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29 maggio 2015

 

Lo strano caso della lite tra Israele e Palestina nei giorni più bui della FIFA

di Stefano Colombo

 

In questi giorni la FIFA è nel centro della bufera per lo scandalo di tangenti che ha coinvolto i suoi alti vertici. I vecchi conflitti interni, però, esistono sempre e oggi sono andati a sovrapporsi ai guai nuovi e a quelli politici. Israele e Palestina sono rappresentati alla FIFA da due diverse federazioni. Quella palestinese aveva presentato un documento per chiedere l’espulsione di Israele dall’organizzazione. I palestinesi accusano Israele di sabotare il loro campionato, rendere impossibili le trasferte tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza e di aver ammesso nella Lega Israeliana cinque squadre con sede sui Territori Occupati.

La temperatura si è alzata già questa mattina, quando alcuni sostenitori della mozione palestinese — tra cui il presidente della federazione nazionale Jibril Rajoub — hanno inscenato l’espulsione della federazione israeliana dal campo di gioco, sventolando dei cartellini rossi e venendo poi allontanati dall’aula.

Israele aveva trattato fino a tarda notte per evitare di arrivare alla votazione sulla sua espulsione. Votazione che alla fine non si è tenuta, dato che i palestinesi hanno deciso di ritirare la mozione. Per espellere Israele sarebbero stati necessari il 75% dei voti. ”Ho deciso di rinunciare alla mozione, ma ciò non vuol dire che rinuncerò alla resistenza”, ha detto Rajoub. La Federazione Palestinese aveva insistito in particolare sui 5 club dei Territori Occupati, richiedendo addirittura l’intervento dell’ONU. Durante la pausa pranzo, però, sembra che si sia riusciti ad arrivare a un accordo, non è ancora chiaro di che natura.

Il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha commentato l’accaduto paragonando la FIFA all’Assemblea dell’antica Atene, “che perse la sua universalità quando iniziò a espellere”. Non è la prima volta che la Palestina prova a portare Israele davanti alla Comunità Internazionale, ma come abbiamo già osservato, è una vicenda destinata a rimanere nella”Guerra degli avvocati”.


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2 giugno 2015

 

Calcio, Blatter annuncia le dimissioni da presidente della Fifa.
Fbi: "E' indagato"

 

"Il mio profondo attaccamento alla Fifa mi ha spinto a questa decisione. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto alla presidenza della Fifa e che hanno fatto per il calcio. Quello che conta per me è la Fifa e il calcio. Organizzerò un congresso straordinario per eleggere un nuovo presidente - ha aggiunto - Non voglio restare, adesso sono libero dai vincoli di un'elezione. Sarò in grado di concentrarmi sulle profonde riforme. Per molti anni abbiamo chiesto riforme, ma queste non sono sufficienti". Blatter ha ammesso di essersi ripresentato, nonostante lo scandalo corruzione che ha pesato sulla Fifa, "perché ero convinto fosse l'opzione migliore". Il 79enne dirigente svizzero ha sottolineato che "questo mandato non sembra essere supportato da altre componenti del mondo del calcio".

 

Joseph Blatter alza bandiera bianca: il presidente della Fifa lascia la presidenza. Il coinvolgimento del suo braccio destro Jerome Valcke sapeva è stata la goccia che ha travolto il n.1 del calcio mondiale, rieletto venerdì scorso alla guida della federazione mondiale: "Il mio profondo attaccamento alla Fifa mi ha spinto a questa decisione. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto alla presidenza della Fifa e che hanno fatto per il calcio. Quello che conta per me è la Fifa e il calcio". In nottata però fonti dell'Fbi confermano quanto già anticipato da media americani:  Il presidente dimissionario è sotto inchiesta del ministero della Giustizia Usa e dell'Fbi".

 

Nella conferenza stampa convocata a Zurigo per annunciare le dimissioni Blatter ha detto che cercherà di organizzare un congresso elettivo straordinario prima di quello previsto il 13 maggio 2016 a Città del Messico. "Continuerò a esercitare le mie funzioni finchè non verrà scelto un nuovo presidente. Tengo alla Fifa più che a qualsiasi cosa, e voglio il meglio per il calcio, per questo avevo deciso di ricandidarmi alla presidenza. Le elezioni sono finite, ma le sfide che abbiamo davanti no. La Fifa ha bisogno di una profonda ristrutturazione: ecco perché ho convocato il consiglio elettivo straordinario. Tutto sarà fatto nel rispetto dello statuto e coloro che vogliono candidarsi avranno il tempo sufficiente per farlo".

