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febbraio 27, 2015

 

In ricordo di Anna Maria Bruzzone

di Angela Dogliotti Marasso

 

“A mano a mano che parlavamo con queste partigiane cadevano, come cade un velo davanti agli occhi, certi pregiudizi che anche noi avevamo. Le interviste furono un lavoro straordinario. Avevo già raccolto in un’altra occasione storie di vita e altre ne raccolsi in seguito: ogni raccolta fu un’esperienza eccezionale e singolare: questa ci fece cambiare completamente opinione sulla Resistenza. L’immagine di una Resistenza completamente maschile e completamente armata cadde per noi e io spero sia caduta anche per altri. Noi la chiamammo resistenza taciuta, perché in effetti fu veramente nascosta….Oggi Resistenza taciuta indica per noi due distinte forme di silenzio: silenzio perché erano donne, ma silenzio anche –e forse soprattutto- perché avevano attuato una Resistenza disarmata”1

Con queste parole Anna Maria Bruzzone ricordava, in un convegno svoltosi a Torino il 29 marzo 2004, l’appassionato lavoro di ricerca che la impegnò, insieme a Rachele Farina, e che ebbe come risultato il libro La resistenza taciuta. Dodici vite di partigiane piemontesi.

Pubblicato per la prima volta da Bollati Boringhieri nel 1976, il testo rappresentò, come scrive Anna Bravo nella prefazione alla riedizione del 2003, il debutto degli studi di storia orale della Resistenza, con le donne come protagoniste, che, raccontando le loro esperienze, portavano alla luce forme di lotta in gran parte non armate, contribuendo così a connotare la Resistenza in modo più ricco, articolato, popolare.

Il concetto di resistenza civile fu poi pienamente utilizzato in una altro fondamentale testo scritto da Anna Maria Bruzzone insieme ad Anna Bravo, In guerra senza armi. Storia di donne 1943-1945, pubblicato da Laterza nel 1995.

La conobbi grazie a questo libro, che insieme ad Anna Bravo venne a presentare a Ivrea.

Da allora abbiamo mantenuto un contatto, non frequente ma intenso, e trovato occasioni di scambio, confronto, incontro.

Ricordo con affetto e riconoscenza il suo rigore intellettuale , che ci ha insegnato molto, la sua modestia e la sua grande, discreta umanità.

 

note

1 Dall’intervento di A.M.Bruzzone, in LN Libri Nuovi , rivista indipendente di attualità librarie, n. 30, pag. 77

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