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27 luglio 2015

 

Cengiz Aktar: "Una strategia suicida che porterà al caos"

di Marco Ansaldo

 

Il politologo ed editorialista: "Il presidente è come il Faust di Goethe, capace di distruggere tutto per salvare se stesso e il potere"

 

Cengiz Aktar, politologo, esperto di minoranze, soprattutto curdi e armeni, consulente per 22 anni all'Onu e oggi anche editorialista di "Taraf", perché Erdogan ha deciso di bombardare, oltre ai jihadisti dell'Is, pure i curdi con cui fino a ieri negoziava accordi preelettorali?

"Questa è una risposta a cui possono replicare anche gli studenti del primo anno di Scienze Politiche. Perché per Erdogan l'unico scopo della vita è che l'Akp, il Partito conservatore di ispirazione religiosa da lui fondato, possa formare pure il prossimo governo da solo, così come è stato negli ultimi 12 anni, ossia da quando è al potere, senza dividerlo con altri partiti".

 

Però questo disegno è stato scombinato dalle elezioni di giugno, quando ha perso la maggioranza assoluta, e proprio il nuovo partito curdo è entrato a sorpresa al Parlamento. Il suo obiettivo è allora di sconfiggere i curdi al possibile voto anticipato di novembre?

"Erdogan è capace di fare di tutto. È come il Faust di Goethe. E la gente qui si aspetta che lui possa distruggere tutto pur di salvare se stesso e il proprio entourage. Ma questa non è politica. E poi adesso c'è un altro fattore in campo".

 

Quale?

"Lo Stato Islamico. Che sentendosi attaccato stringerà le fila e si rafforzerà. Tutto questo finirà per ritorcersi contro la coalizione internazionale. No, quella di Erdogan è una strategia suicida. Ci sarà solo più confusione, più distruzione, più morti".

 

Però è stata proprio la coalizione e soprattutto gli Usa a insistere su Erdogan perché finisse di chiudere un occhio sul Califfato per attaccarlo finalmente con gli aerei in Siria.

"Io penso che le autorità turche siano state ben ammonite, sulla base della prossima risoluzione delle Nazioni Unite, la numero 2199, molto importante, che verrà resa nota a breve".

 

Che cosa dice?

"Contiene informazioni su quei Paesi che hanno aiutato lo Stato Islamico. In proposito verrà fuori un rapporto molto duro. Eppure questo non vuol dire che Ankara molli il Califfato. Anche perché è completamente legata ad Arabia Saudita e Qatar".

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