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24/01/2015

La strage di Parigi aiuta il fondamentalismo islamico e la destra israeliana
di Uri Avnery

Il premier israeliano Netanyahu ha sfruttato l’attacco per fare propaganda elettorale in vista del voto. La disputa fra ebrei e arabi in territorio francese retaggio del colonialismo nord-africano. E l’antisemitismo diventa il collettore per favorire il rientro degli ebrei in Palestina. I fanatici, di entrambi i fronti, i peggiori nemici della pace. Dal grande statista e attivista israeliano.

Gerusalemme (AsiaNews/Gush Shalom) - I tre terroristi islamici sarebbero stati molto orgogliosi di loro stessi, se fossero vissuti per vederlo. Commettendo i due attacchi (piuttosto ordinari per gli standard israeliani) essi hanno diffuso il panico in tutta la Francia, portato milioni di persone nelle strade, raccolto più di 40 capi di Stato a Parigi. Hanno cambiato il panorama della capitale francese e delle altre città mobilitando migliaia di soldati e poliziotti a protezione degli ebrei e di altri potenziali obiettivi. Per diversi giorni essi hanno dominato le notizie in tutto il mondo.

Tre terroristi, che con tutta probabilità hanno agito da soli. Tre! Per gli altri potenziali terroristi islamici sparsi in Europa e America deve essere sembrato un enorme risultato. È un invito a individui e piccoli gruppi a fare altrettanto, ovunque. Terrorismo significa accendere la paura. I tre a Parigi hanno sicuramente avuto successo. Essi hanno terrorizzato la popolazione francese. E se tre giovani senza particolari abilità possono fare ciò, immaginate cosa potrebbero fare 30, o 300!

Francamente, non mi piacciono le grandi manifestazioni. Ho partecipato a diverse manifestazioni ai miei tempi, forse più di 500, ma sempre contro i poteri forti. Non ho mai preso parte a dimostrazioni organizzate dal governo, persino quando il fine era buono. Mi ricordavano troppo l'ultimo periodo dell'Unione Sovietica, dell'Italia fascista o peggio. Non fa per me, grazie.

Ma questa particolare manifestazione è stata anche controproducente. Non solo ha dimostrato che il terrorismo è efficace, non solo ha invitato ad attacchi emulativi, ma ha anche compromesso la vera lotta contro i fanatici.

Se si vuole condurre una battaglia efficace, ci si deve prima mettere nei panni dei fanatici e provare a capire la dinamica che spinge i giovani musulmani nati sul luogo a compiere tali azioni. Chi sono? Che cosa pensano? Quali sono i loro sentimenti? In quali circostanze sono cresciuti? Cosa si può fare per cambiarli?

Dopo decenni di incuria, questo è un duro lavoro. Ha bisogno di tempo e sforzi, con risultati incerti.

Per i politici è molto più semplice sfilare in strada davanti alle telecamere.

E chi ha sfilato in prima fila, raggiante come un vincitore? Il nostro solo e unico Bibi [Benjamin Netanyahu, ndt].

Come ha fatto ad arrivare lì? I fatti sono accaduti in tempi record. In realtà sembra che egli non fosse proprio stato invitato. Anzi,il presidente Francois Hollande ha inviato messaggi espliciti: per favore, per favore non venire. Avrebbe potuto trasformare la manifestazione in uno spettacolo di solidarietà nei confronti degli ebrei, invece che in un pubblico grido di protesta a favore della libertà di stampa e degli altri "valori repubblicani". Netanyahu è arrivato lo stesso, con due ministri dell'estrema destra al seguito. Relegato in seconda fila, ha fatto quello che fanno gli israeliani: ha spinto di lato un presidente nero africano che aveva di fronte e si è posizionato in prima fila. Una volta lì, ha iniziato a salutare le persone affacciate ai balconi lungo la via. Salutava, come un generale romano nella sua parata trionfale. Si può solo immaginare quello che hanno provato Hollande e gli altri capi di Stato - che provavano ad avere un atteggiamento sufficientemente grave e addolorato - dinanzi a questa ostentazione di sfrontatezza.

