Fonte: Numerama.com

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5 febbraio 2015

 

La “Libertà di Espressione” intesa all’occidentale: la Francia stabilirà una censura preventiva in Internet senza controllo giudiziale

Traduzione e sintesi di Luciano Lago

 

La Francia andrà a stabilire a breve termine un sistema di blocco amministrativo delle pagine web senza contro giudiziale, su ordine dell’esecutivo, allegando motivazioni di “razzismo ed antisemitismo” che potranno essere applicate a qualunque sito, a qualsiasi giornale, a discrezione del ministro dell’Interno. Questo è il nuovo corso stabilito dall’esecutivo francese e comunicato nella sede delle Nazioni Unite dal segretario di Stato Francese per le questioni europee, Harlem Desir.

“L’antisemitismo si trova sempre presente, con il suo seguito di pregiudizi, di odio e di violenza, a volte come risorgere di un vecchio antisemitismo che si ricollega al fondo dei secoli ma che si manifesta oggi anche sotto nuove forme che si estendono senza barriere per mezzo di internet e delle reti sociali sotto il velo dell’anonimato”, ha spiegato il funzionario, una antica figura dell’antirazzismo francese.

Desir ha fatto l’annuncio in piena riunione informale ed eccezionale dell’ONU, organizzata  su iniziativa del magnate  francese sionista, Bernard-Henry Levy sul tema dell “l’aumento degli atti di violenza antisemita nel mondo”, ha informato il sito Web di notizie francese “Numerama”.

 

Le nuove restrizioni si aggiungeranno a quelle del dispositivo approvato il passato mese di ottobre dal Senato francese che permetteranno al Governo francese di bloccare siti web, nel contesto della lotta contro le provocazioni o gli atti di terrorismo e della pornografia infantile, secondo il proprio criterio e senza tutela  un giudice.

Il testo, la cui applicazione si prevede dal prossimo mese, era stato ampiamente criticato, oltre che per l’assenza di qualsiasi garanzia giudiziale, anche per essere spesso discutibile se certe dichiarazioni possano costituire apologia di terrorismo oppure no. Questo anche per la probabilità, una volta ammesso il principio, che i dirigenti politici francesi vadano aggiungendo progressivamente nuove restrizioni.

Nello scorso Lunedì, pochi giorni di aver notificato questo  dispositivo alla Commissione Europea, la ministra francese della Giustizia, Christiane Taubira, ha proposto di affidare all’autorità amministrativa, la possibilità di bloccare i siti ed i messaggi di odio razziale o antisemita. Il primo ministro Manuel Valls non ha menzionato questa probabilità il Mercoledì nel presentare il suo nuovo piano antiterrorismo.

 

Le autorità francesi hanno una lunga storia di persecuzioni di dissidenti antisionisti, sotto il pretesto dell’ “antisemitismo”, una corrente razzista questa, nata al principio del secolo XIX che oppone presunte razze “ariane a quelle semite”, e che praticamente è scomparsa con la sconfitta del regime nazista tedesco dopo la seconda guerra mondiale.

Tra i dissidenti antisionisti che hanno subito la persecuzione politica mediante la manipolazione del concetto di “antisemita”, si trova l’umorista antirazzista franco camenurense Dieudonnè, espulso dai media francesi e da tutti i teatri, dopo aver fatto la parodia in TV nel corso del 2003 del colonialismo israelita ed il presunto “asse del male” della politica estera statunitense di allora.

Dieudonnè ha mantenuto una immensa popolarità attraverso internet e le pagine web come quella recentemente aperta “Quenel” o la influente “Egalitè et Reconciliation” dell’intellettuale antisionista Alain Soral, in cui si diffondono video critici che sono visti da milioni di persone, nonostante che queste correnti di pensiero siano illegalmente condannate all’ostracismo in Francia.

 

L’attuale primo ministro francese, Manuel Valls, ha dichiarato il 19 di Marzo del 2014, in una riunione del Consiglio rappresentativo delle Istituzioni israelite di Francia (CRIF) : “la messa in accusa dello Stato di Israele (….), basata sull’antisionismo , costituisce l’antisemitismo di oggi”.

 

Grande approvazione dal filosofo ed intellettuale Bernard-Henry Levy, sostenitore delle campagne atlantiste della NATO in Libia, in Siria , ministro degli esteri ombra del governo Hollande, il quale aveva caldamente sostenuto la necessità di questa legge.

 

Sarà vietato quindi criticare la politica dello Stato di Israele e non sarà permesso in Francia accusare il governo israeliano di persecuzione nei confronti della popolazione palestinese e meno che mai di genocidio per i fatti di Gaza.

 

“Je suis Charlie gridavano in piazza Francosis Mitterand ed il ministro Valls, assieme a Netanyahu e gli altri capi di Stato, nel corso della manifestazione di protesta a Parigi per l’assassinio dei redattori del giornale satirico e per la “libertà di espressione”.