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Wednesday, 4 November 2015

 

I palestinesi dicono che i Video denunciano gli abusi di Israele

di Associated Press

Ramallah

 

Recenti video mostrano soldati israeliani che sparano ad un palestinese ferito a distanza ravvicinata, spruzzano pepe contro medici palestinesi, speronano un palestinese con una jeep e minacciano i residenti del campo profughi con gas lacrimogeni "fino alla morte" a meno che non smettano di lanciare pietre.

Palestinesi e gruppi israeliani per i diritti umani sostengono le immagini, molte, catturate dagli utenti di smartphone amatoriali, a rafforzare le accuse di lunga data di eccessivo uso della forza, in particolare in mezzo a un’ondata di attacchi palestinesi con il coltello, per i quali, politici israeliani e comandanti della sicurezza hanno incoraggiato le forze sul campo a sparare per uccidere i sospetti assalitori.

"C'è un messaggio molto chiaro inviato da quei politici e comandanti militari che in questo modo le forze dell'ordine dovrebbero comportarsi", ha detto Sarit Michaeli del gruppo israeliano B'Tselem, che documenta le violazioni dei diritti.

L’esercito e la polizia di Israele difendono le azioni mostrate nei video, con l'eccezione di un ufficiale che è stato sospeso per la minaccia con i gas lacrimogeni.

"Le nostre attività in tutti i casi sono state in risposta alla’aggressione palestinese", ha detto il tenente colonnello Peter Lerner, un portavoce militare israeliano. Israele ha pubblicato diversi video che mostrano le sue forze sparare agli accoltellatori.

Le riprese video sono sempre più centrali nella competizione per l'opinione pubblica internazionale, un contesto in cui i palestinesi dicono che spesso perdono, quando è viene posta la loro parola contro quella dei militari israeliani e dei coloni ebrei.

 

Nel 2007, B'Tselem ha cominciato a distribuire telecamere ai palestinesi nei punti caldi della Cisgiordania, come al centro di controllo israeliano di Hebron, costruito per 850 coloni ebrei.

Uno dei primi video, mostra una donna colono molestare una vicina palestinese, è divenuto virale, ha detto Michaeli. Circa 200 palestinesi hanno telecamere di B'Tselem.

Con l'aumento dell'uso degli smartphone, 10 volte in cinque anni, l'incidenza di tali immagini amatoriali è, di fatto, cresciuta.

 

Prendiamo i diversi e controversi video che sono emersi negli ultimi giorni. Uno mostra le conseguenze di quello che la polizia israeliana ha detto esser stato un attacco con il coltello ad un soldato israeliano da parte del 23enne palestinese, Mahdi Mohtasseb, Giovedi scorso. Il video inizia con Mohtasseb sdraiato a faccia in giù in una strada di Hebron, già ferito dal fuoco israeliano, secondo gli attivisti locali.

Un membro delle forze di sicurezza israeliane si avvicina e, mentre Mohtasseb cerca lentamente di sollevarsi, gli spara da circa 15 piedi (cinque metri). Mohtasseb viene quindi visualizzato senza vita e insanguinato mentre la polizia di frontiera paramilitare di Israele che ispeziona il corpo.

La portavoce della polizia israeliana, Luba Samri, ha detto che Mohtasseb avrebbe rappresentato un pericolo perché potevae avere una pistola o esplosivi e ignorando gli appelli a non muoversi. Ha cercato di alzarsi mentre un soldato si avvicinava, aggiungendo che l'ufficiale che ha sparato il colpo fatale era "degno di lode"

 

Shukri Mohtasseb, un cugino, ha detto che Mahdi Mohtasseb aveva intenzione di fidanzarsi e non aveva alcun motivo per effettuare un attacco.

Ha affermato che suo cugino era disarmato, anche se non era testimone diretto dell'incidente. "I soldati ... avrebbero potuto arrestato perché è stato ferito, ma lo hanno ucciso a sangue freddo", ha detto.