Netanyahu si è recato a Parigi come parte della sua campagna elettorale. Da candidato veterano, sa che trascorrere tre giorni a Parigi visitando sinagoghe e tenendo discorsi carichi di orgoglio ebraico sono molto meglio che tre settimane a casa a lanciare fango.

Il sangue dei quattro ebrei assassinati nel supermercato kosher non era ancora asciutto quando il leader israeliano ha esortato gli ebrei francesi a fare le valigie e andare in Israele. Israele, come tutti sanno, è il posto più sicuro della terra. Questa è la reazione istintiva e quasi automatica del fronte sionista. Gli ebrei sono in pericolo. Il loro unico rifugio sicuro è Israele. Fate in fretta e venite. Il giorno successivo i giornali israeliani hanno riportato entusiasti che nel 2015 più di 10mila ebrei francesi si trasferiranno qui, spinti dal crescente antisemitismo.

Apparentemente, c'è molto antisemitismo in Francia e negli altri Paesi europei, anche se probabilmente molto inferiore al sentimento anti-islamico. Ma la disputa tra ebrei e arabi nel territorio francese ha poco a che fare con l'antisemitismo. È una lotta importata dal Nord Africa. Quando scoppiò la guerra di liberazione algerina nel 1954, gli ebrei del luogo hanno dovuto scegliere da che parte stare. Quasi tutti decisero di sostenere la potenza coloniale, la Francia, contro il popolo algerino. Tutto ciò ha origini storiche. Nel 1870 il ministro francese della Giustizia, Adolphe Cremieux, che era ebreo, concesse la cittadinanza francese a tutti gli ebrei algerini, separandoli dai vicini musulmani. L'Algerian Liberation Front (Fln) ha tentato in tutti i modi di attirare gli ebrei locali dalla propria parte. Lo so perché sono stato coinvolto in qualche modo. La sua organizzazione clandestina in Francia mi chiese di costituire un gruppo di sostegno israeliano, in modo da convincere i nostri confratelli algerini. Io fondai il "Israeli Committee For A Free Algeria" e pubblicai del materiale che venne usato dal Fln per convincere gli ebrei. Invano. Gli ebrei locali, orgogliosi della loro cittadinanza francese, sostenevano fedelmente i colonialisti. Alla fine, gli ebrei divennero noti all'interno dell'Oas, il gruppo clandestino francese che conduceva una sanguinosa lotta contro coloro che combattevano per la libertà. Il risultato fu che praticamente tutti gli ebrei scapparono dall'Algeria insieme ai francesi, quando venne il giorno del giudizio. Non andarono in Israele. Quasi tutti si trasferirono in Francia. (Tranne gli ebrei marocchini e tunisini, che si trasferirono in maggioranza in Israele. In generale, i più poveri e meno istruiti scelsero Israele, mentre l'elite colta andò in Francia e Canada).

Quello a cui assistiamo oggi è la continuazione sul territorio francese di questa guerra tra musulmani algerini ed ebrei. Tutti i quattro ebrei "francesi" uccisi durante l'attacco avevano nomi africani e sono stati sepolti in Israele.

Non senza problemi. Il governo israeliano ha esercitato grande pressione sulle quattro famiglie per seppellire i loro figli qui. Esse volevano seppellirli in Francia, vicino alle loro case. Dopo varie trattative sul prezzo delle tombe, le famiglie hanno finalmente acconsentito.

È stato detto che gli israeliani amano l'immigrazione ma non amano gli immigrati. Questo vale anche per i nuovi immigrati "francesi". Negli ultimi anni, molti turisti "francesi" sono venuti qui. Spesso non erano graditi. Specialmente quando hanno iniziato a comprare gli appartamenti di fronte al mare di Tel Aviv e a lasciarli vuoti, come forma di assicurazione, mentre la giovane popolazione locale non poteva né trovare né permettersi appartamenti nell'area metropolitana. In pratica tutti questi turisti e immigrati "francesi" hanno origini nord-africane.

