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set 24th, 2015

 

Santos raggiunge l’intesa di massima con le Farc

di Enrico Oliari 

 

Dopo la storica ricomposizione delle relazioni fra Cuba e gli Stati Uniti, a l’Avana si fa ancora la storia. Il presidente della Colombia Juan Manuel Santos si è infatti incontrato nella capitale dell’isola caraibica con il leader delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), Rodrigo Londoño soprannominato “Timochenko” e, cosa ancora più importante, i due hanno sottoscritto un’intesa che dovrebbe portare ad accordi di pace definitivi, dopo il conflitto iniziato nel 1964 che ha visto 15mila morti.

I colloqui dell’Avana, quindi svoltisi grazie alla mediazione cubana, sono iniziati nell’agosto 2012 ed hanno visto momenti di distensione e di tensione, tradottisi in patria con un altalenarsi di tregue e di attacchi anche violenti.

In questo periodo Santos ha caparbiamente spinto per arrivare ad una pace definitiva, forte dei sondaggi che vedono il 72% dei colombiani volere la conclusione del conflitto.

Le Farc sono una formazione di guerriglieri e di amministratori di ispirazione marxista-leninista, nata per, come dicono, proteggere gli interessi dei poveri e dei contadini che abitano l’entroterra colombiano contro le classi ricche e per opporsi all’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni della Colombia, alla privatizzazione delle risorse naturali, alle multinazionali e alla violenza delle organizzazioni paramilitari. Le Farc, che controllano quindi ampie parti del territorio dell’entroterra, si sono finanziate grazie alla produzione e alla vendita della coca, per quanto sussistano dubbi sulla gestione diretta del narcotraffico.

L’intesa sottoscritta oggi raccoglie tra l’altro punti chiave su cui si era già trovato l’accordo nel corso dei tre anni di trattative a Cuba, come la riforma agraria da attuarsi nel rispetto della società e dell’ambiente, la partecipazione degli ex guerriglieri alla vita politica (potranno costituire un partito a tutti gli effetti) e lo stop alla produzione della droga, per cui verrebbe adottata una riconversione delle coltivazioni in prodotti agricoli.

E stato inoltre stabilito che se la magistratura colombiana si attiverà per punire gli ex guerriglieri responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità, dovrà fare altrettanto anche con i gruppi paramilitari dell’AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), vicini alla destra nazionalista ed autori di centinaia di assassini, massacri e di una sanguinosa guerra con le Farc.

Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il quale attraverso una nota ha comunicato che “Sono molto soddisfatto per l’accordo preliminare di pace firmato all’Avana fra il Presidente colombiano Juan Manuel Santo e il Leader delle FARC Rodrigo Londono, alla presenza di Cuba e Norvegia” , “E’ una tappa importante che punta a garantire una pace senza impunità e a gestire la questione cruciale della vittime di guerra, che costituiva il passo più complicato del negoziato preliminare. Questa firma rende più agevole il percorso verso l’accordo di pace generale, che dovrebbe essere firmato il 23 marzo prossimo, “ha continuato il sottosegretario.

“Questo risultato importante è stato merito del viaggio e della mediazione costante di Papa Francesco, dell’azione svolta da Cuba nell’ospitare il negoziato e del Presidente Barack Obama. Sono felice che l’Italia, attraverso iniziative della società civile, come quelle di Sant’Egidio, abbia costantemente favorito questo processo. Dopo l’accordo generale la Colombia potrà esprimere tutte le sue importanti potenzialità economiche e sociali. Si chiuderà un capitolo che dura da quasi da 70 anni e che ha fatto registrare quasi 500mila vittime. La pace aprirà nuove sfide e l’Italia è pronta a dare il suo contributo”, ha concluso il sottosegretario Giro.

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