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2 giugno 2015

 

2 giugno. La mia parata

di Maria Grazia Serradimigni

maestra

 

Davanti metterei i bambini della scuola materna coi grembiuli a quadretti rosa e azzurri, in mano i cestini della merenda. dietro di loro in fila per due quelli delle elementari, quadernoni, righelli, il sussidiario, qualche compasso, degli atlanti, un mappamondo e il vocabolario.

A seguire quelli delle medie, coi brufoli, il flauto traverso, ormoni che scappano dappertutto. con loro le maestre un po’ agitate, quelle che sembrano delle mamme e quelle che subito ti facevano un po’ paura ma poi… i professori, la preside e anche un bel po’ di bidelli. i nonni che fanno attraversare i bambini davanti alla scuola, la cartolaia che solo lei sa trovarti quella misura di foglio da disegno, proprio quella che cerca la prof di artistica.

Dietro le mamme e i papà. quelli ansiosi e quelli rilassati, quelli che la scuola è un parcheggio, quelli che invece sanno che qui si cresce. si impara a camminare da soli.

I ministri, i politici li lascerei ai lati della strada a guardarci, che vedano quanta fatica, quanta speranza, quanto futuro c’è in questo corteo e se ne ricordino quando devono scegliere se comprare un aereo da guerra o sistemare una scuola.