 

I regolamenti israeliani permettono alle forze di sicurezza di usare la forza letale quando credono che le loro vite siano in pericolo, un indicatore soggettivo, soprattutto quando gli israeliani sono così nervosi. Da metà settembre, 11 israeliani sono stati uccisi e decine sono stati feriti durante gli attacchi palestinesi, per lo più accoltellamenti, mentre 69 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano, tra cui 43, che Israele dice, sono stati coinvolti in attacchi o tentativi di attacco.

"Siamo di fronte a una realtà di persone che camminano per la strada e tirano fuori un coltello con intenzioni letali. In tali aggressori, ci sono sia il movente che l’opportunità d’intenti. Ed è per questo che devono essere fermati, anche con la forza letale". ha detto Lerner, il portavoce militare.

I Gruppi per i diritti dicono che le truppe israeliane sono spesso troppo veloci a sparare e raramente sono ritenuti responsabili.

 


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Wednesday, 4 November 2015

 

Palestinians say videos back claims of Israeli abuse

By The Associated Press, Ramallah

 

Recent videos show Israeli troops shooting a wounded Palestinian at close range, pepper-spraying Palestinian medics, ramming a Palestinian with a jeep and threatening refugee camp residents with tear gas “until you die” unless they stop throwing stones.

Palestinians and Israeli human rights groups contend the images, many captured by amateur smartphone users, buttress long-standing allegations of excessive force — particularly amid a wave of Palestinian stabbing attacks in which top Israeli politicians and security commanders have encouraged forces to shoot to kill suspected assailants.

“There is a very clear message sent by those politicians and military commanders that this is how law enforcement should behave,” said Sarit Michaeli of the Israeli group B’Tselem, which documents rights abuses.

Israel’s army and police defended the actions shown in the videos, with the exception of an officer who was suspended over the tear gas threat.

“Our activities in all of the cases have been responses to Palestinian aggression,” said Lt. Col. Peter Lerner, an Israeli military spokesman. Israel itself has released several videos showing its forces shooting stabbers.

Video footage is increasingly central in the competition over international opinion — a contest Palestinians say they often lost in the past when it came down to their word against that of the Israeli military or Jewish settlers.

In 2007, B’Tselem began distributing video cameras to Palestinians in West Bank hot spots, such as the Israeli-controlled center of Hebron, carved out for 850 Jewish settlers.

One of the first videos, showing a settler woman harassing a female Palestinian neighbor, went viral, Michaeli said. About 200 Palestinians have B’Tselem-issued cameras today.

With the rise in smartphone use — 10-fold over five years — the impact of such amateur images has only grown.

Take several controversial videos that have emerged in recent days.

One shows the aftermath of what Israeli police say was a stabbing attack of an Israeli soldier by 23-year-old Mahdi Mohtasseb last Thursday. The video begins with Mohtasseb lying face-down in a Hebron street — already wounded by Israeli fire, according to local activists.

A member of the Israeli security forces approaches and — as Mohtasseb slowly tries to lift himself — shoots him from about 15 feet (five meters). Mohtasseb is then shown lifeless and bloodied as Israel’s paramilitary border police inspect the body.

Israeli police spokeswoman Luba Samri said Mohtasseb still posed a danger because he might have a gun or explosives and ignored calls not to move.

“He tried to get up” as a soldier approached, she said, adding that the officer who fired the fatal shot was “worthy of praise.”

Shukri Mohtasseb, a cousin, said Mahdi Mohtasseb was planning on getting engaged and had no reason to carry out an attack.

He maintained his cousin was unarmed, though he did not witness the incident.

“The soldiers ... could have arrested him because he was injured, but they killed him in cold blood,” he said.

Israeli regulations permit security forces to use lethal force when they believe their lives are in danger — a subjective gauge, especially when Israelis are feeling so jittery.

Since mid-September, 11 Israelis have been killed and dozens wounded in Palestinian attacks, mostly stabbings, while 69 Palestinians have been killed by Israeli fire, including 43 who Israel says were involved in attacks or attempted attacks.

“We are faced with a reality of people walking down the street and pulling out a knife with lethal intentions,” said Lerner, the military spokesman. “There are both means and intent on behalf of those attackers. That is why they have to be stopped, even at the price of lethal force.”

Rights groups say Israeli troops are often too quick on the draw and are rarely held accountable.

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