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26 giugno 2015

 

Brevi estratti dal libro Errante chi?

 

Leggo sul libro di Gilad Atzmon, “Errante chi?”: … Che cosa aveva in mente la spia Jonathan Pollard quando ha tradito il suo paese in favore di Israele? E che cosa aveva in mente Paul Wolfowitz quando ha messo a punto la strategia perché il suo paese distruggesse le ultime sacche di resistenza araba contro Israele? Citando un’intervista radiofonica a Joeph Lapid, giornalista e politico di successo, già vice primo Ministro e Ministro della Giustizia nell’ultimo governo Sharon: essere ebrei implica un coinvolgimento profondo che oltrepassa qualsiasi ordine legale e morale … un impegno che spinge sempre più gli ebrei verso un’associazione oscura, pericolosa e immorale, precisa Gilad Atzmon. E’ ormai evidente che il sionismo non riguarda solo Israele, un assetto territoriale mantenuto con la violenza … è difficile determinare dove i sionisti prendano le loro decisioni …. Nessun operatore di un organismo collettivo ha completa padronanza del modus operandi del sistema, ma conosce soltanto il ruolo, ma conosce soltanto il ruolo le funzioni e i doveri personali che gli competono … ed è proprio questo il punto di forza del movimento sionista, che è stato capace di trasformare un comportamento tribale in un sistema operativo che funziona a livello globale … in tale prospettiva, i palestinesi non sarebbero più soltanto le vittime dell’occupazione israeliana, ma di un’identita globale straordinaria, i cui membri sono infiltrati nel governo britannico e americano al fine di trasformare l’esercito inglese e quello americano in una forza militare sionista … nel tentativo di trasformare l’ideologia della guerra umanitaria nella nuova Bibbia dell’espansionismo occidentale.

Nel 1992 il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Dick Cheney, dette l’incarico a Paul Wolfowitz, all’epoca sottosegretaraio alla Difesa, e al suo vice Lewis “Scooter” Libby, di redigere la guida la piano di difesa per gli anni 1994 – 1999. Il documento, fu poi chiamato la Dottrina Wolfowitz, trapelò sul NYT e suscitò aspre critiche.

“Ci proponiamo innanzitutto l’obiettivo di prevenire il riemergere di un nuovo rivale, sul territorio dell’ex Unione Sovietica o altrove … l’America non dovrebbe permettere a nessuno di contrastarne la supremazia sul mercato e sul Nuovo Ordine mondiale … Già nel 1992 Wolfowitz si era reso conto che il mondo avrebbe potuto mostrare una certa riluttanza verso la sua visionaria filosofia di un’America espansionista, perciò, secondo lui, l’America doveva adottare unilateralmente una pratica aggressiva … si sosteneva apertamente che quanto era bene per gli americani lo fosse anche per il resto del mondo. La percezione che l’ordine mondiale si regga in definitiva sugli Usa è un importante fattore stabilizzante.

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La bozza Wolfowitz condusse alla formazione del più importante think tank di Washington: Il Progetto del nuovo secolo americano, con lo scopo di promuovere la leadership globale americana. Organismo che esercitò un’enorme influenza sull’amministrazione del Presidente Bush … Era chiaro che i membri del Progetto consideravano l’Iraq un rischio costante per lo stato di Israele, inoltre erano molto interessati al petrolio iraqeno …. Se qualche ricco ebreo ha allegramente finanziato delle guerre, Alan Greenspan, Presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, ha trovato un modo molto più sofisticato per facilitarle … egli regalò al suo Presidente uno straordinario boom economico, che distolse l’attenzione dalla disastrosa guerra in Iraq. Greenspan sapeva benissimo che fintanto che gli americani si fossero arricchiti, il suo Presidente avrebbe potuto continuare a distruggere i cattivi arabi in nome della democrazia, del liberismo, dell’etica e perfino dei diritti delle donne. Greenspan convince gli americani che spendere era patriottico, convincendoli perfino che se non avevano soldi non era un buon motivo per tirarsi indietro, avrebbero pagato in seguito, dobbiamo tutti pagare prima o poi, possiamo perfino non smettere mai di pagare … l’innovazione generò una gran quantità di nuovi prodotti finanziari, come i prestiti subprime e i programmi di credito per gli immigrati … è quasi commovente scoprire quanto Greenspan avesse a cuore gli immigrati

