che l’Iran pretenda davvero di lanciare una offensiva contro Israele, un accordo con l’Iran calmerebbe le tensioni.

8- Un accordo che scada dopo 10/15 anni non servirà visto che l’Iran aspetterà fino alla scadenza e rinnoverà le sue attività nucleari.

E’ sicuro che non si tratterà di un accordo duraturo ma l’Iran rimarrà come firmatario dell’accordo di non proliferazione nucleare (TNP), che non si può trasgredire. (…………………………..)

Il regime israeliano si oppone a che l’Iran abbia accesso all’utilizzo di energia nucleare pacifica ma dispone nei suoi depositi, secondo le stime, un numero fra le 200 e le 400 ogive nucleari, ed è l’unico governo della zona che si è sempre rifiutato di consentire le ispezioni dei funzionari della AIEA per verificare le sue istallazioni e non ha mai firmato il TNP (trattato di interdizione di armi nucleari).

Analisi. Le preoccupazioni dell’establishment israeliano: Obama potrebbe rivolgersi all’Iran come alleato favorito nel Medio Oriente

L’organo ufficioso dell’intelligence israeliana, Debkafile, informava di recente, in un suo articolo, che quasi le ultime parole ch il primo ministro israeliano Netanyahu aveva ascoltato la scorsa domenica 1 di Marzo, mentre era in partenza per Washington, per recarsi al Congresso e parlare sull’Iran, erano state: “Non lo fare!”. provenivano da un gruppo di 180 militari, ex alti ufficiali delle IDF. Questi ritengono che il discorso di Netanyahu fatto davanti ad una sessione congiunta del Congresso degli Stati Uniti nello scorso 3 di Marzo, non valeva la pena farlo perchè avrebbe danneggiato le relazioni di Israele con gli USA.

Il generale Amiran Levin, ex capo del Comando Nord e sub direttore del Mossad, si è così espresso: “Bibi, sta commettendo un errore di navigazione; l’obiettivo è Teheran non Washington. Ha continuato dicendo : “invece di lavorare mano nella mano con il presidente USA, Bibi se ne va a Washington a mettergli un dito nell’occhio.

Secondo lui, si è preso il tempo per scoprire la politica delle due facce di Obama verso Israele perchè si è manipolata con sottigliezza. Per un lato, si è assicurato che Israele fosse ben provvisto con tutte le sue necessità di materiali per la sicurezza. Questo gli ha permesso di presumere che nessun presidente degli Stati Uniti nè alcuna amministrazione prima avevano fatto tanto per salvaguardare la sicurezza di Israele. Tuttavia dietro questo facciata, Obama si assicurò che la sicurezza di Israele si mantenesse salda nell’ambito tecnico-materiale- finanziario e mai attraversasse la linea verso una relazione strategica. Perchè questa strategia? L’intelligence ebraica teme che il presidente nordamericano abbia necessità di tenersi le mani libere per trasferire il ruolo di principale alleato degli USA nel Medio Oriente da Israele all’Iran, un processo che ha tenuto conto delle aspirazioni nucleari dell’Iran.

I rivali politici di Netanyahu, mentre stanno infierendogli colpi giorno per giorno, girando il loro sguardo verso una situazione alle frontiere in cui si vede che le forze iraniane stanno occupando posizioni di avanguardia in Irak, in Siria e in Libano, dove sono occupati a configurare una Mezza Luna sciita che circonda gli stati arabi sunniti, così come Israele. E’ ovvio che per rinforzare il suo crescente status di potenza regionale, l’Iran deve ottenere un ombrello nucleare-per lo meno-se non ottenere armamenti nucleari adeguati.

Questo non è un qualche cosa che Barak Obama o l’assessore alla Sicurezza Nazionale Susan Rice andranno ad ammettere. Non vanno a confermare le informative dell’intelligence che espongono la collaborazione militare tra il governo di Obama ed il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei che si sta canalizzando attraverso gli uffici del primo ministro dell’Iraq, lo sciita Haiider al-Aadi. Washington nega che esista un qualsiasi tipo di collaborazione- o che la Casa Bianca abbia esaminato le raccomandazioni e le valutazioni di una operazione perchè la Guardia Rivoluzionaria iraniana, le Brigate Al Qods si facciano carico della guerra terrestre contro lo Stato islamico in Irak ed in Siria. Tuttavia il capo di Al Qods, il generale Qassem Soleimani viene individuato di frequente in questi giorni mentre si sposta tra Bagdad, Damasco e Beirut, mentre i suoi ufficiali di intelligence e di collegamento presentano informative all’amministrazione Obama, attraverso gli uffici del primo ministro iracheno, sui suoi prossimi passi militari.

Martedì scorso, i diplomatici degli Stati Uniti, John Kerry e Javad Zarif Iran sono incontrati in Svizzera, al fine di raggiungere un accordo finale per far avanzare il programma nucleare della Repubblica islamica.

Obama non vuole mantenere le sue forze di terra coinvolte in un’altra guerra in Medio Oriente e non vuole volgere le spalle ad una offerta di una potenza regionale per portare a termine questo compito per quelli- nonostante che si possa deflagrare un sanguinoso conflitto tra mussulmani sciiti e sunniti che sarebbe difficile da estinguere. per quello gli Stati uniti permetteranno che l’Iran ottenga lo status di potenza pre-nucleare e di potenza egemone a livello regionale.

I 180 ex ufficiali delle FDI e leaders dell’opposizione di Israele, Yitzhak Herzog e Tzip Livni, avevano ragione quando sostenevano che la relazione di Israele con la presidenza degli USA è troppo importante per metterla in pericolo. Tuttavia Obama sta trattando come insignificante questa relazione e Netanyahu teme di arrivare tardi per comprovare che queste macchinazioni vanno avanti senza restrizioni.

Una comprensione tra Iran e Stati Uniti è fondamentale per il raggiungimento di un accordo globale sul programma nucleare con il G5 + 1, fissato per giugno di quest’anno.

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