 

Blatter ha ammesso di essersi ripresentato, nonostante lo scandalo corruzione che ha pesato sulla Fifa, "perché ero convinto fosse l'opzione migliore". Il 79enne dirigente svizzero ha sottolineato che "questo mandato non sembra essere supportato" da altre componenti del mondo del calcio. Per quanto riguarda invece le indagini da parte delle autorità svizzere, il procuratore generale elvetico ha detto per ora che Blatter non è indagato. Poi la smentita dell'Fbi. Secondo una fonte citata dall'Abc, Blatter sarebbe indagato nell'ambito della stessa inchiesta per corruzione che ha portato la scorsa settimana all'arresto di 14 persone.

 

Valcke comunque di sicuro era al corrente di tutto. Il numero due della Fifa era stato informato personalmente dalla Federazione Sudafricana di calcio dei 10 milioni di dollari da girare sul conto controllato dal presidente della Concacaf, la Confederazione nord e centro americana. Lo testimonia una mail, datata 4 marzo 2008, che qui pubblichiamo. E che dimostra, in maniera inequivocabile, che la Fifa ha mentito ai giornalisti di tutto il mondo.

 

"Valcke non è coinvolto nella creazione, nell'approvazione e nell'esecuzione del progetto in questione", si legge nel comunicato stampa che hanno prodotto gli uffici della Fifa subito dopo la notizia, pubblicata dal New York Times, che l''high Fifa official' citato nell'indictment act dell'Fbi come soggetto che ha disposto i tre bonifici-tangente per un totale di 10 milioni di dollari sarebbe proprio il segretario generale della Federazione mondiale del calcio, il braccio destro di Sepp Blatter.

 

Una difesa d'ufficio che però viene annichilita dalla mail del 4 marzo 2008, indirizzata a lui dal presidente della Federcalcio sudafricana Oliphant. "Dear Mr Valcke", scrive Oliphant, "A seguito della decisione del governo sudafricano, la South African Football Association richiede che la Fifa trattenga 10 milioni di dollari dal budget previsto per il futuro Comitato organizzatore dei mondiali 2010 e giri quella somma al programma "Diaspora Legacy", riducendo il fondo totale da 423 a 413 milioni di dollari". Non solo. La mail specifica anche a chi devono finire i soldi. "Il programma è amministrato direttamente dal presidente della Concacaf, che agirà da fiduciario". E chi è il presidente Concacaf in quel momento? Il solito Jack Warner, arrestato mercoledì scorso per aver preso milioni di dollari di tangenti per pilotare tre voti decisivi per l'assegnazione dei mondiali 2010 al Sudafrica, in danno del Marocco. "Yours faithfully, Dr. M. Oliphant", così si chiude la lettera.

 

Per Valcke, e dunque per Sepp Blatter di cui Valcke è il collaboratore più fidato e stretto, diventa difficile adesso negare l'evidenza. A Zurigo sapevano tutti di quei dieci milioni di dollari di cui il Sudafrica si privava per offrirli alla Concacaf di Warner, che aveva votato a loro favore nel comitato esecutivo della Fifa. "Sostegno alla diaspora africana", era la giustificazione. Ma per gli investigatori dell'Fbi era soltanto il prezzo della corruzione. I tre bonifici sono stati effettuati a partire dal gennaio 2008 dal conto svizzero della Fifa direttamente su quelli della Concacaf in una banca di New York, "nella disponibilità  -  secondo l'accusa  -  di Jack Warner". Tant'è che 1,4 milioni li metterà sul proprio conto personale, altri 750.000 dollari li girerà sul conto alle Cayman di

 

Chuck Blazer, il segretario generale Concacaf che da un paio d'anni, però, sta collaborando con l'Fbi. E che ha aperto agli investigatori americani il vaso di Pandora della Federazione mondiale del calcio. Cosa ancora ne uscirà, lo sapremo presto. Intanto si apre la corsa alla successione. Nelle ultime ore, è arrivato l'annuncio di una possibile candidatura: quella dell'ex campione di calcio brasiliano Zico.