Quando si domanda cosa li spinge in Israele, la loro risposta unanime è: l'antisemitismo. Che non è un fenomeno nuovo. Come dato di fatto, la grande maggioranza degli israeliani, loro o i loro genitori o nonni, sono stati condotti qui dall'antisemitismo.

I due termini - antisemitismo e sionismo - nascono quasi nello stesso momento, verso la fine del XIX secolo. Theodore Herzl, fondatore del movimento sionista, formulò la sua idea mentre lavorava in Francia come corrispondente estero per un giornale viennese durante l'affare Dreyfus, quando un violento antisemitismo raggiunse il massimo livello in Francia (L'antisemitismo, ovviamente, è una denominazione impropria. Anche gli arabi sono semiti. Ma il termine viene generalmente usato per indicare solo coloro che odiano gli ebrei).

In un secondo momento, Herzl corteggiò direttamente i leader antisemiti in Russia e altrove, chiedendo il loro aiuto e promettendo di togliere di mezzo gli ebrei. Così hanno fatto i suoi successori. Nel 1939 il gruppo clandestino Irgun pianificò di invadere militarmente la Palestina con l'aiuto di generali dell'esercito polacco profondamente antisemiti. Ci si potrebbe chiedere se sarebbe nato lo Stato di Israele nel 1948 se non ci fosse stato l'Olocausto. Di recente un milione e mezzo di ebrei russi sono stati spinti in Israele a causa dell'antisemitismo.

Il sionismo è nato alla fine del XIX secolo come risposta diretta alla sfida dell'antisemitismo. Dopo la Rivoluzione francese, una nuova idea di patria ha preso piede in tutte le nazioni europee, grandi e piccole, e tutti i movimenti nazionali sono stati antisemiti in qualche modo.

La convinzione di base del sionismo è che gli ebrei non possono che vivere nello Stato ebraico, perché la vittoria dell'antisemitismo è inevitabile ovunque. Lasciate che gli ebrei americani si rallegrino per la loro libertà e prosperità - prima o poi tutto questo finirà. Essi sono condannati come ebrei ovunque al di fuori di Israele.

La nuova strage a Parigi non fa altro che confermare la convinzione di base. C'è stata veramente poca reale compassione in Israele. Piuttosto, un segreto senso di trionfo. La reazione istintiva dell'israeliano comune è: "Ve l'avevamo detto!" e anche: "Venite in fretta, prima che sia troppo tardi!"

Spesso ho provato a spiegare ai miei amici arabi: gli antisemiti sono i grandi nemici del popolo palestinese. Gli antisemiti hanno aiutato a portare gli ebrei in Palestina, e ora lo stanno facendo di nuovo. E di sicuro alcuni dei nuovi immigrati si stabiliranno oltre la Green Line, all'interno dei territori palestinesi occupati, terra araba sottratta nel tempo.

Il fatto che Israele abbia tratto vantaggio dagli attacchi di Parigi ha spinto alcuni media arabi a credere che l'intera vicenda sia un'operazione sotto "falsa bandiera". Quindi, in questo caso, i responsabili arabi sarebbero stati veramente manipolati dal Mossad israeliano. Dopo un delitto, la prima domanda è "cui bono", chi ne trae davvero vantaggio? Ovviamente, l'unico che esce vincitore da questa strage è Israele. Ma arrivare alla conclusione che Israele si nasconde dietro i jihadisti è assolutamente senza senso.

Il dato concreto è che tutto il movimento jihadista islamico sul territorio europeo ferisce solo i musulmani. I fanatici di ogni tipo di solito aiutano i loro peggiori nemici. I tre uomini musulmani che hanno compiuto la strage a Parigi di sicuro hanno fatto un grande favore a Benjamin Netanyahu.

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