Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci

 

1915-2015: La disobbedienza alla guerra - cronaca del convegno e determinazioni

 

“1915-2015: la disobbedienza civile alla guerra” è il titolo scelto da Comune di Pinzano, Arci Servizio Civile e Tavola Pace Friuli Venezia Giulia per il Convegno svolto domenica 3 maggio 2015, a terza guerra mondiale iniziata - "a pezzi" come denunciato da papa Francesco - con la violenza che si fa strada costantemente, nella scuola, nella famiglia, nei conflitti sociali, interstatali e nelle dinamiche globali.

Filo rosso del convegno è stata la disobbedienza, nata nei giorni della prima guerra mondiale - quando Benedetto XVº denunciò la "strage inutile" - che continuò con la Resistenza al fascismo, fino alla promulgazione della Costituzione e al ripudio della guerra, valore oramai riconosciuto nella nuova Repubblica. Dopo le esplosioni atomiche e la fondazione delle Nazioni Unite iniziò la ricerca dell'alternativa alla guerra, attraverso l'Obiezione di coscienza resa legale nel '72 e divenuta Servizio civile nel 2001, che permise di servire la Patria con mezzi nonviolenti come auspicato dall'Unione europea. Oggi, un Progetto di Legge per l'istituzione del Dipartimento di Difesa Civile, cerca di portare a compimento questo percorso in Italia, affiancando Servizio e Protezione Civile coi Corpi di Pace per mezzo dell'opzione fiscale a disposizione dei cittadini.

L'incontro / dibattito si è svolto presso la Sala SOMSI della Società Operaia di Pinzano con gli interventi di: 

Andrea Bellavite dell'Associazione Forum Gorizia, su "Rifiuto della guerra e libera circolazione delle persone"; 

Franco Codega, Presidente della sesta Commissione regionale, su "Politiche di pace della Regione"; 

Carlo Mayer, per il Consorzio Sociale Hand su “Scampare la Guerra”; 

Federico Pirone, del Coordinamento Regionale Enti Locali per la Pace e i Diritti umani, su "La mia scuola per la pace". 

Introduzione e coordinamento sono stati svolti da Giuliano Gelci di ARCI Servizio Civile regionale ed Alessandro Capuzzo di Tavola Pace Friuli Venezia Giulia. Importanti i risultati emersi dal Convegno.

- Il programma "La mia scuola per la pace" che ha portato in regione 3500 studenti da tutta Italia continuerá; si auspica di concluderlo nel 1918 con un evento di rilievo europeo, mentre un nuovo incontro è già in calendario per settembre.

- Viene auspicato un intervento presso l'Amministrazione regionale. Per una verifica sui criteri di valutazione dei progetti, in considerazione dei principi di pace espressi nella Legge per il Centenario della prima guerra mondiale. Per un possibile allargamento della platea d'intervento, e per richiedere l'uscita del bando per le Scuole.

- In relazione al Progetto di Legge d'iniziativa popolare per la Difesa Civile - la cui raccolta di firme è ancora in corso - l'attenzione è stata posta sulla realizzazione dei Corpi civili di pace nelle zone di crisi, tramite il Servizio civile internazionale; come previsto da un emendamento alla finanziaria 2013 dello Stato. È stata suggerita l'opportunità di riattivare il master in Scienze della pace presso il Polo universitario di Gorizia.

- È stata sollecitata la promulgazione della nuova Legge regionale sull'Immigrazione, indispensabile ad affrontare correttamente il fenomeno, per contrastare le speculazioni sull'argomento e rendere dignità alle migliaia di stranieri che contribuiscono attivamente all'andamento dell'economia regionale.

- È stata chiesta al Comune di Pinzano ed al Coordinamento regionale degli Enti locali per la pace, l'attivazione di Albi degli Obiettori di coscienza e dei giovani in Servizio civile, in base alle competenze degli Enti locali sulle Liste di Leva. Che è stata sospesa ma non abolita, e della quale la Ministro della Difesa ha dichiarato di stare predisponendo un ripristino.

- È stata resa nota l'esistenza di una petizione per l'ottenimento di Piani d'emergenza in caso d'incidente nucleare presso la base di Aviano - dove sarebbero stoccate una settantina di bombe atomiche - come esistenti per il porto nucleare militare di Trieste. Uno studio su di un'eventuale ricaduta radioattiva ad Aviano, presentato di recente a Vienna, rende evidente la pericolosità di una simile calamità innaturale.

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