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2 giugno 2015

 

Esperti dell’ONU esprimono preoccupazione per l’impatto negativo sui diritti umani degli accordi di libero scambio e sugli investimenti

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Ginevra, 2 giugno 2015 –

 

Un certo numero di accordi di libero scambio e sugli investimenti, quali il Partenariato Trans-Pacifico (TPP) e il Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP), è attualmente in corso di negoziazione. Un gruppo di esperti dell’ONU * ha diffuso la seguente dichiarazione per manifestare preoccupazione per la natura segreta della stesura e della negoziazione di molti di questi accordi e per il potenziale impatto avverso di questi accordi sui diritti umani:

 

Anche se gli accordi sul commercio e gli investimenti possono creare nuove opportunità economiche, attiriamo l’attenzione sul potenziale effetto deleterio che questi trattati e accordi possono avere sul godimento di diritti umani così come incorporati in strumenti legalmente vincolanti, civili, culturali, economici, politici o sociali. Le nostre preoccupazioni si riferiscono al diritto alla vita, al cibo, all’acqua e all’igiene, alla salute, alla casa, all’istruzione, alla scienza e alla cultura, a migliorati standard del lavoro, a una magistratura indipendente, a un ambiente pulito e al diritto di non essere soggetti a reinsediamenti forzati.

Come sottolineato anche nei Principi Guida dell’ONU sull’Economia e di Diritti Umani, gli Stati devono garantire che gli accordi sul commercio e sugli investimenti non limitino la loro capacità di adempiere ai loro obblighi riguardo ai diritti umani (Principio Guida 9).

Osservatori sono preoccupati che questi trattati e accordi siano suscettibili di avere numerosi effetti regressivi sulla protezione e sulla promozione dei diritti umani, compreso l’abbassamento della soglia di protezione della salute, della sicurezza alimentare e degli standard del lavoro, soddisfacendo gli interessi di monopoli farmaceutici e ampliando la protezione della proprietà intellettuale.

Esiste una preoccupazione legittima che sia i trattati bilaterali sia quelli multilaterali sugli investimenti possano aggravare il problema della povertà estrema, mettere a rischio la rinegoziazione equa ed efficiente dei debiti esteri, e incidere sui diritti di popoli indigeni, minoranze, persone con disabilità, persone anziane e altre, creando situazioni di vulnerabilità. Indubbiamente la globalizzazione e i molti Trattati Bilaterali sugli Investimenti (BIT) e Accordi di Libero Scambio (FTA) possono avere impatti positivi, ma anche negativi sulla promozione di un ordine internazionale democratico ed equo, che implica solidarietà internazionale pratica.

Anche i capitoli sulla risoluzione delle controversie stato-investitore (ISDS) nei BIT e negli FTA sono sempre più problematici, considerata l’esperienza di decenni di arbitrati relativi condotti davanti a corti ISDS. L’esperienza dimostra che la funzione legislativa di molti Stati e la loro capacità di legiferare nel pubblico interesse sono state messe a rischio.

Noi riteniamo che il problema sia stato aggravato dall’”effetto intimidatorio” che hanno avuto aggiudicazioni ISDS intrusive, quando Stati sono finiti penalizzati per aver adottato norme, ad esempio per proteggere l’ambiente, la sicurezza alimentare, l’accesso a farmaci generici ed essenziali e per la riduzione del fumo, così come richiesto dalla Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, o per aver aumentato il salario minimo.

I capitoli sull’ISDS sono anomali per il fatto di offrire protezione agli investitori ma non agli Stati o alla popolazione. Consentono agli investitori di citare in giudizio gli Stati, ma non viceversa. L’adozione nel 2014 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Trasparenza negli Arbitrati Stato-Investitore basati su Trattati è un passo importante per affrontare il problema di della natura solitamente confidenziale e non partecipativa degli accordi Stato-Investitore. Una maggiore trasparenza dovrebbe servire a rimediare all’incoerenza tra le modalità attuali degli investimenti e le considerazioni riguardanti i diritti umani.

Invitiamo gli Stati a riconsiderare i trattati in corso di negoziazione e ad assicurare che essi promuovano, anziché ostacolare, i diritti umani. Se i trattati in questione includono un capitolo sulla risoluzione delle dispute stato-investitore esso deve essere redatto in modo tale che non sia consentita l’interferenza con le politiche bilancio, fiscali, della sanità e ambientali e altre politiche pubbliche.

Inoltre le corti arbitrali dovrebbero consentire il controllo pubblico e le loro sentenze devono essere appellabili presso la Corte Internazionale di Giustizia o presso una Corte Internazionale sugli Investimenti, ancora da creare, operando con trasparenza e responsabilità. Deve esserci un giusto equilibrio tra la protezione assicurata agli investitori e la responsabilità degli Stati di proteggere tutte le persone sotto la loro giurisdizione.

 

Noi raccomandiamo che:

Tutti i negoziati in corso di accordi bilaterali o multilaterali sugli scambi e gli investimenti siano condotti in modo trasparente con la consultazione e la partecipazione di tutte le relative parti interessate, compresi sindacati, associazioni di consumatori, gruppi per la protezione dell’ambiente e professionisti della sanità.

Tutte le bozze di trattato dovrebbero essere pubblicate cosicché i parlamentari e la società civile abbiano tempo sufficiente per esaminarle e soppesare i pro e i contro in modo democratico.

Dovrebbero essere condotte valutazioni ex ante ed ex post dell’impatto sui diritti umani riguardo ai BIT e agli FTA esistenti e proposti.

Le parti dovrebbero dettagliare come rispetteranno i loro obblighi riguardo ai diritti umani se ratificheranno i BIT e gli FTA in corso di negoziazione.

Considerata la profondità e l’ampiezza degli accordi attualmente in corso di negoziazione, dovrebbero esservi incorporate robuste tutele per assicurare la protezione e il godimento pieni dei diritti umani.

 

(*) Gli esperti:

Alfred de Zayas, Esperto Indipendente sulla promozione di un ordine internazionale democratico ed equo;
Catalina Devandas Aguilar, Speciale Relatrice sui diritti delle persone disabili;
Dainus Puras, Speciale Relatore sul diritto di tutti al godimento degli standard più elevati conseguibili di salute fisica e mentale;
Farida Shaheed, Speciale Relatrice nel campo dei diritti culturali;
Gabriella Knaul, Speciale Relatrice sull’indipendenza dei giudici e degli avvocati;
Hilal Helver, Speciale Relatrice sul diritto al cibo;
Juan Bohoslavky, Esperto Indipendente sugli effetti dei debiti esteri e di altri obblighi finanziari internazionali degli Stati sul pieno godimento di tutti i diritti umani, particolarmente economici, sociali e culturali;
Léo Heller, Speciale Relatore sul diritto umano all’acqua potabile e all’igiene;
Victoria Lucia Tauli-Corpuz, Speciale Relatrice sui diritti dei popoli indigeni;
Virginia Dandan, Esperta Indipendente sui diritti umani e la solidarietà internazionale.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Originale:

http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=16031&LangID=E

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