Originale: The Nation

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7 agosto 2015

 

La guerra è stata vinta prima di Hiroshima – e i generali che hanno fatto cadere la bomba lo sapevano

di Gar Alperovitz

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

I visitatori del Museo Nazionale dell’Aria e dello Spazio – il tempio dell’America all’avanguardia tecnologica del complesso industriale e militare – ascoltano la narrazione usuale dalle guide del giro quando arrivano davanti all’Enola Gay, l’aereo che ha buttato una bomba atomica sui civili di Hiroshima proprio 70 anni fa. Dicono che la bomba è stata fatta cadere per salvare la vita di migliaia di americani che altrimenti sarebbero stati uccisi in un’invasione delle isole dell’Arcipelago giapponese. Hiroshima e Nagasaki furono in gran parte distrutte e furono sacrificate le vite di 135.000/150.000 donne, bambini e anziani, per lo più giapponesi – la maggior parte degli uomini erano via in guerra – come conseguenza di un calcolo terribile, ma moralmente giusto che mirava a porre fine a una guerra ingestibile.

Questa storia può tranquillizzare la coscienza del visitatore del museo dell’aria, ma è in gran parte un mito fabbricato per rinforzare i nostri ricordi della guerra “buona”. In linea di massima, i generali di più alto grado e gli ammiragli che hanno gestito la II Guerra Mondiale lo sapevano bene. Considerate la targa piccola e che viene poco notata, appesa nel Museo Nazionale della Marina degli Stati Uniti che accompagna la replica del “Little Boy”, l’arma usata contro gli abitanti di Hiroshima: nel  suo unico paragrafo chiarisce che i “consiglieri politici” di Truman prevalsero sui militari nel determinare il modo in cui sarebbe stata  trattata  la fine della guerra in Giappone. Inoltre, contrariamente ai miti popolari sul potere quasi magico della bomba per porre fine alla guerra, la spiegazione del Museo della marina indica chiaramente che “la vasta distruzione inflitta dai bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki e la perdita di 135.000 persone avevano procurato poco impatto sull’esercito giapponese.”

In effetti sarebbe stato  sorprendente  se lo avesse avuto: malgrado la terribile potenza concentrata delle bombe atomiche, le bombe incendiarie gettate su Tokyo nel 1945 e la distruzione delle numerose città giapponesi con bombardamenti convenzionali avevano ucciso un numero di gran lunga superiore di persone. Il Museo della marina riconosce ciò che molti storici sapevano da lungo tempo: è stato soltanto con l’entrata in guerra dell’Armata Rossa due giorni dopo il bombardamento di Hiroshima che i giapponesi hanno iniziato infine ad arrendersi. Il Giappone è stato usato per abbandonare delle città ai bombardamenti americani; ciò che i loro capi militari temevano di più era la distruzione delle forze armate del paese causata da un assalto totale dell’Armata Rossa.

I massimi capi militari americani che hanno combattuto la II Guerra Mondiale, con grande sorpresa delle molte persone che non erano al corrente delle testimonianze    sono stati molto chiari sul fatto che la bomba atomica non era necessaria, che il Giappone era sull’orlo della resa, e – per molti – che la distruzione di un gran numero di civili era immorale. La maggior parte erano anche conservatori, non liberali. L’Ammiraglio William Leahy, Capo di  stato maggiore del Presidente Truman, ha scritto nel suo memoriale del 1950 I Was There [Io ero lì], che “l’uso di questa barbara arma a Hiroshima e a Nagasaki, non era di aiuto materiale nella nostra guerra contro il Giappone. I giapponesi erano già sconfitti e pronti alla resa…essendo i primi a usarla, abbiamo adottato uno standard etico comune ai barbari delle Epoche Buie. Non mi avevano insegnato a fare la guerra in quel modo, e le  guerre non si possono vincere uccidendo donne e bambini.”

Il comandante dell’Aviazione dell’esercito degli Stati Uniti, Henry “Hap” Arnold, ha dato una forte indicazione dei suoi punti di vista in una dichiarazione pubblica soltanto 11 giorni dopo che Hiroshima era stata attaccata. Quando un inviato del New Quando un inviato del New York Times il 17 luglio gli ha chiesto se la bomba atomica era stata la causa della resa del Giappone, Arnold ha detto che “la posizione giapponese era disperata anche prima che cadesse la prima bomba, perché i giapponesi avevano perduto il controllo della loro aviazione.”

