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The Associated Press

United Nations

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Wednesday, 26 August 2015

 

Palestinesi e Vaticano intendono alzare le loro bandiere all’Onu

 

Con una mossa invisa al governo di Israele, i palestinesi e il Vaticano stanno cercando di issare le loro bandiere al quartier generale dell'Onu, giusto in tempo per la visita di Papa Francesco il mese prossimo.

 

I sostenitori dell'idea sperano che l'Assemblea Generale dell'ONU adotterà la risoluzione sull’alzabandiera poco prima dell’arrivo del papa. Scommettendo che Stati Uniti o altri alleati di Israele non bloccheranno il piano per non rischiare di offendere la Santa Sede nella prima visita di Francesco negli Stati Uniti.

 

La proposta dei palestinesi è stata presentata, e una bozza di risoluzione impostata saranno rese pubbliche Mercoledì, lo ha riferito la Associated Press. Essa consentirebbe agli Stati osservatori non membri, ce ne sono solo due, di mostrare le loro bandiere insieme ai 193 Stati membri.

 

Gli Stati Uniti e Israele si oppongono al riconoscimento dello Stato palestinese, sostenendo che mina gli sforzi per negoziare un accordo di pace. Il processo, tuttavia, è in gran parte ad un punto morto dal conflitto mortale a Gaza dell’estate scorsa.

 

Molti stati hanno mostrato sostegno all'impegno dei palestinesi per la statualità, tra cui la Santa Sede.

 

Nel mese di maggio, il Vaticano ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina nel loro primo formale trattato bilaterale. Il Ministero degli Esteri israeliano si è detto deluso. Durante la visita in Terra Santa del 2014, nel programma ufficiale del Vaticano, Papa Francesco si è rivolto al presidente palestinese Mahmoud Abbas come presidente dello stato di Palestina.

 

Nel 2012, il Vaticano aveva accolto, con un voto schiacciante dell'Assemblea Generale, di aggiornare lo status dei palestinesi a stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. La loro delegazione dispiegò tempestivamente la bandiera nella camera.

 

Il papa non è timido per quanto riguarda la diplomazia. Egli ha contribuito a portare gli Stati Uniti e Cuba insieme per ripristinare i loro rapporti diplomatici. L'anno scorso, ha invitato i presidenti israeliani e palestinesi per una giornata di preghiera per la pace in Vaticano.

 

La maggior parte dei paesi dell'Europa occidentale si sono tenuti fuori dal riconoscimento dello stato palestinese, ma alcuni hanno suggerito che la loro posizione potrebbe cambiare se gli sforzi di pace rimanessero ad un punto morto. La maggior parte dei paesi di Africa, Asia e Sud America hanno riconosciuto la Palestina.

 

Francesco è in programma per rivolgersi all'Assemblea Generale il 25 settembre, all'apertura di una riunione dei leader mondiali per lanciare una serie di obiettivi di sviluppo volti a porre fine sia alla povertà che alla fame nel corso dei prossimi 15 anni.

 

Più di 100 capi di Stato e di governo sono attesi la settimana successiva, all’Assemblea Generale che porta i leader mondiali all’annuale conferenza delle Nazioni Unite. Il presidente Barack Obama, il presidente russo Vladimir Putin, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente iraniano Hassan Rouhani sono previsti a parlare la prima mattina.

 


The Associated Press

United Nations

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Wednesday, 26 August 2015

 

Palestinians and Vatican seek to raise flags at U.N.

 

In a move likely to upset Israel's government, the Palestinians and the Vatican are seeking to raise their flags at U.N. headquarters - just in time for Pope Francis' visit next month.

 

Supporters of the idea hope the U.N. General Assembly will adopt a resolution on the flag-raising shortly before the pope arrives. They're betting that the United States or other allies of Israel will not block the plan and risk offending the Holy See on Francis' first U.S. visit.

 

The Palestinians' proposal has been tabled, and a draft of the resolution set to be made public Wednesday has been seen by The Associated Press. It would allow non-member observer states - there are only two - to display their flags with the 193 member states.

 

The United States and Israel oppose recognizing the Palestinian state, arguing that it undermines efforts to negotiate a peace agreement. That process, however, has largely been at a standstill since the deadly conflict in Gaza a year ago.

 

Many states have shown support for the Palestinians' pursuit of statehood, including the Holy See.

 

In May, the Vatican officially recognized the state of Palestine in their first formal, bilateral treaty. Israel's foreign ministry said it was "disappointed." During Francis' 2014 visit to the Holy Land, the Vatican's official program referred to Palestinian President Mahmoud Abbas as the president of the "state of Palestine."

 

In 2012, the Vatican welcomed an overwhelming vote in the General Assembly to upgrade the Palestinians' status to a U.N. non-member observer state. Their delegation promptly unfurled the flag in the chamber.

 

The pope has not been shy about ambitious diplomacy. He helped bring the United States and Cuba together for their historic reestablishment of diplomatic ties. Last year, he invited the Israeli and Palestinian presidents for a day of peace prayers at the Vatican.

 

Most countries in Western Europe have held off on recognizing a Palestinian state, but some have hinted that their position could change if peace efforts remain deadlocked. Most countries in Africa, Asia and South America have recognized Palestine.

 

Francis is scheduled to address the General Assembly on Sept. 25, opening a gathering of world leaders to launch a set of development goals aimed at ending both poverty and hunger over the next 15 years.

 

More than 100 heads of state and government are expected at the gathering, which leads into the annual U.N. General Assembly of world leaders the following week. President Barack Obama, Russian President Vladimir Putin, Chinese President Xi Jinping and Iranian President Hassan Rouhani are scheduled to speak on the first morning.

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