La guerra in Iraq ebbe un esito disastroso e, per molti analisti, rappresenta simbolicamente l’inizio del declino dell’impero americano. Alla fine del 2006 il Progetto era ridotto ad una buca per le lettere, una segreteria telefonica ed uno spettrale sito web. I suoi membri scomparvero in silenzio … Tuttavia Wolfowitz non fallì completamente, riuscì a distruggere un feroce nemico di Israele. Ma la caduta di Saddam trascinò con se l’intero impero americano, inoltre, sarà chiaro che fu proprio la Dottrina Wolfowitz a rendere l’Iran la principale superpotenza della regione … inoltre, l’intera economia occidentale sta pagando ancora oggi il prezzo delle innovazioni di Greenspan …. Sulla carta, sia la Dottrina di Greenspan che quella di Wolfowitz apparivano promettenti, ma l’impero americano non ne uscì bene e oggi è destinato a perdere il suo primato … Ma in un modo o nell’altro, lo stato ebraico è sempre destinato a beneficiarne. Leggendo Theodor Hertzl si scopre che cosa interessi davvero al sionismo politico: che le superpotenze servano la causa sionista.

Negli anni, il sionismo è diventato un organismo efficiente al servizio dei cosiddetti interessi ebraici primari, ovvero il contesto all’interno del quale gli israeliani colonizzano la Palestina mentre la diaspora ebraica mobilita il consenso internazionale; in questa logica, i neoco hanno trasformato l’esercito americano in una forza di missione militare israeliana, con gli antisionisti di origine ebraica che completano l’immagine di pluralità ideologica e di preoccupazione etica … Le società edonistiche non producono guerrieri spartani e senza veri guerrieri a disposizione, è meglio combattere a distanza. Inutile dire che sia i palestinesi, che i siriani, sia gli Hezbollah, così come gli iraniani ne sono ben consapevoli. Giorno dopo giorno analizzano le tattiche codarde di Israele e ne interpretano correttamente la realtà; sanno che i giorni di Israele sono contati. E’ interessante notare che anche l’elite militare statunitense ha cominciato a capire che Israele non è più una risorsa strategica per gli Usa. Gli israeliani però non sembrano granchè preoccupati dalle avvisaglie che preannunciano l’inevitabilità del loro destino.

Friedman sostiene che il libero mecato e la competitività sono favorevoli agli ebrei e allo stesso tempo afferma con chiarezza adamantina che l’intervento statale è disastroso e conduce all’antisemirismo e ad altre forme di bigotteria istituzionale. Se il modello Friedman è valiso allora gli ebrei in Occidente farebbero meglioa tenersi forte perché attualmente i governi occidentali stanno intervenendo in modo massiccio sui mercati nel tentativo di rallentare l’inevitabile collasso di quel che è rimasto della nostra economia e relativo benessere.

Il versetto che segue, tratto dal Deuteronomio 10 – 12, fa parte di un discorso rivolto da MOseè al suo popolo in cammino verso la terra promessa: E deve avvenire che quando Geova tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che giurò ai tuoi antenati Abramo, Isacco e Giacobbe di darti; città grandi e belle che tu non hai edificato, e case piene di ogni cosa buona che tu non hai riempito, e cisterne scavate che tu non hai scavato, vigne e olivi che tu non hai piantato, e avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare Geova, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa degli schiavi. Geova tuo Dio devi temere, e lui devi servire.

Qui il Dio ebraico sembra spingere il suo popolo al saccheggio, alla razzia e al furto ….  Si potrebbe obiettare che fu Mose a travisare il messaggio … ci sono molti altri modi per salvare il Dio giudaico e il giudaismo dall’accusa d’essere il logos che fomenta l’attuale saccheggio israeliano, ma non è altrettanto semplice evitare agli israeliani di essere percepiti come rapinatori e saccheggiatori … Il racconto biblico del ritorno ebraico nella terra di Canaan e il genocidio degli abitanti goym della terra promessa, che gli israeliti contemporanei imitano con tanto successo, sembra essere solo un mito, così come la città fortificata di Gerico, rasa al suolo dal suono dei corni degli ebrei e dall’intervento soprannaturale dell’Onnipotente, nel tredicesimo secolo avanti Cristo era solo un piccolo villaggio. Così come il leggendario Regno di Davide e Salomone, era solo una piccola enclave … questi fatti, scientificamente verificabili gettano i ricercatori sionisti nella più totale confusione, la Bibbia è un’invenzione e non molto di quello che vi è scritto può dare fondamento alla glorificazione del popolo ebraico in Palestina, sembra piuttosto un testo ideologico creato a fini sociali e politici.

