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24 gennaio 2015

2014: l’anno record di sfollati palestinesi

La denuncia dell’Ufficio agli Affari umanitari dell’Onu, che dal 2008, anno in cui ha cominciato a recensire gli spostamenti, ha definito quello del 2014 ‘il più grande esodo palestinese’ mai registrato.

L’Onu ha comunicato di aver registrato nel 2014 un numero record di palestinesi sfollati a causa delle demolizioni delle loro case. “Le autorità israeliane hanno distrutto 590 strutture appartenenti ai palestinesi che vivevano a Gerusalemme Est e nella zona C, costringendo 1. 177 persone a spostarsi”- ha fatto sapere l’ufficio per la coordinazione degli Affari umanitari dell’Onu (Ocha). Dal 2008, da quando l’Ocha ha cioè cominciato a recensire gli spostamenti di queste genti, si tratta dell’esodo più grande mai registrato.

Da anni le organizzazioni internazionali e di difesa dei diritti dell’uomo denunciano il tentativo deliberato d’Israele di limitare la popolazione palestinese in quel 60% di territorio cisgiordano sotto il controllo dello stato ebraico, chiamato ‘zona C’.

“Proprio mentre il 2015 sta appena cominciando “in questi ultimi tre giorni, 77 palestinesi, più della metà bambini, sono stati gettati in strada”- ha aggiunto il coordinatore umanitario dell’Onu per i Territori Palestinesi James Rawley.

Tra il 20 e il 23 gennaio l’Ocha ha recensito la distruzione da parte delle autorità israeliane di “42 strutture appartenenti a dei palestinesi nei governatorati di Ramallah e di Gerico (nel nord della Cisgiordania occupata), di Gerusalemme e di Hebron”. Queste demolizioni hanno provocato altri 77 sfollati, 59 dei quali hanno perduto anche strutture fondamentali al loro sostentamento, come le stalle per gli animali. Inoltre 8 degli edifici demoliti erano stati finanziati da donatori internazionali.

Israele giustifica queste demolizioni con l’assenza di licenze per costruire. Ma i palesinesi e le associazioni affermano che la popolazione della zona C- di cui solo l’1% è destinato allo sviluppo palestinese, secondo l’Onu- è costretta a costruire senza autorizzazioni, visto che l’esercito israeliano rilascia simili permessi solo in casi eccezionali.

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