Il Grande Ammiraglio Chester Nimitz, Comandante in Capo della Flotta del Pacifico, ha dichiarato durante un discorso pubblico   pronunciato presso il Monumento a Washington due mesi dopo il bombardamento, che “la bomba atomica non aveva avuto alcuna parte decisiva, da un punto di vista puramente militare, nella sconfitta del Giappone…” L’Ammiraglio William “Bull” Halsey Jr., Comandante della Terza Flotta degli Stati Uniti, ha affermato pubblicamente, nel 1946, che “la prima bomba atomica è stato un esperimento inutile… E’ stato un errore averla buttata…[lo scienziato] aveva il suo giocattolo e loro volevano testarlo e quindi l’hanno buttata…”

Il Generale Dwight Eisenhower, da parte sua, ha affermato, nelle sue memorie, che quando gli era stata notificata dal Segretario alla Guerra Henry Stimson la decisione di usare le armi atomiche, “gli ho espresso i  miei seri   dubbi,   per prima cosa in base alla mia convinzione che il Giappone era già sconfitto e che lanciare la bomba era completamente inutile e, poi perché pensavo che il nostro paese avrebbe dovuto evitare di sconvolgere l’opinione pubblica mondiale con l’uso di un’arma il cui impiego pensavo non fosse più obbligatorio come mezzo per salvare vite americane…” In seguito ha dichiarato pubblicamente “…non era necessario colpirli con quella orribile cosa.” Anche il famoso “falco”, il Maggiore Generale Curtis Le May, capo del Ventunesimo Commando Bombardier ha dichiarato pubblicamente  alla stampa, un mese dopo i bombardamenti, che “la bomba atomica non aveva assolutamente nulla a che fare con la fine della guerra.”

La testimonianza   è molto chiara: dal punto di vista di uno schiacciante numero di leader chiave contemporanei nelle forze armate statunitensi, aver fatto cadere le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki non era una faccenda di necessità militare. L’intelligence americana aveva violato i codici giapponesi, sapeva che il governo giapponese stava cercando di negoziare la resa attraverso Mosca, e aveva da lungo tempo consigliato che la dichiarazione di guerra russa attesa per i primi di agosto, insieme alle assicurazioni che all’Imperatore del Giappone si sarebbe permesso di rimanere come  un leader di facciata senza alcun potere, avrebbero provocato la resa molto prima che potesse iniziare il primo passo dell’invasione statunitense di novembre,  tre mesi dopo.

Gli storici non hanno ancora una risposta definitiva al motivo per cui era stata usata la bomba. Dato che l’intelligence degli Stati Uniti ha avvertito che la guerra era probabile che sarebbe finita se al Giappone si fornivano assicurazioni riguardanti l’Imperatore – e dato che le forze armare statunitensi sapevano che avrebbero dovuto mantenere l’Imperatore per aiutare nel controllo del Giappone, in ogni caso – qualche altra cosa sembra essere stata importante. Sappiamo che alcuni dei più vicini consiglieri consideravano la bomba un’arma diplomatica e non semplicemente militare. Il Segretario di Stato James Byrnes, per esempio, credeva che l’uso delle armi atomiche avrebbero aiutato gli Stati Uniti a dominare più energicamente l’era postbellica. Secondo lo scienziato del Progetto Manhattan, Leo Szilard, che si era incontrato con lui il 28 maggio 1945, “[Byrnes] era preoccupato per il comportamento della Russia dopo la guerra… [e pensava che la Russia avrebbe  potuto essere più gestibile se fosse stata colpita dalla potenza militare americana, e che una dimostrazione della bomba avrebbe potuto impressionare la Russia.”

La storia raramente è semplice, e affrontarla in modo diretto, con onestà critica, è spesso piuttosto doloroso. I miti, indipendentemente da come siano ultra semplificati o palesemente falsi, troppo spesso è più probabile che vengano accettati rispetto alle verità scomode e inquietanti. Anche adesso, per esempio, vediamo quanto è difficile per il cittadino statunitense medio accettare le  brutali  storie  della schiavitù e della supremazia dei bianchi che è alla base  di così tanta parte della nostra storia.

Rifare la nostra comprensione popolare  dell’azione culminante della guerra “buona” è probabile che sia altrettanto difficile. Ma se la bandiera confederata di guerra  può      essere ammainata nella Carolina del Sud, forse un giorno possiamo iniziare a farci domande più impegnative sulla natura del potere globale dell’America e su che cosa è vero e che cosa è falso circa il motivo per cui abbiamo realmente fatto cadere la bomba atomica sul Giappone.

Gar Alperowitz, ex professore alla cattedra di Economia Politica intitolata a Lionel R. Bauman presso l’Università del Maryland, è autore di due importanti studi sulla decisione di Hiroshima: Atomic Diplomacy: Hiroshima and Potsdam [Diplomazia atomica: Hiroshima e Potsdam] e The Decision to Use the Atomic Bomb [La decisione di usare la bomba atomica].

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/the-war-was-won-before-hiroshima-and-the-generals-who-dropped-the-bomb-knew-it

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