 

Anche se l’ebraicità non ha nessun continuum razziale, l’identità ebraica è orientata razzialmente, molti ebrei, anche laici, continuano a considerare il matrimonio misto la minaccia più grave … La lettura critica di Shlomo Sand della storia ebraica pone le basi pone le basi per ulteriori discussioni sulla nozione ebraica di storicità e temporalità. La comprensione di queste due mozioni essenziali ci offre la chiave intellettuale per aiutare gli ebrei a redimersi dal loro pericoloso discorso politico … se gli ebrei non sono una razza e non hanno nulla a che spartire con il semitismo, allora l’antisemitismo diventa una categoria vuota di significato … la vera battaglia è contro un’ideologia esclusiva, un fantasma che ha cooptato l’occidente e, almeno momentaneamente, l’ha allontanato dalle sue inclinazioni umanistiche e aspirazioni ateniesi.

 

Il prof. Yeshayahu Leibowitz, che era un ebreo ortodosso osservante, una volta mi disse: la religione ebraica è morta duecento anni fa. Adesso nulla unifica gli ebrei del mondo, a parte l’Olocausto. Il prof. Yeshayahu Leibowitz, nato in Lettonia e docente di Filosofia all’Univ. Di Gerusalemme, fu probabilmente il primo a sostenere che l?olocausto era diventato la nuova religione ebraica. Dopo di lui anche il filosofo israeliano Adi Ophir, ha osservato come, lungi dall’essere una pura narrazione storica, l’Olocausto contenga molti elementi religiosi essenziali; ha sacerdoti come ad es: Simon Wiesenthal, Eli Wiesel, Deborah Lipstadt. E profeti come ad es: Shimon Peres, Binyamin Natanyahu e, in generale, coloro che mettono in guardia dal giudeicidio iraniano prossimo venturo. Ha comandamenti e dogmi come ad es: Mai più. E rituali come ad es: giorni della memoria e pellegrinaggi ad Auschwitz. Ha un rodine esoterico simbolico stabilito come ad es: Kapò, camere a gas, camini, polvere, scarpe, la figura del mussulmano eccetera. Ha un tempio. Lo Yad Vashen, e dei santuari: i musei dell’Olocausto nel mondo. La religione dell’Olocausto è anche rafforzata da un massiccio network finanziario globale, che Norman Finkelstein, chiama Industria dell’Olocausto. Questa religione è abbastanza coerente da definire i suoi anticristi: i negazionisti dell’Olocausto, e abbastanza potente da perseguirli con leggi contro il negazionismo e l’incitamento all’odio razziale.

La religione dell’Olocausto è lo stadio conclusivo della dialettica ebraica; la fine della storia ebraica perché è la più profonda e sincera forma di amore di se. Invece di ricorrere ad un Dio astratto che designi gli ebrei a popolo eletto, nella religione dell’Olocausto gli ebrei eliminano questo intermediario divino e scelgono semplicemente se stessi. Le politiche identitarie ebraiche trasceendono la nozione di storia, dove Dio è il maestro delle cerimonie. Il nuovo dio ebraico, l’ebreo, non può essere soggetto a nessuna contingenza umana; perciò mentre ogni altra narrazione storica può essere discussa apertamente dagli storici, intelettuali e gente comune, la religione dell’Olocausto si autocostituisce come verità eterna che trascende il discorso critico.

Marc Ellis, un eminente teologo ebreo sostiene che la teologia dell’Olocausto produce tre temi in tensione dialettica tra di loro; sofferenza e acquisizione di potere, innocenza e redenzione, eccezionalità e normalizzazione … il sofferente e l’innocente marciano verso la redenzione e l’acquisizione del potere. Dio è fuori gioco, è stato scaricato perché ha fallito nella sua missione storica, non è riuscito a salvare gli ebrei. Con la nuova religione, l’ebreo si riscatta da se.

 

La dialettica della paura è molto più antica della storia ebraica moderna. Infatti è il retaggio del Tanach (la Bibbia ebraica) ad inculcare negli ebrei uno stato pre-traumatico. Il Vecchio Testamento ebraico stabilisce strutture binarie: innocenza/sofferenza e persecuzione/accrescimento di potere. La paura del genocidio è inestricabilmente intrecciata nello spirito e nella ciltira ebraica.

