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12 luglio 2015

 

Libia: firmato accordo Onu ma solo da Tobruk senza Tripoli

 

Il documento, che prevede la fine dei combattimenti e la formazione di un governo di unità nazionale, è stato firmato anche da altre fazioni minori

 

L'accordo di pace e di riconciliazione proposto dall'Onu per la Libia è stato firmato oggi a Skhirat in Marocco, a sud di Rabat. Ma - particolare non del tutto trascurabile - al testo preparato con scrupolo e attenzione dall'inviato Onu, il diplomatico spagnolo Bernardino Leon, manca la firma di una delle due parti in conflitto e che controllano la Libia: il Parlamento islamista di Tripoli. A firmare, oltre Leon come garante, è stato il governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk, che controlla però solo parte della Cirenaica, la turbolenta provincia orientale libica.

 

Da parte sua Leon ha comunque sostenuto che la firma, seppur di una sola delle parti in conflitto, rappresenta "un cornice globale per continuare la transizione politica iniziata nel 2011".

Riferimento, prima all'instabilità totale, e da oltre un anno, al conflitto in corso, con la fine del regime del colonnello Muammar Gheddafi abbattuto con l'aiuto determinante dei raid aerei voluti dal presidente francese Nicolas Sarkozy, sostenuti con convinzione dal premier britannico David Cameron, ed il riluttante appoggio degli Stati Uniti e di quello recalcitrante dell'Italia.

 

Il documento, che prevede la fine dei combattimenti e la formazione di un governo di unità nazionale, è stato firmato anche da altre fazioni minori. Tra queste la più importante è quella della città di Misurata, alleata con la coalziione Alba Libica che controlla dallo scorso agosto Tripoli e la tripolitania. Leon, prendendo atto che Tripoli non ha firmato l'intesa, ha comunque voluto "lanciare il messaggio che le porte restano aperte a coloro che hanno scelto di non essere qui" Il rappresentante ai negoziati in Marocco del General National Congress (Gnc, il Parlamento) di Tripoli (formalmente decaduto dopo le elezioni del 25 giugno 2014 del Parlamento che, minacciato dagli islamisti sconfitti dal voto, si è poi dovuto insediare a Tobruk), Mowafaq Hawas ha sottolineato che "noi siamo ancora coinvolti nel dialogo ma non comprendiamo onestamente questa fretta a firmare (l'intesa) prima che tutte le parti siano d'accordo".

 

Tripoli da parte sua sostiene l'illegittimità del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, quello del premier Abullah al Thani, in forza di una sentenza della Corte Suprema di Tripoli dello scorso novembre, condizionata dagli islamisti che controllano la città, che ha sciolto il Parlamento di Tobruk. Il testo dell'intesa Onu prevede la formazione di un governo di unità nazionale guidato da un premier e due vice, non di facciata ma dotati di poteri concreti, per un anno. Nel testo si prevede che l'unico Parlamento riconosciuto sia quello di Tobruk. L'aspetto che rende - salvo colpi di scena - inaccettabile il piano a Gnc di Tripoli.

 

Il problema è che i diplomatici e gli esponenti 'colloquianti' dei due governi riferiscono di essere sotto pressione dei falchi che preferiscono una soluzione militare al conflitto, rispetto ad una negoziata. Ad aggravare il caos libico l'insediamento nel Paese di Isis, che ha la roccaforte a Derna ma ha già colpito più volte Tripoli e minaccia anche Sirte. La minaccia di Isis, sostengono i diplomatici occidentali, dovrebbe essere proprio la molla per far scattare la solidarietà nazionale tra Tripoli e Tobruk contro il comune nemico.

Ma finora la logica non sembra aver fatto presa tra le due fazioni.