La spettacolare lettura di Glenn Bowman e Niels Lemche della Bibbia e della narrazione giudaica come manifestazione di un’identità separata e di esilio ci aiuta a spiegare perché l’ebraicità fiorisca in esilio ma perda il suo impeto quando diventa una vicenda che si svolge in patria. Considerando la storia ebraica da questo punto di vista, si può capire come sia il nazionalismo ebraico moderno, il giudaismo, il sionismo che le ideologie ebraiche progressiste siano esiliche per natura; hanno un qualche senso se considerate nella loro epoca prerivoluzionaria ma diventano insignificanti dopo la metamorfosi. In una certa misura, il muro con cui ora Israele si circonda simboleggia il ritorno alla condizione ebraica di esilio dei vecchi ghetti europei. Quel che mantiene in vita l’identità collettiva ebraica è la paura. Come nel caso della religione dell’Olocausto, l’ebraicità colloca la paura del giudeicidio al cuore della psiche ebraica e nello stesso tempo offre misure spirituali, idologiche e pragmatiche, con cui gestire tale paura.

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La lettura di Rafael Medoff del libro di Ester ci offre uno squarcio illuminante sui codici interni delle dinamiche ebraiche per la sopravvivenza collettiva, in cui Ester e Mordechai uniscono le forze per salvaguardare gli ebrei. Secondo Medoff le similitudini con l’epoca moderna sono lampanti: le pressioni di Mordechai alla fine convincono Ester ad andare dal Re. Il lavorio diplomatico di Ester ebbe successo e Assuero annullò il decreto di genocidio condannando a morte Aman e i suoi complici.

Allo stesso modo Morgenthau andò dal presidente Roosvelt, armato di un pungolante rapporto di 18 pagine che avevano intitolato “Rapporto al Ministro dell’Acquiescenza del governo verso l’assassinio degli ebrei”. Una risoluzione avviata al Congresso che richiamava gli Stati Uniti all’azione fu approvata rapidamente dalla relazione per gli affari esteri del Senato mettendo Morgenthau nelle condizioni di dire al presidente – oti muovi subito o il Congresso la farà in tua vece”. …. In altri termini, gli ebrei possono e devono agire per loro stessi; questa è la vera morale del libro di Ester come della religione dell’Olocausto … in realtà, l’acquisizione di potere è solo una risposta fra tante, eppure si rivela molto potente e pericolosa quando l’American Jewish Committee e l’AIPAC agiscono come Mordechai dei giorni nostri e s’impegnano pubblicamente in intensi sforzi di lobbying a favore della guerra contro l’Iran.

Una volta che abbiamo imparato a inquadrare il lavorio diplomatico israeliano all’interno dei parametri tracciati dal libro di Ester e dalla religione dell’Olocausto, possiamo riconoscere le figure del libro e trasportarle nella realtà in cui viviamo. Aman/Hitler sarà Ahmadinejad, Mordechai oltre che nell’AIPAC e nell’AJC, anche nel responsabile dello staff di Obama, Rahm Emanuel e in Lord Levy, Obama è naturalmente Assuero mentre ester può essere quasi chiunque, dall’ultimo neocon a Dick Cheney.

si può restare perplessi nell’apprendere che solo tre anni dopo la liberazione di Aushwitz (1945), l’appena nato stato ebraico compì la pulizia etnica della grande maggioranza della popolazione indigena palestinese (1948) e a soli cinque anni di distanza dalla fine della seconda guerra mondiale, lo stato ebraico diede alla luce le razzialmente discriminatorie leggi del diritto al ritorno per impedire ai rifugiati palestinesi del 1948 di rientrare nelle loro città, villaggi, campi e orti. Simili leggi, ancora oggi in vigore, non appartengono ad una categoria diversa da quella delle famose leggi naziste di Norimberga.

La liquidazione della temporalità, l’incapacità di riflettere su di se in una prospettiva aperta verso il futuro, spiega la complicità israeliana collettiva in alcuni orrendi crimini di guerra. Dovrebbe essere sufficiente a chiarire perché gli israeliani taglino a fette la Terra Santa con muri e filo spinato; perché gettino fosforo bianco sui loro vicini di casa mentre cercano di travare ripare in un rifugio Onu; perché le truppe scelte della Navy Seals israeliana abbiano giustiziato i pacifisti sulla Mavi Marmara in acque internazionali; questi eventi hanno a che fare con l’ideologia impregnata di razzismo, pretesa supremazia, sciovonismo che alimento il sionismo … chi sfida il vero significato di storia si aliena dalla temporalità; chi non riesce a riesaminare il proprio passato non può nemmeno capire la nozione di conseguenza, casualità ed etica; chi sfida la storia non si gurda mai allo specchio ed è destinato a pensare che l’antisemitismo sia un fenomeno sociale irrazionale che scaturisce dal nulla. Di conseguenza deve credere che i goym siano potenzialmente matti; teniamo però a mente che i goym sono la maggioranza della popolazione umana.